Noi siamo certi che nelle strutture sanitarie pubbliche della Sicilia il rispetto delle norme anti-Covid sia rigoroso. Però siccome ci sono arrivate alcune segnalazioni, poniamo qualche domanda
Siamo sicuri che nelle strutture sanitarie pubbliche della Sicilia dove vengono effettuate le analisi nel quadro delle iniziative di contenimento del Covid-19 sia tutto in regola con le stesse norme anti-Covid?
Ce lo chiediamo perché ci sono arrivare un paio di segnalazioni, come dire?, un po’ particolari da alcuni nostri lettori.
Una signora ci ha detto di essere entrata in una stanza dove ha effettuato le analisi e le due persone che erano dentro discutevano con le mascherine abbassate sotto il mento. Quando hanno visto la signora hanno indossato correttamente le mascherine e uno di loro, per giustificarsi, ha affermato:
“Sa, c’è la finestra aperta…”.
Un’altra signora ci ha detto che l’infermiere che le ha prelevato il sangue era senza guanti!
Ovviamente, non possiamo prendere per buone le segnalazioni che ci sono arrivate, perché non eravamo presenti.
Però le due segnalazioni ci consentono di porre alcune domande al Governo regionale e, segnatamente, al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha firmato la nuova ordinanza con nuove restrizioni anti-Covid, e all’assessore Ruggero Razza in quanto responsabile della gestione della sanità nella nostra Isola.
Prima domanda: chi effettua tamponi e analisi del sangue nelle strutture pubbliche opera nel rispetto delle norme anti-Covid, a cominciare dai guanti?
I guanti vengono cambiati dopo l’uso per garantire l’utente successivo o si va allo ‘sparagno’?
L’elastico che viene stretto al braccio di chi deve effettuare un esame del sangue, prima di essere utilizzato per il paziente successivo, viene disinfettato?
Le domande possono apparire superflue. E siamo certi che lo sono (anche se le poniamo lo stesso). Sarebbe singolare, infatti, che iniziative messe in campo per prevenire il diffondersi dell’infezione rischino di ottenere l’effetto contrario…