Si è spento in una clinica romana dove era stato ricoverato nei giorni scorsi perché non si sentiva molto bene. L’annuncio è stato dato stamattina dai suoi familiari
Il grande in tutto Gigi Proietti ha lasciato questa Terra. Se n’è andato nelle prime ore di questa mattina dopo un ricovero press una clinica romana. Se n’è andato oggi 2 Novembre, giorno in cui compiva 80 anni.
L’annuncio è arrivato dalla sua famiglia:
“Nelle prime ore del mattino è venuta a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie”.
Noi, per ricordare Gigi Proietti, riprendiamo alcuni passi della sua biografia di Wikipedia:
“Figlio di Romano Proietti, di Porchiano del Monte, frazione di Amelia (TR) in Umbria, e della casalinga Giovanna Ceci, di San Clemente di Leonessa (RI) nel Lazio, ha vissuto i primi dieci mesi della sua vita in una casa in via di sant’Eligio (una traversa di via Giulia) a Roma.[6] Dopo essersi diplomato presso il Liceo Ginnasio Statale “Augusto” di Roma, si iscrive al corso di laurea in Giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza”, che abbandonerà a soli sei esami dalla laurea”.
“Iscrittosi per caso al Centro Teatro Ateneo, fu allievo di personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. «”La mattina frequentavo le lezioni, il pomeriggio provavo all’Ateneo, la sera cantavo nei locali notturni. Gli esami non finivano mai”» commenterà.[7] Nello stesso momento decide di lasciare definitivamente la facoltà di Giurisprudenza, e inizia a frequentare il corso di mimica del Centro Universitario Teatrale tenuto da Giancarlo Cobelli, il quale nota subito le sue qualità di musicista e lo scrittura per uno spettacolo d’avanguardia da lui diretto, Can Can degli italiani (1963), composto da famosi scrittori quali Ercole Patti e Luigi Malerba, dove mette in musica un aforisma di Ennio Flaiano, Oh come è bello sentirsi….
“A partire dal 1964 ricopre ruoli di contorno sul palcoscenico con il Gruppo Sperimentale 101 sotto la direzione di Antonio Calenda, dallo stesso Cobelli e anche con Andrea Camilleri, non ancora diventato celebre come scrittore. Il suo primo ruolo lo recita all’aperto, travestito da upupa, nella rappresentazione de Gli uccelli di Aristofane (1964) diretto da Giuseppe Di Martino. Dal 1968 ottiene ruoli da protagonista in diversi spettacoli messi in scena dal Teatro Stabile de L’Aquila, tra cui Il dio Kurt di Alberto Moravia e Operetta di Witold Gombrowicz”.
“Proietti già a quattordici anni viene scritturato al cinema come comparsa nel film Il nostro campione, diretto nel 1955 da Vittorio Duse, seguita poi nel 1964 da un altro piccolo cameo in Se permettete parliamo di donne del maestro Ettore Scola. Tuttavia è nel 1966 che debutta contemporaneamente sul grande e piccolo schermo. In ogni caso il suo primo ruolo, per una curiosa coincidenza, è quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trent’anni dopo lo porta alla grande notorietà. Nei titoli di testa dei primi film è accreditato come Luigi Proietti. Al cinema lo vediamo in un episodio de Le piacevoli notti nel 1966, e in ruoli più corposi in Lo scatenato, La matriarca e Una ragazza piuttosto complicata. Tinto Brass è il primo regista a valorizzarlo con un ruolo da protagonista nel suo film L’urlo del 1968, presentato in concorso al Festival di Cannes”.
“Tuttavia il primo, inaspettato successo arriva nel 1970, quando viene improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno, ufficialmente a causa di un incidente capitatogli (ma ufficiosamente, sembra, a causa di dissapori con l’autore e co-protagonista della commedia, Renato Rascel) nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluja brava gente: «”Una botta di fortuna. Lì capii che si poteva coniugare il teatro lucido con la qualità artistica: il cosiddetto teatro popolare”».[7]
“Tra il 1965 e il 1970, sia con il Gruppo Sperimentale di Calenda che senza, Proietti porta in scena anche prove particolari come Il mercante di Venezia, Le mammelle di Tiresia e Il misantropo di Molière. Con Il dio Kurt del 1969, ennesimo successo del gruppo sperimentale, Proietti capisce di dover affrontare il palcoscenico da solista per non rimanere ingabbiato in ruoli eternamente comprimari”.
“Dopo aver recitato nel 1974 il ruolo di Neri Chiaramantesi nel dramma di Sem Benelli La cena delle beffe, accanto a Carmelo Bene, nel 1976 stringe un proficuo sodalizio con lo scrittore Roberto Lerici, insieme al quale scrive e dirige i suoi spettacoli, rimasti nella storia, A me gli occhi, please (1976), riportato in scena nel 1993, 1996 e nel 2000, in una memorabile performance allo Stadio Olimpico della sua città natale, oltre a Come mi piace (1983), Leggero leggero (1991) e, per la televisione, Attore amore mio (1982) e Io, a modo mio (1985)”.
“Ancora oggi A me gli occhi, please, anche per i suoi risvolti in parte drammatici, è riconosciuta una delle prove teatrali più riuscite e uniche di sempre.[7] La collaborazione tra Proietti e Roberto Lerici si può ben paragonare a quella, altrettanto proficua, tra Giorgio Gaber e Sandro Luporini per il teatro canzone. Dopo la morte di Roberto Lerici, avvenuta nel 1992 per infarto, Proietti porta in scena e dirige altri due spettacoli solisti, Prove per un recital (1996) e Io, Tòto e gli altri (2002). Nel 2004 ha portato in tour lo spettacolo Serata d’Onore premiato il 20 agosto all’Arena di Catanzaro con il Riccio d’Argento come migliore spettacolo dell’anno nella rassegna Fatti di Musica”.
Negli anni 1970 recita come protagonista assoluto nei film Gli ordini sono ordini (1970), Meo Patacca (1972), Conviene far bene l’amore (1975), Languidi baci, perfide carezze (1976). Notevoli sono anche le partecipazioni comprimarie in film di rilievo come La proprietà non è più un furto (1973) di Elio Petri, L’eredità Ferramonti (1976) in un memorabile duetto con Anthony Quinn, e soprattutto in Casotto (1977) insieme a Ugo Tognazzi e una giovane Jodie Foster. Passa con incredibile disinvoltura dalla commedia, al ruolo impegnato, dal dramma erotico al film grottesco, quindi partecipa a film di Bolognini, Monicelli, Petri e Magni, ma forse soltanto Alberto Lattuada gli offre un ruolo pienamente compiuto sul versante drammatico nel film Le farò da padre (1974)”.
“Alla radio incontra un notevole successo nella celeberrima trasmissione Gran varietà, dove partecipa durante le stagioni 1973-1974 interpretando il personaggio di Avogadro il ladro (insieme con il suo complice Cicerone progetta furti che non vanno mai in porto) e in quella del 1975-1976, dove è un irresistibile conquistatore femminile che a parole (e con tre ipotesi) è infallibile, e alla prova dei fatti accumula continui disastri, ma non si abbatte mai, come canta inesorabile accompagnandosi alla chitarra alla fine dei suoi sketch. Personaggio tra i più azzeccati della sua carriera, lancia un tormentone di successo (Invidiosi!) destinato a rimanere nel ricordo”.
“Nel 1978 assume, insieme a Sandro Merli, la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori (la stessa cosa farà Vittorio Gassman con la sua Bottega Teatrale di Firenze), portando in scena con i suoi allievi durante gli anni 1980 numerosi spettacoli assai apprezzati. In particolare questa particolare gavetta segnerà l’esordio di tanti futuri e apprezzati volti del mondo dello spettacolo: tra questi ci furono Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri
Il successo di Febbre da cavallo insieme a Enrico Montesano, avrebbe dovuto segnare la consacrazione di Proietti al cinema e l’inizio di una florida carriera cinematografica nel mondo della commedia all’italiana ma così non fu; infatti, escludendo la commedia di Sergio Citti del 1977 Casotto, Proietti recita in due film di scarso successo di pubblico, Languidi baci… perfide carezze e Non ti conosco più amore di Sergio Corbucci, non consentendo all’attore un decollo vero e proprio al cinema. Per tutti gli anni 1980 e 1990 Proietti partecipa quindi a poche pellicole selezionate e in parti principalmente secondarie, come in “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” di Renzo Arbore nel 1983 o in Mi faccia causa del 1984, nuovamente diretto da Steno”.
“Nel 1992 inizia a ottenere un consistente successo con le serie di telefilm Un figlio a metà, bissato dal seguito Un figlio a metà – Un anno dopo (1994), diretti da Giorgio Capitani, dove interpreta il ruolo di un doppiatore cinematografico (che esercita anche nella realtà e con successo), quindi sempre diretto da Capitani nella sitcom Italian Restaurant (1994) con Nancy Brilli in cui è il proprietario di un ristorante italiano a New York (nella realtà Proietti, per breve tempo, ha effettivamente gestito un ristorante)”.
“Nel 1996 arriva il trionfo inaspettato della serie televisiva Il maresciallo Rocca, creato dalla coppia di scrittori Laura Toscano e Franco Marotta e ancora diretto da Capitani, nella quale l’attore romano interpreta il ruolo di Giovanni Rocca, vedovo con tre figli, maresciallo comandante della stazione dei Carabinieri di Viterbo, che tra un caso e l’altro si innamora di una deliziosa farmacista, interpretata da Stefania Sandrelli. La serie, partita in sordina su Rai 2, conquista i favori del pubblico fino a superare agevolmente i dieci milioni di telespettatori a sera e a fare seria concorrenza a trasmissioni ampiamente collaudate come il Festival di Sanremo; l’ultima puntata del 12 marzo 1996 registrò il record di quasi 16 milioni di spettatori permettendogli di vincere il Premio TV come personaggio maschile dell’anno”.
“Nel 2010 Proietti interpreta San Filippo Neri nella fiction TV dal titolo Preferisco il Paradiso, prodotta da Lux Vide e trasmessa su Rai 1 con ottimi riscontri d’ascolto. L’anno successivo, nel 2011 recita in un’altra miniserie TV Il signore della truffa nel ruolo dell’ex truffatore di lungo corso Federico Sinacori, una co-produzione Artis e Rai Radiotelevisione Italiana, destinata alla prima serata RaiUno”.
“All’infuori del suo sodalizio con i Vanzina, al cinema lo ritroviamo nel 2011 in due pellicole: Tutti al mare di Matteo Cerami, remake del Casotto del 1977 diretto da Sergio Citti di cui fu uno degli interpreti principali, e in Box Office 3D – Il film dei film diretto e interpretato da Ezio Greggio, nel ruolo del Mago Silenzio (parodia di Albus Silente). Nel 2012 compare come guest-star in un episodio della fiction I Cesaroni, per poi tornare in TV nel 2013 come interprete della fiction in due puntate L’ultimo papa re su Rai Uno, diretta da Luca Manfredi. L’anno successivo è protagonista assoluto della fiction Una pallottola nel cuore, sempre trasmessa su Rai 1 in quattro puntate; in quest’ultima serie interpreta il giornalista Bruno Palmieri specializzato nella risoluzione di vecchi casi di cronaca nera rimasti irrisolti. La fiction riscuote un buon successo di pubblico, portando alla produzione di una seconda stagione, trasmessa nel 2016, anch’essa favorevolmente accolta, nonché di una terza (6 puntate) nell’autunno 2018″.
“Dal 14 gennaio 2017 conduce in prima serata su Rai 1 il varietà Cavalli di battaglia: si tratta di un ritorno alla conduzione di uno show televisivo dopo 26 anni dall’ultima esperienza con Club ’92 (nel 1991 su Rai 2): lo show ripropone i migliori “sketch” del maestro oltre ai numerosi cavalli di battaglia sia suoi che dei vari ospiti che si susseguono”.
“Dal settembre 2018 è narratore/ospite in Ulisse – Il piacere della scoperta, programma documentaristico di Rai 1″.
“Il 19 gennaio 2019 conduce in diretta su Rai 1 l’evento inaugurale di Matera capitale europea della cultura 2019 alla presenza del presidente del consiglio Giuseppe Conte ed al capo dello stato Sergio Mattarella. Come ospiti della serata Rocco Papaleo, Skin, Arturo Brachetti e Stafano Bollani”.
“Il 12 marzo compare nella prima puntata di Meraviglie – La penisola dei tesori, altro programma documentaristico condotto da Alberto Angela. A dicembre è al cinema con Pinocchio, nuovo film di Matteo Garrone, in cui interpreta Mangiafuoco”.
“Alla fine del 2013, Proietti esordisce nella scrittura, pubblicando un’autobiografia intitolata Tutto sommato qualcosa mi ricordo. Tra ricordi e aneddoti, l’attore ripercorre la sua storia personale e professionale, «intrecciando le gioie della vita e quelle del palco e lasciando sempre sullo sfondo la sua Roma, città eterna e fragile, tragica e ironica, cinica e innamorata»”.
“Alla fine del 2015, pubblica un nuovo libro, dal titolo Decamerino. Novelle dietro le quinte. Si tratta di una raccolta di racconti, aneddoti e componimenti in versi de-camerino, ossia nati nel camerino, nel dietro le quinte del teatro. «Il risultato è un racconto nel racconto di pensieri arruffati, atti unici, odori, abitudini che segnano il ritorno di un affabulatore capace di far sorridere e commuovere con le sue cronache ad alto tasso di romanità.»”.