In Italia, da oltre 150 anni, ci descrivono Garibaldi come un eroe senza macchia e senza paura. In realtà, a cominciare dalla scuola, c’è stata tanta, troppa disinformazione. Lo stesso nizzardo, infatti, quando ormai era su con gli anni, ammetteva che, senza gli inglesi, non sarebbe mai arrivato in Sicilia e a Napoli
“…la sua spedizione fu assai gradita e costantemente protetta dall’Inghilterra. Paese che in generale (Garibaldi) non avrebbe mai dimenticato di ringraziare, qualche tempo dopo, con un viaggio appositamente organizzato nel 1864. Durante la cerimonia di accoglienza, degna di un principe, (…) avrebbe ammesso: ‘Senza l’ajuto di Palmerston, Napoli sarebbe ancora Borbonica, senza l’Ammiraglio Mundy, non avrei potuto giammai passare lo Stretto di Messina”, perché fu l’ammiraglio George Rodney Mundy che protesse lo sbarco a Marsala e il passaggio dello Stretto di Messina’”.
G. Fasanella, A. Grippo; 1861 La Storia sul Risorgimento che non c’è sui libri di storia; Ed. Sperling & Kupfer, pag. 58.
Foto tratta da Liber Liber
P.s.
E’ giusto aggiungere qualche considerazione, considerato che l’ammissione arriva dallo stesso Garibaldi. Forse bisogna cominciare dal viaggio di Garibaldi in Inghilterra, quando venne “accolto come un principe”.
Uno storico di regime – lasciamo perdere il nome – annette tanta importanza a questo viaggio: gli serve per dimostrare che Garibaldi era, agli occhi degli inglesi e del mondo, un “eroe”. E in effetti, per la parte che riguarda l’Inghilterra, Garibaldi era un eroe, perché aveva consentito a questo Paese – che allora considerava il Mediterraneo come “un grande mare inglese” in forza dell’incincibilità della sua flotta navale – di conservare un ruolo centrale in vista dell’apertura del Canale di Suez.
Ma, fuori dai domini inglesi – e soprattutto nell’Italia del Sud – Garibaldi non era affatto un eroe: anzi. Sempre quando era ormai avanti con gli anni – gli uomini con il passar del tempo possono diventare saggi e anche intellettualmente onesti – quello che veniva definito l’Eroe dei due mondi ammetterà che, se fosse passato dalle parti del Sud Italia, la gente di quei luoghi non avrebbe esitato a prenderlo a sassate. E lo scrive in una lettera.
Resta da capire perché, ancora oggi, l’Italia officiale deve a tutti i costi conservare il falso mito di Garibaldi. Forse perché si teme che questo possa minare l’unità nazionale? Ma se con l’Unione europea dell’euro – a parte il regno Unito che si è giustamente chiamato fuori dalla ‘presunta’ Europa unita – esiste solo l’Unione della Germania detta impropriamente Unione europea che problemi ci sono?
Proprio in questi giorni i tedeschi si sono impossessati del porto di Trieste: e sappiamo tutti che cos’è stato per l’Italia – per la storia d’Italia dell’ultimo secolo – la storia di Trieste. Eppure il Governo italiano, oggi, non ha esitato a cedere il porto di Trieste alla Germania, che ‘finalmente’ diventa l’affacciata tedesca nel Mediterraneo…
Insomma, se il porto di Trieste è ormai tedesco non sarebbe il caso di raccontare la verità su Garibaldi, su Cavour e sui Savoia?