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Lo scontro tra Turchia e Francia: ricordiamoci cos’ha fatto la Francia all’Italia nel 2011

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Questo significa che l’Italia deve rimanere fuori dallo scontro tra Francia e Turchia. Ricordiamoci che l’eliminazione di Gheddafi, nel 2011, è stata anche un’operazione contro l’Italia. Il problema dei 18 pescatori di Mazara del Vallo ancora prigionieri in  Libia 

di Economicus 

In queste ore cresce la tensione tra Francia e Turchia. Si parla di libertà di espressione, di satira e anche di idrocarburi. E, forse, più che la libertà di espressione e la satira – questioni serie, attenzione – il vero problema sono gli idrocarburi della Libia.

Tutto è cominciato nel 2011, quando il Governo italiano di allora (Governo Berlusconi) e l’ENI erano riusciti con grande maestria a siglare con l’allora leader della Libia, Gheddafi, un accordo molto favorevole all’Italia. Un accordo che ai francesi non andava proprio giù.

Dal loro punto di vista, i francesi avevano ragione. Negli anni di Tangentopoli Germania e Francia – che già allora erano i Paesi ‘padroni’ dell’Unione europea – avevano fatto di tutto, usando tutti i mezzi a disposizione, per distruggere le partecipazioni statali italiane. Operazione perfettamente riuscita grazie all’appoggio di quella massoneria internazionale che, nel 1981, tre anni dopo l’eliminazione di Aldo Moro, era riuscita a ‘pilotare’ il ‘divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, passo fondamentale per cominciare a indebitare l’Italia.

La distruzione delle partecipazioni statali italiane è riuscita solo in parte: l’IRI, sì, è stato olverizzato, ma tedeschi e francesi non sono riusciti a eliminare ENI e Finmeccanica. E non è un caso che, da allora, per un motivo o per un altro, i vertici di ENI e Finmeccanica sono sempre nell’occhio del ciclone.

Nel 2011, dopo l’accordo ‘chiuso’  da Governo Berlusconi ed ENI con la Libia di Gheddafi, i francesi erano furenti. Così hanno accelerato la pressione sulla Libia, mentre la Germania si occupava di mettere in crisi il governo Berlusconi con il gioco della spread.

Ricordiamo che è stata la Francia ad attaccare per prima la Libia, si racconta senza aver avvertito gli Stati Uniti dove allora c’era come presidente Barak Obama. Possibile? Sì e no. Sì perché magari i francesi hanno dato un colpo di ‘acceleratore’ alla guerra in Libia; no perché se gli USA fossero stati contrari la Francia non avrebbe rischiato.

In realtà gli americani, già con Obama, avevano – e hanno ancora – tutto l’interesse a incasinare l’Eurozona, nemica dichiarata del Dollaro. Insomma, agli USA il caos che si sarebbe scatenato in Libia andava benissimo, perché gli effetti avrebbero indebolito l’Unione europea.

In quegli anni gli USA si sono limitati a seminare il caos in Siria, aiutati da una tremenda carestia che ha colpito alcune aree di questo Paese. Tutto calcolato, da parte americana: i migranti siriani si sarebbero ammassati in Turchia, minacciando l’Europa orientale; mentre i migranti africani e di altri Paesi avrebbero preso la via dell’Europa, passando soprattutto dall’Italia con la balordaggine di una classe politica italiana che si è messa a speculare sui migranti, come hanno dimostrato inchiesta e processo su Mafia Capitale.

Per un momento il leader turco, Erdogan, ha provato a ‘smarcarsi’ dagli USA: ma un mezzo colpo di Stato stranamente non riuscito lo ha fatto, come dire?, rinsavire.

Oggi Erdogan si è piazzato in Libia, alleandosi con gli avversari della fazione libica alleata della Francia. E questo, per i francesi, è un bel problema. Perché con la Turchia Macron e i suoi amici liberisti hanno solo da perdere.

Non c’è bisogno di essere grandi strateghi per capire che a Erdogan interessano gli idrocarburi che sarebbero stati gestiti dall’ENI senza l’intervento francese. Con una differenza: che mentre l’Italia, nel 2011, non ha ostacolato l’attacco francese a Gheddafi, oggi la Turchia – mettiamola così – è leggermente più potente dell’Italia e non è attaccabile, a meno che non si arrivi a uno scontro armato.

Dietro la Turchia ci sono gli USA? Un fatto è certo: gli Stati Uniti sono ancora una tra le potenze militari più forti del mondo. Ed è molto difficile, se non impossibile, che un Paese metta in atto una strategia offensiva così come ha fatto la Turchia di Erdogan in Libia, senza che gli USA ne sappiano nulla…

In più la Francia, proprio perché ha eliminato Gheddafi, si è attirata l’antipatia di una parte del mondo arabo.

Cosa deve fare l’Italia? Restare fuori da queste tensioni. Anche se – purtroppo – è dentro questo scenario che è maturato il sequestro dei due pescherecci di Mazara del Vallo con 18 uomini di equipaggio ancora prigionieri in quella parte della Libia alleata della Francia.

Foto tratta da Notiziario Estero

 

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