Nel vedere quasi sempre migranti tunisini arrivare a Lampedusa questo dubbio ci assale. Sarebbe interessante capire se, insieme con l’invasione di olio d’oliva tunisino in Europa (e soprattutto in Italia) che va in scena dal 2016 – invasione voluta dalla Ue a ‘trazione’ tedesca – la Germania ha interesse ad esportare i propri prodotti in Tunisia e in Paesi del Nord Africa. Questo potrebbe anche spiegare i migranti tunisini che nel frattempo sono tornati a invadere Lampedusa
Da quando sono ricominciati gli sbarchi di migranti in Sicilia, poco meno di cinque mesi fa, abbiamo sempre scritto che in questa storia non c’è niente di spontaneo e, soprattutto, che i migranti provenienti dalla Tunisia sarebbero sbarcati ininterrottamente fino a Novembre inoltrato. Per qualche giorno pensavamo di esserci sbagliati, perché per alcuni giorni gli sbarchi a Lampedusa si erano interrotti. Tra ieri e oggi gli sbarchi di migranti a Lampedusa sono ripresi, se è vero che, tra ieri e oggi, nell’isola sono arrivati 650 migranti, quasi tutti tunisini.
Stando alle previsioni, nei giro di poche ore i migranti potrebbero arrivare a sfiorare le mille unità. Impossibile non pensare che dietro questi sbarchi ci sia un’organizzazione.
Le nostre previsioni di Maggio si stanno avverando: siamo ad Ottobre e gli sbarchi continuano: e – sempre a nostro avviso – continueranno fino a Novembre.
Noi continuano a sostenere che gli sbarchi di migranti, in tempo di pandenia, sono un orrore gravissimo: che diventa un doppio errore se tali migranti non provengono da Paesi dove sono in corso guerre e carestie: e la Tunisia è uno di questi Paesi.
I tunisini sono migranti economici e, in quanto tali, andrebbero rispediti subito in Tunisia. Perché invece rimangono in Italia? Noi un’idea ce la siamo fatta. Proviamo a illustrarla.
Lo scorso 26 Settembre abbiamo scritto un articolo nel quale raccontiamo il perché i migranti economici non vanno accolti, ma rispediti subito nei Paesi d’origine.
Oggi abbiamo un elemento in più. Approfondendo il grande inghippo dell’olio d’oliva tunisino che viene importato in Italia abbiamo appurato quanto segue:
“Quasi il 90% di queste importazioni dovrebbe provenire dalla Tunisia, che prevede di raggiungere un record di esportazioni nel 2019/20. Questi flussi crescenti sono guidati sia dalle esigenze di trasformazione che di riesportazione dell’Unione Europea, il che aiuta a sostenere le relazioni commerciali in alcune destinazioni di esportazione dove alcune esportazioni dell’Unione Europea sono limitate a causa delle tariffe di ritorsione”.
Detto in parole semplici, ci sono Paesi europei che, oggi, dopo che gli Stati Uniti hanno appioppato ai prodotti dei Paesi della Ue i dazi doganali, hanno grandi difficoltà ad esportare negli USA. Così hanno trovato altri Paesi dove esportare i propri prodotti: per esempio, il Nord Africa.
Ovviamente, questi Paesi chiedono in cambio qualcosa. La Tunisia chiede che l’Unione europea si prenda la grande produzione di olio d’oliva della Tunisia.
La produzione di olio d’oliva della Tunisia che, dal 2016, invade l’Europa e, soprattutto l’Italia, sta ‘uccidendo’ le produzioni delle tre Regioni del Sud Italia che producono il 90% dell’olio d’oliva extra vergine italiano: Puglia, Calabria e Sicilia.
Questo avviene perché il vero olio d’oliva extra vergine italiano non può costare meno di 8-12 euro al litro (quest’anno il prezzo del vero olio extra vergine di oliva italiano si dovrebbe avvicinare di più a 12 euro, perché c’è una riduzione della produzione di olive). Mentre l’olio d’oliva tunisino viene venduto a 1 euro, al massimo 2 euro al litro perché in Tunisia il costo del lavoro in agricoltura è venti volte inferiore al costo del lavoro in agricoltura in Italia. Non solo: c’è anche il dubbio che in Tunisia utilizzino pesticidi molto efficaci che in Italia sono stati banditi dalla farmacopea agricola da decenni perché dannosi per la salute umana.
Chi importa in Italia olio d’oliva dalla Tunisia dice che il prodotto viene esportato in altri Paesi del mondo. C’è da crederci? E allora da dove arriva tutto “l’olio extra vergine di oliva” che viene venduto nei Centri commerciali italiani a prezzi stracciati, in alcuni casi anche a meno di 3 euro al bottiglia?
Da qui un altro dubbio: non è che l’accordo con la Tunisia riguarda anche i migranti da accogliere? Ce lo chiediamo perché gli oliveti della Tunisia, nella stragrande maggioranza dei casi, fanno capo a investitori esteri che non amano lavorare con la povertà che pressa sulle loro aziende.
Ricordiamo che la Tunisia ha sviluppato l’economia in modo particolare. A parte gli investitori esteri – ai quali assicura non soltanto un costo del lavoro bassissimo, ma anche un regime fiscale agevolatissimo per i primi dieci anni – la Tunisia ha puntato molto su turismo. Ma quest’anno, causa emergenza Coronavirus, la stagione turistica della Tunisia è andata a farsi benedire.
Da qui il gran numero di disoccupati economici che, con ‘eleganza’, il Governo tunisino sta ‘sbolognando’ all’Italia: che, a propria volta, in buona parte, li scarica in Sicilia, cioè nell’ultima delle colonie italiane.
Rimangono alcune domande: quali e quante sono le imprese italiane che esportano in Tunisia? E’ un export tale da giustificare l’invasione di olio d’oliva tunisino e, soprattutto, l’invasione di migranti?
A pensar male si fa peccato, ma a noi non sfugge che il Paese europeo più colpito dai dazi doganali americani è la Germania (peraltro colpita anche dalla crisi del Coronavirus come tutti gli altri Paesi europei).
Non è che, per facilitare le esportazioni tedesche, l’Italia, oltre che lo ‘splendido’ olio d’oliva tunisino, si sta caricando anche i migranti tunisini?
Ultima domanda. In una dichiarazione rilasciata a TGCOM 24 la Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, dice:
“Non sono i migranti a portare il Covid, i numeri non sono preoccupanti in relazione ai dati sul territorio italiano. Abbiamo inviato militari in Sicilia non per il Covid, ma perché gli arrivi erano tanti e la Sicilia sopportava un peso notevolissimo. Dai dati provenienti dalle strutture di prima accoglienza sappiamo che delle 56mila persone presenti solo il 2,7% è positivo”.
Sorvoliamo sulle considerazioni sanitarie della Ministra. ma un dato ci ha colpito: fino a qualche settimana fa il Governo nazionale diceva che il numero dei migranti arrivati in Italia da Maggio ad oggi arrivava a poco più di 20 mila unità. Ora la Ministra dice che nelle strutture di prima accoglienza ci sono “56 mila persone presenti”.
Quindi sono spuntati 36 mila nuovi migranti?
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