Sul Titanic

La notizia è che Alessandro Di Battista potrebbe ‘mettere nel sacco’ Grillo, Conte e Zingaretti…

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Ormai il Governo Conte gioca in difesa. E’ in grande difficoltà nella gestione della pandemia, con le rivolte che esplodono in tutta l’Italia contro l’ultimo DPCM. E deve fronteggiare la raffinata strategia di Alessandro Di Battista che punta a logorare l’attuale Governo, facendo esplodere le contraddizioni tra i parlamentari ‘governativi’ del Movimento 5 Stelle. Il post di Tiziana Beghin. Il post di Ignazio Corrao

Cinque giorni fa abbiamo segnalato un fatto politico importante: il secco “No” di cinque europarlamentari del Movimento 5 Stelle alla PAC, la nuova Politica Agricola Comune. Per la cronaca, la PCA, dopo il bilancio, è l’atto politico più importante del Parlamento europeo. Che su 14 europarlamentari grillini 5 votino contro le indicazioni del Movimento non è un fatto politico secondario: anzi!

In altri momenti i 5 europarlamentari sarebbero già stati messi alla porta da Beppe Grillo e compagni. Invece questa volta non è successo nulla. Il motivo è semplice: mettere fuori dal Movimento i 5 europarlamentari grillini dissidenti aprirebbe, di fatto, la crisi del Governo Conte bis.

Dietro il “no” alla PAC (peraltro correttissimo: la nuova PAC, infatti, ripropone alcune delle grandi porcate dell’Unione europea in agricoltura, a cominciare dal folle sostegno alla zootecnica intensiva, fonte di inquinamento, ad esempio, in Lombardia, in Emilia Romagna e in veneto, per vitare solo le tre Regioni italiane dove questa forma di inquinamento ambientale è eclatante) c’è, in realtà, una rivolta finora sotterranea alla linea governativa pro-PD dei vari Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Roberto Fico e via continuando con i protagonisti del fallimentare Governo Conte bis.

La nuova PAC, per chi avesse ancora dubbi, è la dimostrazione quasi matematica che la svolta ‘green’ dell’Unione europea dell’euro è una grande buttanata. Il ‘green’, questi ‘banditi’ del PSE e del PPI – due formazioni politiche ormai al servizio permanente ed effettivo delle multinazionali – lo utilizzeranno non per proteggere l’ambiente, ma per fare affari sulla tutela dell’ambiente: che è cosa ben diversa dalla tutela dell’ambiente!

Le indiscrezioni raccontano di trattative in corso per far convergere i 14 europarlamentari grillini nel calderone informe del ‘presunti’ Socialisti europei, che in realtà sono al servizio delle multinazionali che controllano l’Unione europea dell’euro.

Aderire al gruppo dei ‘presunti’ Socialisti europei, per gli europarlamentari grillini, in chiave italiana, significherebbe aderire al PD. Sarà così?

Dubitiamo che i cinque europarlamentari grillini che hanno votato “No” alla PAC aderiranno al PD: ci sembra più probabile – visto che sono contrari all’agricoltura al servizio della chimica – che si avvicinino ai verdi europei.

E gli altri 9: i Socialisti senza Socialismo europei li aspettano…

Ieri intanto, su Facebook l’europarlamentare grillini Tiziana Beghin ha postato su Facebook un passo della sua intervista al Corriere della Sera. Per chi non la conoscesse, Tiziana Beghin, tre anni fa, si batteva contro il CETA, il truffaldino e dannoso trattato commerciale tra UE e Canada. Da quando la Ue sta applicando il CETA calpestando le leggi europee (manca ancora la ratifica del CETA da parte dei Parlamenti dei 27 Paesi dell’Unione europea), non abbiamo più letto o ascoltato dichiarazioni di Tiziana Beghin…

Cosa ha postato sul Facebook la Beghin? Il titolo del post dice tutto:

“LA SCISSIONE VA SCONGIURATA, LAVORIAMO INSIEME PER IL BENE DEGLI ITALIANI”.

Nel Movimento hanno capito che l’insofferenza verso il Governo Conte bis, tra i parlamentari nazionali grillini, cresce di giorno in giorno. Questo – come già accennato – spiega il perché i 5 europarlamentari grillini non sono stati messi fuori dal Movimento: perché Grillo, Conte e Zingaretti sono letteralmente terrorizzati da una possibile scissione del gruppo parlamentare grillino che sancirebbe, di fatto, l’apertura della crisi del Governo Conte bis.

Scrive la Beghin:

“La scissione non sarebbe la vittoria di una parte, ma la sconfitta di tutti. Va scongiurata: invito tutti a depositare le sciabole sul tavolo. Capisco benissimo che arriveranno presto gli Stati generali e molti cercano visibilità in vista di quell’appuntamento, ma va salvaguardato il MoVimento 5 Stelle. In piena pandemia l’Italia non ha bisogno di un altro partitino, ma di un progetto più forte e autorevole, altrimenti faremmo un enorme regalo alle varie lobby che vogliono il TAV, tifano per i Benetton e magari sognano il ritorno di Berlusconi e Salvini”.

Peccato che la TAV c’è già, mentre i Benetton sono ancora al governo delle autostrade italiane, altra sconfitta dei grillini!

“Le idee di tutti – prosegue la Beghin – sono importanti, lavoriamo insieme al di là delle simpatie e delle antipatie per il bene degli italiani e degli europei: lo abbiamo fatto per sei anni, non capisco perché non possiamo continuare a farlo”.

Poi arriva il passaggio strano:

“È mio dovere – dice l’europarlamentare – segnalare se vengono disattese le regole interne che il MoVimento 5 Stelle si è dato e che tutti hanno sottoscritto al momento della candidatura. Non spetta a me, ma ai probiviri, entrare nel merito ed esprimere valutazioni”.

Parla dei 5 europarlamentari grillini che hanno votato contro la PAC-porcata?

“Si registra, inoltre – aggiunge – un’accelerazione nei contatti già avviati con diversi gruppi politici europei: ci saranno degli sviluppi prestissimo, perché non è più pensabile la collocazione del MoVimento 5 Stelle nei non iscritti”.

Queste parole annunciano il passaggio dei 9 europarlamentari pro-PAC tra i Socialisti senza Socialismo della Ue?

“Al Parlamento europeo – conclude la Beghin – siamo stati decisivi sull’elezione di Ursula Von der Leyen, sul taglio del 60% delle emissioni inquinanti entro il 2030, sul taglio ai fondi agricoli per chi non rispetta i diritti dei lavoratori e sul conflitto di interessi di due Commissari, poi bocciati. Senza di noi non c’è maggioranza e vincono i sovranisti nemici dell’Italia. È questa la nostra scelta di campo in Europa.
(qui l’intervista sul Corriere della Sera)”.

A conti fatti, l’intervista della Beghin è molto grillina, ovvero contraddittoria: non vuole la scissione, ma invoca l’intervento dei probiviri, dimenticando che mettere fuori i 5 europarlamentari del Movimento significherebbe accelerare la scissione dei grillini…

Interessante anche il post su Facebook dell’europarlamentare Ignazio Corrao (uno dei cinque europarlamentari grillini che ha votato No alla nuova PAC-porcata: gli altri sono Eleonora Evi, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato e Laura Ferrara).

Corrao affronta i temi politici del momento, che potete approfondire sulla sua pagina Facebook. La parte importante del suo post, a nostro avviso, è il finale:

“p.s.

Continuo a ripetere che, programmi e modifiche strutturali a parte (ne ho parlato varie volte) l’unica possibilità di ripartenza del m5s è;
✅ un azzeramento totale dei vertici (interni e di governo) perché troppo potere per troppo tempo in poche mani fa sempre male e non porta a niente di buono (per questo ci chiamavamo portavoce e combattevamo il professionismo della politica);
✅ la preparazione “a uscire” (da qualsiasi retribuzione “politica”) di tutti quelli come me al secondo mandato e la contestuale preparazione al turnover, al “passaggio di consegne” delle nuove leve di buona volontà;
✅ il potenziamento della decisione collettiva, degli strumenti di controllo sui territori e della democrazia diretta a tutti i livelli.
Siamo già in estremo ritardo. Se queste circostanze non si realizzeranno in questi stati generali presumo che dal mese prossimo si parlerà del m5s al passato e della affermazione di un qualcosa di molto simile a quel tipo di partiti che sono sempre esistiti nel panorama politico italiano”.

Sta dicendo a tutti quelli che anno due mandati che si debbono preparare per andare a casa. Pensate un attimo alla faccia di Luigi Di Maio…

Che dire, alla fine? Che qualcosa di grosso, nel Movimento 5 Stelle, è ormai nelle cose. E che tutto è nelle mani di Alessandro Di Battista. In queste ore sono in corso i ‘conteggi’: quanti parlamentari nazionali resteranno fedeli a Conte, al PD e a Grillo e quanti chiederanno una svolta con Di Battista.

Le carte si scopriranno ai cosiddetti Stati generali del Movimento, quando Conte, il suo Governo e il rapporto con il PD verranno messi in discussione. Bisognerà capire se Di Battista uscirà numericamente vincente, imponendo la svolta e prendendosi il Movimento; o se resterà minoranza. In quest’ultimo caso, la scissione sarà nelle cose.

In ogni caso, il futuro del Governo Conte bis, già in grande difficoltà nella gestione della pandemia, si annuncia molto problematico.

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