La tesi esposta in questo articolo – frutto di una chiacchierata con il presidente di Confimprese Sicilia – ci ha un po’ spiazzati. Ma dobbiamo ammettere che il suo ragionamento segue una logica economica interessante sulla quale, in ogni caso, vale la pena di riflettere
Questo MATTINALE prende spunto da una chiacchierata telefonica con Alessio Lattuca il presidente di Confimprese Sicilia. Con Alessio ci conosciamo da tanti anni. Da qualche tempo collabora con I Nuovi Vespri, occupandosi di economia.
La chiacchierata è nata casualmente. Lui ha scritto un articolo nel quale sottolineava l’importanza del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Pur essendo, noi, da sempre contrari al MES, abbiamo pubblicato lo stesso il suo articolo: noi siamo, infatti, un partito politico, ma un organo di informazione che dà spazio a tutto. Dopo di che è venuta fuori la chiacchierata.
“Lo sai che il MES – abbiamo detto ad Alessio – comporta condizioni negative per l’Italia. Con 2 mila e 600 miliardi di debito pubblico e il rapporto Debito/PIL ben oltre il 135%, l’Italia, appena prenderà in prestito questi 37 miliardi di euro entrerà, matematicamente, sotto osservazione da parte della Ue: che significherebbe, di fatto, il commissariamento dei conti pubblici italiani da parte della stessa Ue”.
E a questo punto che Alessio Lattuca ci ha spiazzati:
“Lo so perfettamente. E fate bene a scrivere che chi dice che non è così non conosce e trattati internazionali che stanno dietro il MES – ci ha risposto -. Ma è proprio il commissariamento della Ue che si potrebbe configurare come la svolta per il Sud Italia e la Sicilia”.
La discussione, a questo punto, è diventata interessante.
“Leggo ormai da tempo I Nuovi Vespri – ci ha detto Alessio Lattuca. Seguo tutte le vostre battaglie. Fate a sottolineare spesso il dato Eurispes, ovvero lo scippo di 840 miliardi di euro alle Regioni del Sud operato, dal 2000 al 2017, dalle Regioni del Nord. Aggiungo, avendo qualche anno in più di voi, che lo scippo di risorse al Sud e alla Sicilia va avanti dagli anni della Prima Repubblica”.
A questo punto, sorridendo, abbiamo osservato che, in realtà, va avanti dal 1860…
Alessio si è detto d’accordo con noi. Ma… E qui è arrivata la considerazione che ci ha fatto riflettere:
“Sul fatto che l’Italia, adottando il MES, verrà commissariata dall’Unione europea non ci sono dubbi. E il punto è proprio questo. A differenza dello Stato italiano, che chiacchiera sul Sul da decenni, continuando a far crescere, soprattutto a partire dalla cosiddetta Seconda Repubblica, il divario economico e infrastrutturale tra Centro Nord e Sud, la Ue non avrebbe alcuna convenienza a mantenere questo divario. Togliendo il controllo della spesa pubblica al Governo italiano, che finirebbe nelle mani della Ue, il Sud e la Sicilia potrebbero cominciare ad usufruire dell’intervento ordinario dello Stato che, fino ad oggi, gli è stato sistematicamente negato”.
“A differenza del Centro Nord Italia, la Ue – ci ha concluso Alessio Lattuca – non ha interesse a mantenere il Sud Italia e la Sicilia. Sotto questo aspetto, prima l’Italia adotterà il MES, prima finirà la condizione di sfruttamento coloniale delle Regioni del Centro Nord Italia ai danni del Sud e della Sicilia. Voi scrivete spesso che, appena terminata l’emergenza Coronavirus, l’attuale Governo nazionale applicherà l’Autonomia differenziata senza aver calcolato i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Per scippare alle Regioni del Sud Italia e alla Sicilia altri 60 e forse più miliardi di euro all’anno. Se i conti pubblici dell’Italia verranno commissariati dall’Unione europea questo non avverrà. E’ per questo che ci dobbiamo augurare che l’Italia sottoscrive subito il MES”.