I pescatori prigionieri in Libia: come mai la marineria di Mazara del Vallo e la città non protestano?/ SERALE

14 ottobre 2020

La situazione dei diciotto pescatori di Mazara del Vallo prigionieri nella parte della Libia controllata dal generale Haftar sembra bloccata. Anche perché l’Italia, per questioni di petrolio, non pare in grado di dialogare con Haftar. Ci si aspetterebbe, dopo 43 giorni di prigionia, una reazione della città di Mazara. Ma questa reazione non c’è. La riflessione di Nicola Cristaldi sugli Emirati Arabi (e sull’Italia di oggi…)   

Quarantatrè giorni. Tanti ne sono passati da quando il Generale Haftar ha bloccato i pescherecci della Marineria di Mazara del Vallo, ‘Antartide’ e ‘Medinea’, con diciotto uomini a bordo. Da allora i pescatori sono prigionieri. E tra qualche settimana subiranno un processo, non soltanto perché hanno sconfinato nelle acque libiche (questione in realtà piuttosto controversa), ma anche perché di mezzo ci sarebbe la droga: accusa inverosimile, ma da quelle parti, purtroppo, è ritenuta plausibile.

Noi, nelle ore successive al sequestro – era il 2 Settembre – abbiamo scritto un articolo dal seguente titolo:

I due pescherecci di Mazara sequestrati: che ha combinato il Ministro Luigi Di Maio in Libia?“.

Da allora ad oggi sono passati tanti giorni, forse troppi giorni. Ci sono state manifestazioni da parte dei familiari dei pescatori mazaresi bloccati in Libia. Ancora oggi i familiari dei pescatori sono a Roma e non intendono muoversi dalla Capitale fino a quando il Governo italiano non farà liberare i pescatori.

E il punto è proprio questo: il Governo italiano. Che, fino ad oggi, non ha prodotto nulla di concreto. Noi oggi proveremo a scrivere quello che pensiamo di questa brutta storia.

Cominciamo col dire che l’attuale Governo italiano, quando si muove in un Paese dove è in corso una guerra civile schierandosi con una delle fazioni in lotta, farebbe bene ad avvertire – per esempio i pescatori italiani – a non avventurarsi nel mare libico.

Nelle ore in cui è avvenuto il sequestro dei due pescherecci ad opera dei militari del Generale Haftar sono stati in tanti a collegare questo eventi con la visita del Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, in Libia.

E’ evidente che i due fatti -la visita di Di Maio in Libia e il sequestro dei due pescherecci con i diciotto pescatori di Mazara del vallo a bordo – sono collegati.

Ora è noto che Haftar ha vissuto per anni negli Stati Uniti d’America. Sembra che sia andato via per dissidi con l’allora leader della Libia, Gheddafi. Haftar è tornato in Libia nel 2011, l’anno in cui i francesi, per ‘soffiare’ l’affare petrolio all’ENI, hanno deciso di attaccare la Libia e di uccidere Gheddafi, che – anche se tra alti e bassi – è sempre stato un alleato dell’Italia.

Oggi, come già ricordato, in Libia è in corso una guerra civile. E non è da escludere che Haftar sia vicino agli Stati Uniti. Così come non è da escludere che l’Italia, per questioni petrolifere, si sia schierato con i nemici di Haftar.

Quando il 2 Settembre abbiamo scritto il nostro articolo chiedendoci cosa avesse combinato il Ministro Di Maio, ipotizzavamo una cosa del genere.

Se è così – e purtroppo tanti elementi lo lasciano supporre – la vicenda è messa veramente male. Haftar, in cambio della liberazione dei diciotto pescatori mazaresi, ha chiesto la liberazione di quattro giovani libici  condannati in Italia come assassini e trafficanti di migranti.

Il dubbio è che Haftar sia convinto che l’Italia non potrà mai accettare di liberare i giovani libici condannati dalla Giustizia italiana. E proprio il no dell’Italia a questo scambio gli dà l’opportunità di tenere tutto bloccato.

Come finirà? Difficile a dirsi. Anche perché l’attuale Governo italiano, che ha commesso un sacco di errori e che va avanti tra tante contraddizioni, fino ad oggi sembra ‘blindato’.

Insomma le eventuali proteste dei familiari dei diciotto pescatori non dovrebbero scalfire il cinismo degli attuali governanti italiani. Anche perché, a Mazara del Vallo – almeno fino ad oggi – non c’è stata una protesta corale in favore dei pescatori prigionieri della politica cittadina, dei pescatori e, in generale, della città.

Sulla propria pagina Facebook l’ex sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, già presidente del Parlamento siciliano, già parlamentare nazionale di centrodestra, scrive:

“Ebbene, sì,. tifo per gli Emirati Arabi che stanno lavorando per ottenere la liberazione dei nostri marittimi prigionieri in Libia. Tifo per gli Emirati Arabi che hanno un buon rapporto con Haftar mentre il governo italiano sta con il suo avversario che non ha alcun potere, anzi è controproducente… Povera Italia…come si è ridotta. Eravamo il punto di riferimento della Libia ed ora siamo al carro degli Emirati Arabi che del Mediterraneo ne sanno quanto noi di storia del Perù…”.

 

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