Agrigento: rivolta e fuga di migranti in quarantena. E noi tutti con le mascherine…

7 ottobre 2020

Dai migranti ospiti ad Agrigento arriva un colpo gobbo al Governo nazionale e al Governo regionale: mentre i due Governi appioppano restrizioni ai cittadini siciliani – con tanto di mascherine, anche all’aperto – nella città di Pirandello, dopo una rivolta con lanci di oggetti, incendi e agenti di Polizia feriti, alcuni migranti in quarantena se la sono dati a gambe! La denuncia della Federazione sindacale della Polizia di Stato

Mentre Governo nazionale e Regioni varano provvedimenti restrittivi, con multe ‘salate’ per chi non indosserà le mascherine anche all’aperto, si registra l’ennesima fuga di migranti in quarantena. E’ accaduto ad Agrigento, nel quartiere di Villaggio Mosè, dove forse con un’eccessiva dose di ottimismo, è stato ‘addobbato’ il solito Centro di accoglienza nel quale, nella notte scorsa, è esplosa una rivolta.

Noi parliamo di rivolta, in realtà si è trattato di una mezza guerriglia, se è vero che i migranti hanno lanciato contro i militari delle forze dell’ordine contro le forze dell’ordine tutto quello che gli capitava tra le mani: estintori, reti dei letti, letti, pezzi di finestre mandate in frantumi per l’occasione, pietre e altri oggetti di ogni genere.

Non solo. I migranti hanno dato alle fiamme i materassi provando a lanciarli addosso agli agenti che, a quello che si capisce leggendo qua e là le cronache, non dovevano essere tanti. Per la cronaca, tre poliziotti del reparto mobile di Palermo sono rimasti feriti.

Da quello che abbiamo capito, sembra che alcuni migranti avessero completato il periodo di quarantena e chiedevano il trasferimento in altre strutture. Dalle parole, poi, sono passati ai fatti ed è scoppiato il caos generale.

Tra urla, fuoco, lanci di oggetti, insomma nel caos generale alcuni migranti se la sonio dati a gambe, alla faccia della quarantena. sono riusciti ad allontanarsi dal centro dove erano sottoposti alla quarantena. E questo la dice lunga sulle restrizioni – peraltro in alcuni casi discutibili – che il Governo nazionale e il Governo siciliano stanno adottando a carico dei cittadini.

Al signor presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, chiediamo: ai cittadini siciliani viene chiesto di indossare le mascherine, anche fuori, per ridurre i contagi e poi i migranti continuano a scappare dai Centri di accoglienza mentre sono in quarantena?

Come funziona quest’emergenza a convenienza? I siciliani debbono rispettare le restrizioni mentre i migranti scappano dai Centri di accoglienza mentre sono in quarantena (supponiamo senza mascherina…).

Duro il commento di Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale della Polizia di Stato:

“Questa notte si è verificata l’ennesima rivolta di migranti, hanno appiccato un incendio, aggredito i poliziotti con un lancio di oggetti di ogni genere ferendone tre, prima di allontanarsi nonostante fossero in quarantena. Queste vicende si verificano con una frequenza allarmante, ma invece sono ormai vissute come fossero normali, e questo è inaccettabile. La situazione attuale dovrebbe costringere a rivedere completamente i sistemi di sorveglianza in queste strutture che sono bombe ad orologeria sul piano anzitutto sanitario considerata l’emergenza Coronavirus, ma anche sociale e dell’ordine e sicurezza pubblica”.

“Quel che più ci indigna – aggiunge Mazzetti – è l’apparente assoluta indifferenza per le condizioni di lavoro in cui operano le forze dell’ordine in questo settore, abbandonate completamente a rischi elevatissimi senza che si riesca a nascondere che la problematica della gestione dei migranti, aggravata enormemente dall’emergenza Covid 19, viene scaricata totalmente sulle loro spalle. La politica dell’immigrazione compete a chi ci governa, ma non è ammissibile fingere di poterla sostenere a prezzo della salute degli operatori in divisa”.

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