Si chiude una scialba campagna elettorale in 61 Comuni della nostra Isola. La vecchia politica – centrodestra e centrosinistra – ha mostrato il solito volto clientelare. I grillini dovrebbero scomparire. L’unica novità sono i candidati di Siciliani Liberi sparsi qua e là. Ma la vera variabile politica, oggi, è rappresentata da Alessandro Di Battista, che potrebbe fare saltare gli equilibri a Roma e, a catena, in tutta la politica italiana
Oggi nei 61 Comuni della Sicilia dove si voterà è l’ultimo giorno di campagna elettorale. Si voterà Domenica 4 Ottobre e Lunedì 5 Ottobre.
I Comuni della nostra Isola chiamati al voto li trovate qui.
Che dire? In primo luogo, che è stata una brutta campagna elettorale, contrassegnata, negli ultimi giorni, dall’aumento dei contagi da Coronavirus. L’auspicio è che i temi civici prevalgano sugli inganni della politica nazionale e regionale.
SICILIANI LIBERI – Novità? Una soltanto: la presenza di candidati sicilianisti, sparsi qua e là in varie liste. Idea di Siciliani Liberi, il Movimento che cresce piano piano, ma cresce, grazie al paziente e certosino lavoro del segretario politico, Ciro Lomonte.
In questi ultimi anni Ciro Lomonte ha puntato sui giovani. Ha seminato l’idea di una Sicilia diversa tra le nuove generazioni. Un lavoro importantissimo e certosino che darà i suoi frutti tra qualche anno. Un lavoro importante, lontano dalle spacconate della Lega, o dallo sbandieramento continuo dei fondi europei da parte dei partiti politici nazionali che, di fatto, continuano a trattare i siciliani come coloni antopologicamente inferiori.
Il Movimento Siciliani Liberi, come già accennato, si presenta con candidati sparsi qua e là: anche l’elezione di un solo candidato costituirà il punto di partenza per dare alla Sicilia, nei prossimi anni, una forza politica autonomista e indipendentista, sul modello della Catalogna.
IL SOLITO CENTRODESTRA SICILIANO – E gli altri partiti? Zero totale. Il centrodestra si presenta con la forza del Governo regionale di Nello Musumeci. Per carità: un po’ di spirito civico c’è: per la prima volta da quando esistono i fondi strutturali europei, tutte le riserve previste per frenare il dissesto idrogeologico di tante aree della Sicilia si stanno spendendo correttamente. E’ un obiettivo importante, dal quale trarranno giovamento i Comuni interessati.
Basterà questo per cambiare, eventualmente, il voto dei Comuni siciliani? No. Perché con Musumeci, vuoi o non vuoi, c’è tutta la vecchia politica politicante del centrodestra, clientelare e accattona.
Due parole sulla Lega in Sicilia. Il segretario di questo partito, Matteo Salvini, sta provando a entrare al Sud, finora con scarso successo. In Sicilia potrebbe avere qualche possibilità in più? Difficile dirlo. Però ci sta provando.
IL SOLITO CENTROSINISTRA SICILIANO – E il centrosinistra siciliano? Spera soprattutto nella disinformazione. Perché se gli elettori siciliani venissero a sapere che, in nove anni di Governo della Regione, il PD ha praticamente massacrato le finanze pubbliche della Sicilia – le finanze dei Comuni, le finanze delle Province e le finanze della Regione – non prenderebbe più un voto.
Il PD, oggi, è, in assoluto, il partito più antimeridionale e antisiciliano presente nel contesto politico. Ma questo, per loro fortuna, non è un patrimonio di conoscenza di tutti gli abitanti del Sud. Che, infatti, sono andati a sbattere in Campania e in Puglia, rieleggendo, al vertice di queste due Regioni, due esponenti del PD, rispettivamente, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano (mentre in Calabria i calabresi sono andati a sbattere con il centrodestra di Jole Santelli).
IL SUD PAGHERA’ IL CONTO – Chi ha eletto questi personaggi pagherà il conto. Appena possibile, infatti, il Governo nazionale del PD applicherà l’Autonomia differenziata: applicazione fino ad oggi sospesa a causa del Coronavirus. Con l’Autonomia differenziata le Regioni del Sud – comprese Campania e Puglia a guida PD – regaleranno al Centro Nord altri 62 miliardi di euro all’anno.
E’ in questo scenario che, in Sicilia, opera il PD siciliano. Cheormai va in coppia con i grillini, se è vero che a Termini Imerese il sottosegretario Giancarlo Cancelleri, fedelissimo di Beppe Grillo, ha stretto un patto d’azione con il segretario del PD siciliano, Anthony Barbagallo.
In pratica, chi oggi in Sicilia voterà Movimento 5 Stelle voterà, di fatto, il PD!
Non solo. Al netto di tutte le fesserie che hanno raccontato e che continuano a raccontare sul Recovery Fund, questi soldi – poco più di 200 miliardi di euro – che in Italia arriveranno a cavallo tra la fine del 2021 e il 2022, verranno utilizzati non per rilanciare l’economia italiana, con con l’euro è destinata a una lenta agonia, ma per aiutare il Governo italiano di centrosinistra-europeista a vincere le elezioni politiche.
ALESSANDRO DI BATTISTA AGO DELLA BILANCIA – Questo, ovviamente, se il Governo Conte bis ci sarà ancora. Perché diciamo questo? Perché oggi il vero ago della bilancia della politica italiana non è Matteo Renzi – che già ha capito di essere finito come politico italiano e si sta cercando un posto all’estero, magari all’ONU – ma Alessandro Di Battista.
In questo momento, dopo l’alleanza con il PD, i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle – che sono tanti – sono destinati a scomparire, perché nel cuore della stragrande maggioranza degli italiani il Movimento 5 Stelle è già morto e sepolto. Se Di Battista si deciderà – e secondo noi non ha molte alternative – dovrebbe dare vita a una scissione del Movimento 5 Stelle, portandosi dietro un bel po’ di parlamentari per dare vita a un nuovo soggetto politico.
Il Governo Conte bis entrerà in crisi? E perché? Almeno in un primo momento la nuova formazione potrebbe appoggiare il Governo. Cominciando a dettare la linea politica in alternativa al PD, che oggi nel Governo italiano fa il bello e il cattivo tempo.
Sarà così? In queste ore le cronache riportano una frase di Di Battista:
“Il M5S diventerà un partito come l’UDEUR, buono solo per la gestione di poltrone e di carriere”.
C’è chi, in queste parole, ha ‘letto’ il primo passo di Di Battista verso l’addio al Movimento.