C’è qualcosa che non quadra nelle restrizioni adottate all’insegna della pandemia. Penalizzazioni per bar e ristoranti, stop alle attività culturali mentre le navi da crociera continuano ad attaccare a Palermo con centinaia e centinaia di persone che si riversano in città. Tutto questo non è strano?
Cominciamo col dire che non abbiamo nulla in contrario alle navi da crociera che si fermano nel porto di Palermo. Anzi, è un’occasione per dare una mano all’economia cittadina. Questo, ovviamente, in condizioni normali. Ma in piena emergenza Coronavirus, mentre i rappresentanti di alcune categorie imprenditoriali scendono in piazza perché colpite dalle restrizioni, vedere centinaia di persone che scendono da una nave per girare per le vie della città ci sembra un po’ strano. O no?
I bar debbono chiudere alle 18,00, i ristoranti debbono chiudere alle 20,00, le attività culturali bloccate perché bisogna evitare assolutamente gli assembramenti e poi, nel giro di quattro giorni, arrivano due navi da crociera con centinaia e centinaia di persone che invadono le vie della città?
Noi abbiamo notizia della nave da crociera arrivata Lunedì scorso. Non è, a quanto pare, una nave che fa spesso rotta a Palermo: ma quattro giorni fa è arrivata con oltre mille crocieristi. Non sono tanti, perché di solito queste navi ospitano molti più crocieristi. Sono comunque un bel numero. Un fiume di persone – centinaia di persone – si è riversato nell’area del porto e nel Centro storico di Palermo.
Nulla – lo ribadiamo – contro i crocieristi. Ma non è singolare che questo flusso di persone non sia stato interrotto neanche dopo l’ultimo, contestatissimo DPCM del capo del Governo, Giuseppe Conte?
Ieri è stata la volta di un’altra nave da crociera. La scena è stata diversa rispetto a qualche giorno prima. Dopo la ressa che si è vista quattro giorni fa ai Quattro Canti e dintorni qualcuno ha preso provvedimenti? Sta di fatto che, ieri, i crocieristi, a differenza di qualche giorno prima, non hanno invaso la città.
Ad attenderli c’erano 11 bus turistici. Su ogni bus sono saliti quaranta crocieristi. Ci dicono che ogni bus ha seguito un percorso diverso per non intasare di nuovo una sola parte della città.
Ribadiamo ancora una volta: nulla contro i crocieristi. Quello che vogliamo segnalare sono le contraddizioni che vanno in scena in questi giorni a Palermo. Mentre si bloccano parzialmente alcune importanti attività economiche (bar e ristoranti) e mentre si bloccano totalmente le attività culturali, vediamo frotte di crocieristi che vanno a zonzo per Palermo almeno due volte alla settimana!
E’ giusto? E’ sbagliato? I rappresentanti del Governo nazionale e del Governo regionale della Sicilia ci dicono, bontà loro, che dobbiamo evitare le attività superflue. Noi che per nostra abitudine viviamo immersi nel dubbio, abbiamo comunque maturato una solida certezza: che a questa gente – ci riferiamo all’attuale Governo nazionale e all’attuale Governo regionale della Sicilia – dell’economia e della cultura non gliene può fregare di meno!
Però non riusciamo a capire come si possano, in modo così sfacciato, utilizzare due pesi e due misure! Forse le crociere sono una priorità, mentre l’economia e la cultura non lo sono? Lo hanno stabilito Giuseppe Conte e Nello Musumeci? L’amministrazione comunale di Palermo non ha nulla da dire?
Noi siamo contro la violenza: e siamo stati molto colpiti da quanto avvenuto ieri sera a Palermo, tra scontri, bombe carta e disordini (peraltro, siamo convinti che chi inquina le manifestazioni pacifiche dei commercianti lo fa solo per creagli ulteriori problemi).
Però, al netto della violenza che va bandita, non possiamo che essere d’accordo con chi protesta: troppe restrizioni e troppe contraddizioni.