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Sicilia, il presidente Musumeci firma l’ordinanza positivo-fobica post arrubbata a Santa Chiara…/ MATTINALE 453

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Emergenza Coronavirus: con le restrizioni imposte dall’alto non si ottengono grandi risultati. Meglio capovolgere la ‘filosofia’ e responsabilizzare i cittadini secondo il buon senso. Una proposta alternativa alle imposizioni

Recita un proverbio napoletano:

“Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro”.

(Alla Basilica di Santa Chiara, dopo che fu saccheggiata, misero i portoni di ferro).

E così a noi sembra l’ordinanza del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, a proposito dell’emergenza Coronavirus nella nostra Isola: dopo che è successo e che continua a succede di tutto – turisti che arrivano e si mescolano con la popolazione, croceristi che arrivano e si mescolano con la popolazione, migranti che arrivano e si mescolano con la popolazione – ecco arrivare le restrizioni a carico dei cittadini siciliani.

Per carità, non mancano le cose giuste: come i controlli su chi arriva da fuori la Sicilia:

“Chiunque entri nel territorio della Regione provenendo da Stati Ue o extra Ue ha l’obbligo di registrarsi sul sito www.siciliacoronavirus.it, ovvero di comunicare la propria presenza al servizio sanitario della Regione. I cittadini residenti in Sicilia adempieranno a tale obbligo sia mediante la registrazione sul sito, sia dandone pronta comunicazione al proprio medico di medicina generale o pediatra. Alle norme dovranno uniformarsi anche coloro che hanno fatto rientro in Sicilia nei sette giorni antecedenti la pubblicazione dell’ordinanza. Le Aziende sanitarie provinciali competenti territorialmente provvedono alla sottoscrizione di un Protocollo con le Società di gestione degli aeroporti, le Autorità portuali, i gestori del trasporto, di concerto con l’assessorato regionale delle Infrastrutture e della mobilità, per sottoporre al cosiddetto tampone rapido ovvero ad altri mezzi di indagine diagnostica, validati dall’Istituto superiore di sanità, i soggetti provenienti dai Paesi esteri”.

Solo una domanda al presidente Musumeci: ma se il Coronavirus è una malattia pericolosa, addirittura mortale, perché tale provvedimento non è stato adottato a Maggio? Perché dovevamo tutelare l’economia? Da quello che capiamo, le imprese commerciali (bar, trattorie, ristoranti) non se la passano bene perché sono state comunque oggetto di restrizioni; e non se la passano bene anche i titolari di Hotel e di strutture turistiche.

Alla fine, se ci ragioniamo, i tentativi di tutelare, contemporaneamente, salute ed economia non hanno protetto la salute (altrimenti non ci sarebbero stati gli aumenti dei casi e non ci sarebbe stata l’ordinanza della quale in queste ore tanto di parla) e non hanno tutelato l’economia. 

E ora che si fa, imponiamo a tutti la mascherina in ogni dove? Controlliamo e ricontrolliamo il personale sanitario? Continuiamo a imporre il divieto di assembramento? Diamo la ‘botta’ finale alle attività economiche?

Quello che stiamo cercando di dire non soltanto al presidente Musumeci, ma anche al Governo nazionale è che, ormai, il danno è stato fatto. Il principio cardine che va assolutamente rispettato in presenza di pandemie – e cioè il blocco della mobilità delle persone – è stato ignorato. Nei quattro mesi estivi, in tutta l’Italia, è andato in scena un grande rimescolamento di virus.

Quando i Governi impongono restrizioni alla popolazione e, contemporaneamente, fanno entrare turisti e croceristi e accolgono migranti che si mescolano alla popolazione è normale che le restrizioni sui cittadini suonino, nella migliore delle ipotesi, come una presa in giro. Mentre, nella peggiore delle ipotesi, c’è chi vede tali restrizioni come una limitazione delle libertà personali.

E’ inutile che ci prendiamo in giro: dopo tutto quello che è stato consentito in Estate, l’aumento del numero dei positivi è quasi automatico. Soprattutto con la riaperture delle scuole, peraltro in un clima di grande confusione, se è vero che, ad oggi, manca il 50% dei docenti (denuncia dei sindacati) e mancano le aule.

In questo scenario andando dietro all’aumento dei positivi – e ai controlli sui positivi – si rischia di creare solo una grande confusione.

Ora, la proposta che stiamo per lanciare sembrerà folle, ma a noi sembra di buon senso. Poiché la stragrande maggioranza dei positivi non sviluppa la malattia, vista la situazione che si è creata, non sarebbe più opportuno dedicarsi solo a chi sviluppa la malattia?

In altre parole: se si impone la mascherina a tutti ci saranno mille lamentele. Ma se le autorità decidessero di capovolgere il ragionamento dicendo:

“Badate che in giro ci sono positivi asintomatici che potrebbero infettarvi, e siccome noi non li possiamo controllare tutti, ogni cittadino, secondo la propria coscienza-intelligenza, si tuteli. Ricordatevi che in una realtà dove è facile incontrare positivi, l’unico modo per proteggersi è quello di indossare la mascherina e magari i guanti. Avendo cura di disinfettare spesso le mani”.

 

A questo punto non ci sarebbe più bisogno di chiudere niente. Le persone sarebbero messe davanti alle proprie responsabilità: sai che in giro ci potrebbero essere tanti positivi, sai che un positivo su dieci potrebbe sviluppare la malattia, ebbene, è tuo interesse muoverti con la mascherina e invitare le altre persone a indossarla.

Si creerebbe una mezza psicosi con tutti che pretenderebbero che gli altri indossino le mascherine? Meglio: in meno di un anno ci liberiamo finalmente da questo virus!

 

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