COVID-19: l’immunità svanisce in tre mesi così addio ‘Immunità di gregge’. E sul vaccino…/ SERALE

28 ottobre 2020

Uno studio realizzato nel Regno Unito ha appurato che l’immunità al COVID-19 svanisce dopo circa tre mesi. Morale: chi si è ammalato di può ri-ammalare. In questo scenario la cosiddetta ‘Immunità di gregge’ diventa impossibile. Gli interrogativi sui vaccini: si arriverà a un vaccino, simile a quello per l’influenza, da fare ogni anno?  

In televisione e su alcuni giornali continuiamo ad ascoltare e a leggere che per liberarci dal COVID-19 bisognerà aspettare il vaccino che, ormai da mesi, è quasi pronto, sta per arrivare e via continuando. Certo, un vaccino risolverebbe il problema. Ma come la mettiamo con la notizia – che circola da mesi e che è stata ufficializzata da uno studio effettuato nel Regno Unito – stando al quale l’immunità svanisce in circa tre mesi?

“Lo studio – leggiamo su Rai News – è stato realizzato dall’Imperial College insieme a Ipsos Mori: dal 20 giugno al 28 settembre, le due organizzazioni hanno seguito 365 mila persone selezionate a caso, che regolarmente si auto-testavano a casa per vedere se avevano anticorpi al COVID-19. I risultati dello studio hanno mostrato che il 6% delle persone aveva anticorpi contro il virus quando il blocco è stato allentato tra la fine di giugno e l’inizio di luglio; ma all’inizio della seconda ondata, a settembre, la percentuale di quanti avevano gli anticorpi era scesa a solo il 4,4%. I ricercatori hanno anche scoperto che i giovani, quelli delle comunità nere, asiatiche e minoranze etniche e gli operatori sanitari avevano livelli di anticorpi più elevati, probabilmente per un’esposizione ripetuta o maggiore al virus. Non solo: le persone asintomatiche hanno maggiori probabilità di perdere rapidamente i loro anticorpi rispetto a quelle che hanno manifestato i sintomi. E sebbene tutte le età siano interessate dalla perdita degli anticorpi, gli anziani ne soffrono di più: tra giugno e settembre la quota di persone over 75 anni con gli anticorpi è diminuita del 39%, mentre è scesa del 14,9 % nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni”.

Alla luce di questo studio, viene fuori che persone che sono state colpite dal virus e si sono ammalate, una volta guarite, dopo tre mesi, possono essere ri-contagiate: cosa, questa, piuttosto comune con i Coronavirus responsabili del raffreddore.

La conseguenza, a questo punto, non è proprio incoraggiante:

“Inapplicabile di conseguenza – leggiamo sempre su Rai News – la teoria della cosiddetta immunità di gregge, proposta da alcuni scienziati come una alternativa ai lockdown nel frenare i contagi: perché effettivamente ci sia un’immunità di gregge, il 50-60% della popolazione dovrebbe avere la protezione contro il virus in maniera che non si possa più trasmettere in modo efficiente. Ma i dati del nuovo studio dimostrano che l’immunità di gregge è praticamente irraggiungibile”.

Se l’immunità di gregge, con il COVID-19, è impossibile, che possibilità ha la scienza di mettere a punto i vaccini? Gli scienziati saranno in grado di trovare un vaccino che consentirà alle persone di rimanere immuni per tutta la vita? O si arriverà, come nel virus dell’influenza, a un vaccino annuale che, è noto, non dà mai una copertura del cento per cento?

Prendiamone atto: il COVID-19 è entrato a far parte della nostra vita. Ciò significa che dobbiamo imparare a conviverci.

QUI L’ARTICOLO DI RAI NEWS

Foto tratta da Buongiorno Slovacchia

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