Oggi dedichiamo la nostra rubrica sulle citazioni a un vecchio adagio molto in voga nella Sciacca del tempo che fu, quando ogni anno, in una delle vie di questa cittadina si celebrava la corsa degli asini (o “Cursa cu ‘i scecchi”)
Oggi regaliamo ai nostri lettori una citazione, come dire? in bilico tra tradizione e famiglia. Chi scrive è originario di Sciacca e questo racconto è un’eredità del nonno paterno che, per l’appunto, ha vissuto a Sciacca.
Ogni anno – non ricordiamo bene in quale periodo, forse a fine Estate – in una via della città si celebrava “A cursa cu ‘i schecchi”, cioè con gli asini.
Era un appuntamento molto atteso. La città andava in fermento e c’era il problema dell’ordine pubblico: bisognava evitare possibili danni alle persone. Poiché il tifo era piuttosto sentito, c’erano anche i matti che entravano nella strada dove si svolgeva la corsa per sospingere i propri beniamini…
Così, a un certo punto, il sindaco decise di emettere una sorta di ordinanza orale. Dieci minuti prima dello svolgimento della corsa un banditore, al ritmo del tamburo, percorreva la via nella quale si sarebbe svolta la corsa al grido delle seguenti parole:
“A cursa è abbanniata, cu mori è a cuntu soi. E ‘u sinnacu si la senti scutulari”.
Traduzione per i non siciliani-sciacchitani: La corsa sta per partire, ognuno è responsabile della propria vita: quindi toglietevi dalla strada. Se qualcuno resterà ferito o, peggio, ci dovesse lasciare le ‘penne’, il sindaco non avrà alcuna responsabilità (è questo il significato profondo del “si la senti scutulari”).
E se questa filosofia venisse applicata alle persone per sensibilizzare sull’emergenza Coronavirus?