Inutile la trattativa con lo Stato che l’assessore e vice presidente della Regione, Gaetano Armao, vorrebbe avviare con lo Stato. Forse, in attesa dell’Indipendenza della Sicilia, la proposta più seria contro i biglietti aerei ‘salati’ appioppati ai siciliani è quella di Salvo Fleres
Si torna a parlare di insularità, condizione che penalizza gli abitanti delle isole. Non sappiamo più quanto volte abbiamo denunciato il prezzo esorbitante dei biglietti aerei per i cittadini siciliani, giusto per citare solo un esempio. Ora la Regione siciliana ha scoperto l’acqua calda: e cioè che i Siciliani sono penalizzati.
La Sicilia subisce una penalizzazione che uno studio condotto dalla Regione (per la precisione, dal Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione siciliana e dal Servizio statistica e analisi economica dell’assessorato all’Economia, con il supporto dell’Istituto di ricerca Prometeia) quantifica in circa 6 miliardi e mezzo all’anno.
Non è una storia nuova. La novità è che l’assessore all’Economia, nonché vice presidente della Regione siciliana, Gaetano Armao, vorrebbe avviare una trattativa con il Governo nazionale. A nostro avviso, è solo una perdita di tempo: l’insularità, infatti è solo uno dei volti della condizione coloniale in cui l’Italia tiene il Sud e la Sicilia.
L’unica soluzione efficace per superare la condizione di colonia in cui l’Italia ha relegato il Sud e la Sicilia è l’indipendenza: il resto sono solo chiacchiere.
In attesa della libertà che cosa fare? Trovare al massimo qualche soluzione per accomodare. Interessante appare la proposta lanciata da Salvo Fleres, portavoce di Unità Siciliana-Le Api.
Fleres, giustamente, fa notare che, a fronte di una penalizzazione che vale circa 6 miliardi e mezzo, “fanno sorridere amaramente le cifre previste per la cosiddetta ‘continuità territoriale’, in vigore da domani, pari a circa 50 milioni iniziali, tirati fuori da stanziamenti vari, e 50 per il biennio 21-22. Oltretutto, tariffe contenute per tratte specifiche fanno delle continuità territoriale una soluzione asfittica per un problema serio”.
I 50 milioni di euro riguardano gli aeroporti di Trapani e Comiso.
“Unità Siciliana-Le Api, invece, torna a suggerire a chi al momento occupa i ‘Palazzi’ della politica di guardarsi intorno in Europa. “Per esempio – prosegue Fleres – ad un’idea nata in Spagna dove per Real decreto viene riconosciuta l’impossibilità dei cittadini delle isole di scegliere un mezzo di trasporto diverso dall’aereo o dalla nave. Soluzione, questa sì, semplice ma efficace: al momento di effettuare la prenotazione del biglietto, non importa con quale compagnia aerea e su quale rotta, purché interna, si apre un menu a tendina dove sono elencati i diversi casi e lo sconto cui si ha diritto. Sarà poi il vettore a chiedere allo Stato il rimborso dell’importo scontato”.
Invece di fare ‘filosofia’ la soluzione proposta da Fleres ci sembra semplice ed efficace. Spetta adesso al Governo nazionale dire, magari non in questo momento di emergenza Coronavirus, se c’è la volontà di affrontare concretamente questo problema che, per i siciliani, si rivolve in biglietti aerei ‘salati’: su questo tema abbiamo dedicato tanti articoli, a partire dalla denuncia di oltre un anno da di Cosimo Gioia:
“Biglietto aereo Palermo-Roma: 450 euro. Cosimo Gioia: “Presi per la gola”
Ricordiamo che questa ‘mancia’ di 50 milioni di euro arriva dopo oltre un anno di chiacchiere da parte del Movimento 5 Stelle che, con il sottosegretario Giancarlo Cancelleri, si era impegnato a fare qualcosa di concreto. Ma, alle parole, lo scorso anno, Cancelleri non ha fatto seguire qualcosa di concreto:
La sceneggiata di Cancelleri sul caro-biglietti aerei in Sicilia. Silenzio sul Fontanarossa
Ora è arrivata la ‘mancia’ di 50 milioni di euro: insomma, c’è da ridere!
Inutile ricordare ilo delirio delle autostrade e delle ferrovie siciliane.
Per non parlare dei trasporti marittimi, dove monopolisti e vecchia politica siciliana banchettano insieme…
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