Ci fu un tempo in cui la nostra Isola era ricca di aree umide. E lì si coltivava il riso. Per esempio, nella Piana di Catania e nell’Ennese. Poi arrivarono i Savoia, anno di disgrazia 1860. E per non fare ombra al Piemonte e al Nord Italia il riso venne bandito dalla Sicilia. Da qualche anno, alla faccia dei Savoia, questa coltura sta tornando
La storia ci ricorda che nel 1860, ad unificazione (o quasi) appena avvenuta, i Savoia decisero che la Sicilia non avrebbe più coltivato il riso. Questa coltura vantava, nella nostra Isola, una grande e antica tradizione, legata alla presenza di tante zone umide. Da qualche tempo il riso è tornato a risplendere nelle due zone dove un tempo veniva coltivato: nella Piana di Catania tra Augusta, Lentini, Carlentini, Francofonte e, ancora, a Ramacca, a Paternò, a Belpasso e lungo il fiume Simeto. E nell’Ennese.
Oggi possiamo affermare che il riso siciliano può diventare importante, soprattutto perché si presta bene alla produzione biologica.
Interessante un articolo di qualche anno fa firmato da due docenti universitari di Catania, Paolo Caruso e Paolo Guarnaccia.
“Il riso – scrivono Caruso e Guarnaccia – contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, può trovare in Sicilia condizioni ottimali per esplicare le proprie potenzialità produttive; se posto in condizioni ottimali, ovvero presenza di terreni pesanti e ben livellati e con elevate disponibilità idriche può rappresentare un’ottima alternativa a colture a ciclo primaverile estivo dal minore reddito. Oggi la Sicilia, grazie all’assenza di fenomeni di stanchezza del terreno, è una delle pochissime regioni dove questa pianta si può coltivare in regime di agricoltura biologica e questa condizione sta diventando uno dei fattori trainanti per la reintroduzione del riso. Il prodotto sin qui raccolto non registra problemi di tipo commerciale, riesce infatti a essere venduto immediatamente spuntando prezzi molto interessanti”.
Leggendo l’articolo di Caruso e Guarnaccia – ma leggendo anche altri articoli che trovate sulla rete – scoprirete che durante la presenza degli Arabi in Sicilia (la presenza e non la dominazione: gli Arabi non trattavano male la Sicilia e i siciliani: anzi arricchirono la Sicilia e i siciliani) il riso era presente nell’Isola ed entrava in tante ricette: a cominciare, appunto, dalle ricette che hanno anticipato le arancine (o gli arancini, come li chiamano a Catania).
Insomma, alla faccia dei Savoia, che negli anni subito successivi alla ‘presunta’ unificazione italiana bloccarono la coltivazione del riso in Sicilia (anche se le cronache di quegli anni raccontano che alcuni agricoltori siciliani testardi continuarono a coltivare il riso, nonostante la proibizione savoiarda), il riso sta tornando nella nostra Isola. Piano piano, ma sta tornando.
QUI L’ARTICOLO SUL RISO DEI PROFESSORI PAOLO GUARNACCIA E PAOLO CARUSO
Foto tratta da Great Italian Food Trade