A denunciarlo è Carmelo Raffa, leader storico della FABI siciliana, il primo sindacato italiano del settore bancario. Lo scorso anno i Comuni dell’Isola rimasti senza banche erano quasi 100. Oggi, complice la pandemia, il numero è cresciuto. E il bello è che il Governo nazionale insiste per eliminare il denaro contante! E chi ha problemi con bancomat e carta di credito in un Comune senza banche che fa?
Il Governo Conte bis sta facendo di tutto per ridurre il denaro contante in circolazione, incentivando i pagamenti elettronici (cosa, questa, che, di fatto, in assenza di un azzeramento delle commissioni, favorisce le banche). Peccato che, contemporaneamente, in Sicilia, in quasi 100 Comuni non ci sono più sportelli bancari! Questo succedeva nella primavera dello scorso anno, quando ancora non c’era la pandemia di Coronavirus. E oggi? Oggi, come sottolinea in un comunicato il leader storico della FABI siciliana, Carmelo Raffa, la situazione è addirittura peggiore rispetto allo scorso anno!
Leggiamo insieme il comunicato della FABI siciliana, il sindacato dei lavoratori bancari che ha il maggior numero di iscritti. A parlare è il citato Carmelo Raffa:
“Altri sportelli bancari potrebbero essere chiusi nei prossimi mesi negli Istituti di Credito nel’Isola. Come sindacato, negli anni scorsi, avevamo già lanciato un invito alle Aziende di Credito di tenere in debito conto la situazione degli abitanti dei piccoli Comuni della Sicilia. Purtroppo Unicredit e le altre banche hanno fatto orecchie da mercante e sono andate avanti come rulli compressori, chiudendo decine e decine di filiali nell’Isola”.
Raffa ricorda la “chiara presa di posizione del Parlamento siciliano”, che con un atto parlamentare ha invitato le banche a non lasciare i Comuni senza sportelli bancari. E anche l’intervento dei rappresentanti dell’Associazionismo.
“Con l’arrivo del Covid-19 – dice sempre Raffa – la situazione è precipitata e tanti altri Comuni, oltre i circa cento già privati da filiali e bancomat, hanno subìto la stessa penalizzazione, anche se in via provvisoria. Ma è vero che le banche rappresentano un servizio pubblico essenziale? Certamente e lo hanno dimostrato e continuano a dimostrarlo i lavoratori che, in piena pandemia, continuano ad operare e a prestare servizio alla clientela”.
E allora? “Chiediamo – conclude il Coordinatore della FABI Sicilia – che si metta fine allo sterminio degli sportelli bancari da parte di Unicredit, che rappresenta l’erede delle Banche siciliane – Sicilcassa, Banco di Sicilia e dagli altri Istituti di credito – auspicando anzi la riapertura di quelli chiusi nei Comuni negli ultimi anni”.
Noi invece poniamo un paio di domande non tanto al capo del Governo Conte – che nessuno ha eletto al quale non siamo interessati – quanto ai parlamentari nazionali di maggioranza eletti in Sicilia: ai parlamentari nazionali del PD, del Movimento 5 Stelle e di Italia Viva:
quindi i cittadini non dovrebbero più utilizzare la moneta contante, ma solo pagamenti elettronici; in compenso il numero di Comuni senza sportelli bancari aumenta. Bene: e se i cittadini dovessero avere problemi cosa dovrebbero fare? recarsi nel Comune più vicino alla ricerca di uno sportello bancario?
Signori del PD, signori del Movimento 5 Stelle, signori di Italia Viva: questo è un modo di governare un Paese?
Il vero problema non siete voi, ma i Siciliani che continuano a votare voi e, in generale, i partiti politici nazionali!
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