Lo stop dovrebbe durare un mese per effettuare verifiche. Ma si temono lungaggini burocratiche. Così l’assessore regionale alla Famiglia Antonio Scavone chiede di evitare il blocco dei pagamenti. Sabrina Figuccia chiama in causa il Comune di Palermo. I nostri dubbi sulla gestione di questo strumento in Sicilia e in buona parte del Sud
Era proprio il caso di bloccare il Reddito di cittadinanza ad Ottobre? Lo stop di un mese, a quanto si capisce, serve per fare il punto della situazione. Ovvero verifiche e presentazione delle domande nei Centri per l’impiego e nei Caf.
Quanti sono nella nostra Isola i percettori del Reddito di cittadinanza? In Sicilia dovrebbero essere circa 560 mila, a Palermo, secondo quando leggiamo in un comunicato della consigliere comunale Sabrina Figuccia, sono 12 mila e 500 famiglie.
L’assessore regionale alla Famiglia, Antonio Scavone, chiede che si eviti lo stop per evitare problemi.
Problematico il commento della citata Sabrina Figuccia, che chiama in causa il Comune di Palermo:
“L’amministrazione comunale – dice la consigliera comunale – ha già parlato di provvedimenti-ponte che daranno diritto al Reddito di emergenza già sperimentato in passato. Speriamo che la macchina organizzativa del Comune non dimostri nuovamente la propria incapacità organizzativa. A cominciare dal fatto che finora non c’è traccia delle attività di supporto e di utilità alla collettività che i percettori del Reddito avrebbero dovuto svolgere, come ad esempio la pulizia di strade, spazi verdi, oppure di assistenza stradale agli alunni davanti le scuole, ecc. Insomma, come spesso accade, la programmazione resta soltanto una parola e i vertici di Palazzo delle Aquile (la sede del Comune di Palermo ndr) non arrivano certo pronti ad affrontare una situazione d’emergenza ampiamente prevista e preventivata, addirittura un anno e mezzo fa”.
“Cosa succederà adesso? – si chiede e chiede Sabrina Figuccia -. Come affronteranno questo mese di ottobre chi letteralmente tira a campare con il sussidio statale?”.
Servono soluzioni giuste, conclude la consigliera comunale, per evitare “momenti di tensione e di protesta”.
Solo una domanda: se l’interruzione di un mese – e forse magari due mesi per problemi burocratici – crea questa ansia, che succederà quando il Governo nazionale, come già annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte deciderà di rivedere il Reddito di cittadinanza?
Noi non siamo contrari al Reddito di cittadinanza. Non ci convince il modo con il quale è stato gestito in Sicilia e in molte aree del Sud Italia. Il Reddito di cittadinanza non deve essere statico, ma dinamico. Ma se per 18 mesi – tanto è durato fino ad ora il Reddito di cittadinanza – in pochi sono stati chiamati per lavorare in questa o quell’azienda pena la perdita di questo beneficio, ebbene, il Reddito di cittadinanza, in Sicilia e buona parte del Sud, comincia a configurarsi come un diritto acquisito.
E non è facile, a questo punto, ‘riformarlo’, come pensa il fare il Governo nazionale.
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