Ci auguriamo che l’amministrazione comunale, per questo appuntamento, non metta in piedi la finzione scenica di una città con le strade pulite: sarebbe un errore di ‘sintassi antropologica’: è giusto, infatti, che Palermo si presenti per quella che è da anni: una città china ‘i munnizza lungo le strade!
La notizia è, per certi versi, clamorosa: il Comune di Palermo sistemerà alcune strade! Motivo: il Giro d’Italia. Sì, la classica gara di ciclismo farà tappa nel capoluogo siciliano e si presume che, almeno le strade che dovrebbero essere percorse dai ciclisti, potrebbero anche essere sistemate (asfaltate, a Palermo, ci sembra una parola grossa).
Da quello che si sa, i ciclisti, dopo la partenza da Monreale, attraverseranno da corso Calatafimi, corso Vittorio Emanuele per poi imboccare via Roma; quindi Piazza don Sturzo, via Carlo Alberto Dalla Chiesa, via Duca della Verdura, via Libertà (dove ancora non c’è il Tram…), piazza Vittorio Veneto e ritorno su via Libertà con arrivo poco prima di piazza Castelnuovo.
Per l’occasione il Comune di Palermo dovrebbe aver sistemato le strade: evento ormai storico in una città che ha dirottato le risorse finanziarie disponibili per la “mobilità sostenibile” (sempre il Tram).
Tutto a posto, allora? Noi ci auguriamo di sì, anche se la consigliera comunale Giulia Argiroffi non nasconde qualche dubbio:
“Il percorso è stabilito da tempo. Ma siamo sicuri di essere pronti?
I 500.000 euro del CONI per sistemare il percorso della tappa, sono stati ben spesi? A parte i ‘BALCONI ROSA’, il percorso di Palermo è pronto?”.
Noi vogliamo essere ottimisti. E diciamo di più: chiediamo al sindaco e ai venti consiglieri comunali che gli hanno salvato la poltrona di essere ‘veristi’ e di rispettare il ‘vissuto’ della Palermo di questi anni: ovvero evitare di raccogliere l’immondizia dalle strade dove passeranno i ciclisti del Giro d’Italia.
Palermo, negli ultimi anni, ha ‘valorizzato’ sia la munnizza, lasciata per giorni e talvolta per settimane nelle strade, sia le piccole ma sincere discariche a cielo aperto con ‘set’ di materassi, divani, cuscini, tavoli, sedie, letti e, qualche volta, anche di posate e bicchieri.
Ormai tante vie e piazze di Palermo si identificano con munnizza e discariche a cielo aperto: insomma ‘a munnizza lungo le strade e le piccole discariche cittadine sono diventate segno di riconoscimento: tipicità, come ‘u pani ca’ meusa, le panelle, ‘i raskaturi, ‘u mussu, ‘a quarume, ‘i stigghiuole.
Togliere l’immondizia e le piccole e a tratti ‘gozzaniane’ e leggiadre discariche a cielo aperto ‘dolcemente’ sparse qua e là solo perché passeranno i ciclisti sarebbe un gravissimo errore di ‘sintassi antropologica’: si darebbe l’immagine di una città diversa da quella che è.
E poi, via: volete mettere il passaggio dei ciclisti con sullo sfondo i sacchi ‘i munnizza dai mille colori abbandonati lungo le strade con il freddo grigiore di strade pulite? Cerchiamo di presentare la città per quella che è, senza funzioni sceniche. ‘A munnizza dà forza e colore…
Foto tratta da Marsala Live
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