Situazione sempre più tesa tra l’organizzazione sindacale SIFUS CONFALI (che ha già denunciato il Governo e l’amministrazione) e il Governo regionale. Il sindacato apre con determinazione un ‘fronte di guerra’ su alcune leggi che in Sicilia si applicano per gli “amici” e non si applicano gli la grande maggioranza dei lavoratori del settore disoccupati
da Costantino Guzzo
Segretario regionale SIFUS CONFALI Formazione professionale
riceviamo e pubblichiamo
In questi ultimi anni, per gli ex Operatori della Formazione professionale della Sicilia, la strada sembra essere diventata la loro residenza. Il disinteresse da parte dell’amministrazione regionale a risolvere un’annosa questione, il rimbalzo di responsabilità per l’applicazione di una legge, ha costretto per anni gli operatori a scendere giornalmente in piazza per rivendicare l’applicazione della Legge n. 25. Legge che ricorderemo, vita natural durante, avrebbe dovuto tutelare i lavoratori e garantire un circolo dinamico di continuità lavorativa, ma che fino ad oggi è stata applicata solo a pochi eletti, dimostrando la chiara volontà di chi amministra in un regime politico a struttura rappresentativa, che la non applicazione della legge a tutti i lavoratori è stato solo il risultato di un compromesso politico tra gli enti datoriali, i sindacati confederali e l’amministrazione regionale.
Le molteplici richieste di incontro per stabilire l’applicabilità della legge si sono fermate sempre di fronte a quel singolare fenomeno costituito dalle sentenze interpretative di rigetto della Corte Costituzionale, bypassando così le sentenze a favore dei lavoratori. Questo è un chiaro esempio di quanto una società laica e pluralista, luogo di confronto di tutte le istanze assiologiche – politiche, culturali, etiche, religiose, sociali, economiche – non è mai stata uniforme ed univoca, altrimenti si sarebbe pensato ai diritti sociali degli operatori della Formazione professionale come il diritto al lavoro, il diritto a una retribuzione o a una pensione adeguate alle “esigenze di vita”, il diritto ad un inserimento nelle liste di mobilità che ne avrebbero consentito una ricollocazione.
Ed invece… nulla di tutto questo, con la complice noncuranza dei tanti deputati che occupano poltrone di rilievo all’Assemblea regionale siciliana. Tranne due o tre deputati, nessun altro ad oggi ha mai mostrato interesse a voler risolvere definitivamente un problema che sta mietendo troppe vittime, come se del destino di questi lavoratori a nessuno importi qualcosa, come se morire per il non lavoro fosse una condizione di normalità.
La nostra organizzazione sindacale ha pressato affinché si possa giungere ad una fine di questo oltraggioso stillicidio e, al di là della prevedibilità dei risultati interpretativi sull’applicazione della legge, va detto che i giudizi di valore, affinché non scadano nell’immaginario o nell’arbitrio di chi ha amministrato “allegramente” fino ad oggi il settore della FP, devono tenere conto dei diritti dei lavoratori che, avendo perso un contratto di lavoro a tempo indeterminato, sicuramente spetta intraprendere un rapporto di lavoro senza vincolo di durata. Nessun lavoratore dovrà più essere condannato a vivere sotto il peso dell’indifferenza e non si illudano di abbeverare gli assetati nel deserto, perché dopo anni d’attesa sarebbe soltanto l’ennesima oasi d’orrore in un deserto di ingiustizie.
Questo non lo permetteremo MAI PIÙ.
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