Palermo, altro disservizio: chiusa per cinque giorni la piscina comunale

22 ottobre 2020

Disservizi su disservizi su disservizi. Questa è l’immagine che oggi Palermo dà di sé. Ora è stata chiusa per cinque giorni la piscina comunale. Il Comune dà una versione dei fatti, ma la consigliere comunale Giulia Argiroffi manifesta qualche dubbio…   

Palermo, ovvero la città della confusione, dell’approssimazione e dei disservizi. Ora anche la piscina comunale bloccate per cinque giorni! Non per essere ripetitivi, ma qualcuno si dovrà pure porre il problema di una città disastrata!

Ieri una ditta privata ha rotto una conduttura idrica e ha lasciato mezza città senz’acqua. Tutto quello che si vuole, vanno bene tutte le giustificazioni del caso: ma com’è possibile che una ditta privata lavori a ridosso di un’infrastruttura importante e provochi un danno del genere?

Ora abbiamo notizia che la Guardia di finanza ha chiuso la piscina comunale della città. Motivo: non sono state rispettate le norme anti-Covid.

“E’ scattata anche la segnalazione per la sanzione prevista – leggiamo sul Giornale di Sicilia non line -. Da quanto si apprende sembra che sia stata accertato il mancato controllo dell’acqua. E’ stata disposta la chiusura dell’impianto per cinque giorni”.

E il comune di Palermo come spiega l’ennesimo disservizio?

“È stata chiusa… per 5 giorni la piscina comunale di viale del Fante a seguito di un controllo effettuato dalle forze dell’ordine che hanno riscontrato l’assenza di una certificazione mensile relativa alla qualità dell’acqua. Il capo impianto ha fatto presente che la procedura di rinnovo del certificato è stata avviata già la settimana scorsa ma che a seguito delle diverse chiusura dell’impianto per Covid non si è potuto terminare la procedura in tempo”.

Sulla propria pagina Facebook la consigliere comunale Giulia Argiroffi la illustra così:

“Ieri la Guardia di finanza ha chiuso la struttura perché mancava la certificazione dell’ASP sulla conformità delle acque. Il Comune in un nota precisa che: ‘il capo impianto aveva avviato la procedura di rinnovo del certificato già la settimana scorsa ma che, a seguito delle diverse chiusure dell’impianto per Covid, non si è potuto terminare la procedura in tempo’. Il capo impianto Sparacio invece dichiara che
‘non è stato possibile fare la certificazione delle acque da parte di un laboratorio specializzato per la mancanza di fondi nel capitolo bilancio’. E aggiunge poi una cosa strana (!!!): ‘Ci siamo già attivati, in sinergia con le società natatorie, per reperire le somme necessarie per effettuare la gara relativa all’effettuazione delle procedure necessarie per ottenere le certificazioni necessarie’. Allora – prosegue la consigliera comunale – nascono alcune DOMANDE:
* Le procedure per la certificazione dell’acqua sono state iniziate o no?
* I soldi sul bilancio ci sono o no?
* Chi mente e perché?”.

Quindi la conclusione:

“Qual è il ruolo delle società private dentro la struttura pubblica?”.

L’Opinione della Sicilia

 

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