Ma guarda un po’ che combinazione: il provvedimento del Governo che raddoppia l’indennità all’attuale presidente dell’INPS Pasquale Tridico, messo lì dal grillino Luigi Di Maio, è stato firmato ad Agosto. Ma la storia viene fuori a sette giorni dal voto per i ballottaggi nei Comuni (e a sette giorni dal voto per le elezioni amministrative in Sicilia). L’inadeguatezza dei grillini e il cinismo del PD
Sta facendo discutere – e non poteva che essere così – il ‘caso’ del presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, messo lì dal grillino Luigi Di Maio – finiti entrambi sulla ‘graticola’ mediatica a una settimana dal voto per i ballottaggi nei Comuni italiani e dal voto per le amministrative in Sicilia. C’è, in questa vicenda del raddoppio dello stipendio del presidente dell’INPS, la solita, immancabile inadeguatezza di fondo degli esponenti del Movimento 5 Stelle (che ancora una volta risalta), ma c’è anche il cinismo dei dirigenti del PD (che invece rimane nell’ombra).
La storia, in sé, vista senza gli “effetti stroboscopici del destino”, per dirla con l’artista Sergio Caputo, non è così terribile: il raddoppio dello stipendio di Tridico porta la somma a circa 160 mila euro all’anno. Se si tratta della somma lorda – e questo però non è stato spiegato dai grandi mass media: eppure è un elemento fondamentale – il presidente dell’INPS verrebbe a percepire un’indennità di carica annua ci circa 80 mila euro all’anno, circa 7 mila euro al mese.
Ora, osservando il fatto senza enfasi, 7 mila euro al mese per il presidente dell’INPS non ci sembra un’indennità da favola! Semmai è molto singolare che il presidente dell’INPS, prima del raddoppio, percepisse un’indennità di 3 mila e 500 euro al mese, pari a circa un terzo dell’indennità dei dirigenti generali dello Stato e delle Regioni!
Questo, ovviamente, se i 160 mila euro riconosciuti a Tridico con il raddoppio dell’indennità sono al lordo, come noi supponiamo (ribadiamo: come mai questo ‘particolare’ non viene spiegato su giornali e televisione: magari stiamo sbagliando noi e i 160 mila euro all’anno sono netti: ma cosa costa precisarlo?).
Ma il punto di questa storia, dove ingenuità, inadeguatezza e furbizia si fondono e si confondono, non è questo. Se andate a leggere i giornali non vi sfuggiranno due particolari.
Il primo particolare è che questo provvedimento è stato firmato dai rappresentanti del Governo nazionale lo scorso Agosto.
Il secondo particolare è che questo provvedimento porta la firma di due Ministri in carica: del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, esponete del PD; e del Ministro del Lavoro, la grillina Nunzia Catalfo.
Da qui la prima domanda: perché la notizia è venuta fuori solo ora e non un mese e mezzo fa?
Seconda domanda: come mai le polemiche su questa vicenda stanno travolgendo solo i grillini e non anche il più importante Ministro del Governo Conte bis – il citato Ministro dell’Economia Gualtieri – che, alla fine, è quello che sta autorizzando tale nuova spesa?
Attenzione: questi due punti riguardano tutti gli esponenti delle forze politiche.
Nel centrodestra – a cominciare dal leader della Lega, Matteo Salvini – è tutto un coro contro i grillini, con richiesta di dimissioni del presidente dell’INPS Pasquale Tridico.
Ma anche dal PD – e questo è veramente grottesco – arrivano le critiche al presidente dell’INPS. Su la Repubblica leggiamo la dichiarazione di Debora Serracchiani, esponente di primo piano del Partito Democratico, parlamentare e presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati:
“La vicenda dell’aumento dello stipendio del presidente dell’INPS ha aspetti sconcertanti, se non altro per la tempistica e per un deficit di trasparenza – dice -. Confido che la legittimità dell’adeguamento non sia in discussione, anche in considerazione degli stipendi percepiti dai dirigenti statali di prima fascia, ma certo il momento avrebbe suggerito di valutare e gestire questo provvedimento con una diversa e più avvertita sensibilità”.
Ora, se, come dice la Serracchiani, in questa storia c’è un “deficit di trasparenza”, ebbene, questo deficit di trasparenza non può non coinvolgere il Ministro dell’Economia che ha posto la firma su questo provvedimento!
Invece le polemiche e l’attenzione dei media è tutta sui grillini e su Tridico, mentre nessuno o quasi segnala il ruolo, tutt’altro che secondario, del Ministro dell’Economia. Perché?
Noi una spiegazione possiamo provare a illustrarla, senza la presunzione di avere la verità in tasca.
Questa storia – come scritto all’inizio – viene fuori, guarda caso, a una settimana dai ballottaggi nei Comuni e dal voto delle amministrative in Sicilia.
Ora è a tutti noto che, nel Marzo 2018, tanti elettori del PD hanno abbandonato questo partito per votare Movimento 5 Stelle. Da allora, nel PD, di voti ‘rientrati’ se ne sono visti pochi.
Molto importante il risultato delle elezioni europee della Primavera del 2019, quando i grillini hanno dimezzato i voti rispetto al Marzo 2018: ma questi voti in uscita dal Movimento 5 Stelle non sono rientrati nel PD, che alle europee dello scorso anno, in valore assoluto, ha preso addirittura meno voti rispetto al disastro elettorale del Marzo 2018!
Nell’analisi elettorale dei voti del PD non fanno resto i risultati alle regionali di Emilia Romagna e Toscana, dove prima il Pci e poi gli eredi dello stesso Pci amministrano da quando in Italia sono state istituite le Regioni. E fanno poco testo anche le vittorie del centrosinistra in Campania e in Puglia, dove i presidente uscenti – rispettivamente Vincenzo De Luca e Michele Emiliano – nel silenzio generale, hanno messo in campo un numero impressionante di liste per rastrellare voti in modo ‘scientifico’…
Insomma, per concludere, questa specie di ‘scandalo’ arriva a sette giorni dal ballottaggio; colpisce solo i grillini e non il PD con il Ministro dell’Economia, senza la firma del quale la vicenda non esisterebbe; con la speranza di assestare ai grillini la ‘botta’ elettorale finale in favore della vecchia politica.
Della serie: ormai non contate più niente, statevi buoni e preparatevi ad uscire di scena tra fischi e contumelie.
Volendo, è un giusto premio a un Movimento nato – ad esempio – in contrapposizione all’Unione europea dell’euro e finito ad avallare, in silenzio, la porcata del CETA, trattato commerciale internazionale-capestro tra Ue e Canada applicato senza che i 27 Paesi della stessa Unione europea si siano ancora pronunciati!
Infine, l’ultimo paradosso: il PD – che pure, come illustrato, ha avuto con il Ministro Gualtieri una parte importante nella vicenda Tridico – non solo fa la morale ai grillini nella speranza di ‘grattargli’ voti nei ballottaggi, ma pretende anche che gli stessi grillini rimangano nel Governo dell’Italia per altri due anni in attesa di scomparire!
Egregi grillini, ma come avete fatto a ridurvi in questo stato politico pietoso?
Foto tratta da IlSussidiario