Famiglie e imprese aspettano provvedimenti concreti: fondi congrui e in tempi certi. E il blocco non solo della seconda rata IMU (già annunciata dal Governo), ma di tutte le tasse e di tutte le imposte 2020. Davanti a una chiusura così pesante, dopo un’apertura a singhiozzo che non ha certo risolto i problemi delle imprese e delle famiglie, l’anno fiscale bianco è il minimo che ci si possa aspettare. I dubbi dei presidenti delle Regioni
Tutto bloccato come a Marzo scorso. Chiusura per palestre, teatri, piscine, cinema, sale giochi e via continuando. Le proteste di piazza a Napoli, a Roma e a Palermo? Il Governo di Giuseppe Conte tira dritto. Dopo aver aperto tutto tra Maggio e Giugno adesso richiude tutto fino al 24 Novembre, a parte una mezza sceneggiata sulle scuole per giustificare l’errore commesso nell’aver riaperto le stesse scuole in coincidenza con la prevedibile seconda ondata di pandemia. Così licei e scuole superiori chiuse per non meno del 75%, scuole medie ed elementari ancora aperte. Un altro errore?
Il Governo nazionale insegue il virus che rimane sempre un passo avanti. Prevista la chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle ore 18,00 nei giorni feriali mentre rimarranno aperti, sempre fino alle 18,00 le Domeniche. Togliere la sera ai ristoranti significa penalizzarli in modo pesante: la speranza è che il Governo Conte trovi subito i soldi per ristorare imprese e famiglie penalizzate. In ogni caso, dopo le proteste di piazza questo provvedimento non ci sembra politicamente azzeccato: anzi!
L’ennesimo DPCM del signor Conte – che ormai governa così, nonostante i dubbi costituzionali – è un concentrato di restrizioni. Chiusura per palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, stabilimenti termali. Si salvano le prestazioni che rientrano nei cosiddetti Livelli essenziali di assistenza. Chiusura anche per cinema e teatri. E chiuse anche le sale giochi, le sale scommesse, le sale bingo e i casinò. Stop anche per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche.
Nello sport non sono state bloccate le competizioni nei settori professionistici e dilettantistici riconosciuti dal Coni, Cip e dalle rispettive federazioni nazionali. Tali manifestazioni potranno svolgersi all’aperto e senza pubblico.
Aperti musei e centri culturali, a con le restrizioni.
Dopo avere combinato di tutto e di più con i trasporti, il Governo cerca adesso di tirare un po’ il freno. Consiglia ai cittadini di non spostarsi. Può un Governo dare consigli? Insomma, ci si deve muovere solo per esigenze di lavoro, di studio, per motivi di salute: ma le persone, tranne rari motivi, non si spostano proprio per questi motivi?
Sono vietate le feste dopo le cerimonie religiose (battesimi, comunioni e matrimoni), mentre le Sante Messe non sono state toccate (non è un po’ strano?).
E i soldi per il ristoro? Su vari giornali si legge che il Governo sarebbe pronto a mettere nel piatto 1,5-2 miliardi di euro. Ovviamente, l’entità della cifra dipende dal periodo di chiusura e dal numero dei soggetti coinvolti. A lume di naso a noi sembra una cifra ridicola, a meno che Conte e i suoi Ministri pensino di rispolverare i 600 euro senza specificare i tempi di erogazione.
A nostro avviso, il Governo dovrebbe fare subito chiarezza sulle erogazioni (che non dovranno essere micragnose e dai tempi incerti). Il capo del Governo Conte ci sta provando, se è vero che ha fatto sapere che i soldi arriveranno direttamente sui conti correnti. Vedremo.
Un fatto a noi sembra certo: non crediamo che al Governo Conte, questa volta, verranno concesse divagazioni. E lo si intuisce dalle prime reazioni. Dopo la manifestazione di ieri sera a Palermo – che potrebbe non essere l’unica – il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, mette i puntini sulle “i”:
“Il governo nazionale – dice Musumeci – si è assunto la responsabilità di fare pesare le chiusure sul settore della ristorazione, della cultura e dello sport. Le Regioni italiane, con un documento unanime, avevano chiesto di fare altro e di muoversi in direzione di scelte ragionate e sostenibili sotto il profilo dell’equilibrio tra diritto alla salute e diritto ad una vita quanto più ordinaria possibile, in un periodo del tutto straordinario”.
“L’ordinanza da me adottata, che permane nella sua efficacia per tutte le misure più restrittive – prosegue Musumeci – ha scelto come linea di intervento la riduzione della mobilità, tenuto conto della circostanza che il contagio viene anzitutto arginato con la riduzione degli spostamenti e della circolazione dei cittadini. Per questo appare difficile da sostenere la decisione di gravare su comparti nei quali il controllo delle misure è sempre stato più efficace, rispetto ad altri che, per loro natura, sono destinati ad ampie frequentazioni. Tuttavia, poiché solo il governo centrale può assicurare il concreto ristoro per le attività destinate alla chiusura, senza alcuna polemica e con spirito costruttivo chiedo al presidente Conte di varare con la necessaria celerità le misure per la liquidità immediata e per garantire aiuti. Va neutralizzata la tensione sociale. Ancora una volta faccio appello al buonsenso di tutti e alla necessità di stare uniti. Altrimenti sarà tutto più difficile”.
E’ chiaro che Musumeci teme la “tensione sociale”. E fa sapere i cordoni della borsa li tiene il Governo nazionale. Non è così, perché anche la Regione ha la possibilità di utilizzare, insieme con lo Stato, i fondi dei grandi appalti (europei e nazionali) che possono essere riprogrammati e utilizzati a sostegno di famiglie e imprese siciliane.
Il Governo nazionale, da parte sua, ha capito di non potere più scherzare. E infatti annuncia che verrà cancellata la seconda rata IMU. Rispetto alle chiusure che ha disposto è nulla: davanti a una stratte del genere l’anno fiscale bianco – cioè il blocco di tutte le tasse e di tutte le imposte è il minimo!
Chi si augurava che Conte non varasse il nuovo DPCM è il sindaco di Messina, Cateno De Luca. Il quale, adesso, si augura che “quantomeno siano stanziati i tanti celebrati aiuti ai Comuni di cui Stato e Regione si sono riempiti la bocca in questi mesi, con slogan trionfalistici. Solo per Messina ci spettano 60 milioni di liquidità che Conte e Musumeci non hanno ancora versato. Infieriscono con colpi di sciabola senza però concedere neanche una speranza su cui agganciarci. Così ho difficoltà a pianificare l’emergenza, anche rispetto agli aiuti da stanziare. Per tale motivo ho già pianificato una riunione di giunta per oggi alle 18,00 per mettere in campo delle misure straordinarie e urgenti come Comune di Messina. Non possiamo continuare a essere i soggetti che sul territorio rappresentato lo Stato, se il medesimo ci pugnala alle spalle”.
“In favore del proprio tessuto imprenditoriale – continua il sindaco di Messina – il Comune di Messina si vuole dichiarare parte civile. Ecco quanto riferito ieri al Prefetto. L’omissione di Stato in una situazione del genere non è consentita. Alziamo le mani dinanzi al virus che ritorna prepotentemente, ma ognuno deve svolgere il suo ruolo. Tutto quello che io posso mettere in campo lo farò. Se però posso fare una manovra anche da 5 milioni euro, ma non ho la liquidità da mettere in circolazione perché chi la doveva trasferire ancora non lo fa, mi annullano ogni tentativo di ristoro per la mia gente”.
“La capacità di ripresa di altre regioni è diversa – conclude De Luca -. Chi fa i DPCM sopra le nostre teste dovrebbe capirlo. Non pretendiamo di essere assistiti ma chiediamo differenti provvedimenti, calibrati in funzione di quello che è la realtà socio economica di ogni territorio. Pertanto, abbiamo messo in moto la nostra macchina amministrativa per dare un minimo di ristoro a tutti, ma non perché voglio essere ringraziato. Se scompare il tessuto della piccola imprenditoria, il prossimo a saltare sarà il Palazzo Municipale, con il partito del 27 del mese, che pensa che lo stipendio sia sempre dovuto. Ecco perché invito anche a una vicendevole solidarietà, senza la quale il sistema è destinato all’implosione. Da parte mia e della mia squadra, sarà fatto tutto il possibile affinché ciò non accada”.
Foto tratta da OPEN
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