Le mediazioni per cercare di giustificare l’errore commesso nell’aver riaperto le scuole in coincidenza con la prevedibile seconda ondata di Coronavirus non servono. Il capo del Governo Conte e la Ministra Lucia Azzolina dovrebbero ammettere di avere sbagliato. E, a nostro modesto avviso, continuano a sbagliare
Mai ammettere di avere sbagliato. E’ questo il filo conduttore del Governo nazionale di Giuseppe Conte che, sulla scuola, non ne ha fatta una giusta!
Fino a qualche giorno fa lo ‘statista’ Conte e l’altra ‘statista’, Lucia Azzolina, Ministra della Pubblica Istruzione, ripetevano che le scuole sarebbero rimaste aperte. Ora ci hanno ripensato, almeno per i licei e per le scuole superiori, che potranno ricorrere alla Didattica a distanza “per almeno il 75%”.
Insomma, fino all’ultimo, anche davanti all’evidenza dell’errore che hanno commesso riaprendo le scuole in coincidenza della prevedibile seconda ondata di Coronaviru – peraltro in un’atmosfera di caos, tra aule carenti, assenza di docenti, assenza di banchi – gli attuali governanti tergiversano e cercano di giustificare il proprio operato.
Le scuole non andavano riaperte, perché è noto che una delle prime causa di ripresa dei contagi è proprio la riapertura delle scuole. E non debbono chiudere al 75%: debbono chiudere e basta. E debbono chiudere tutte. Non è una questione di principio: è una misura per ridurre drasticamente la diffusione del virus.
A nostro modesto avviso, sulle scuole, il Governo Conte continua a sbagliare: se c’è una pandemia – e pare che ci sia – le scuole vanno chiuse tutte, a tutela degli studenti, de docenti e di tutti i cittadini. La scuola, per definizione, coinvolge i due terzi della popolazione di un Paese tra studenti, genitori, nonni, zii, docenti e via continuando.
Dire che tra gli studenti il contagio è basso non significa niente: perché il mondo della scuola – lo ribadiamo – interagisce più di ogni altro settore con la vita di un intero Paese!