Udienza importante ieri, a Palermo, presso il TAR Sicilia. Se prima al Comune di Palermo andava bene solo il Pums comunale, adesso lo stesso sindaco del capoluogo della Sicilia, ma nelle vesti di sindaco della Città metropolitana di Palermo, ha presentato le linee guida del Pums metropolitano, dando ragione a chi aveva presentato il ricorso. Ora in gioco ci sono gli 82 Comuni della provincia e non solo il Comune di Palermo! Gli interrogativi sulle progettazioni già assegnate dal Comune
Alla luce di quanto emerso ieri, a Palermo, al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale), che diranno i sindaci dei Comuni della provincia di Palermo? Il tema è quello dei trasporti. O meglio, delle centinaia di milioni di euro – fondi statali – destinati alla mobilità sostenibile. Accetteranno il fatto che quasi tutti questi fondi potrebbero essere spesi nella città di Palermo per le nuove linee di Tram, lasciando a secco gli altri 81 Comuni della provincia?
Per capire quello che è successo ieri al TAR – e per capire soprattutto quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – dobbiamo fare qualche passo indietro.
Il tema sono le nuove linee del Tram di Palermo. Il Comune del capoluogo siciliano, com’è noto, ha già affidato la progettazione, seguendo una procedura che ha dato luogo ad aspre polemiche.
Uno degli elementi di queste polemiche è rappresentato dal Pums, sigla che
Questa storia del Pums metropolitano non sembra essere mai piaciuta al Comune di Palermo. Ed è anche logico: metropolitano significa che il Piano dovrebbe coinvolgere tutti gli 82 Comuni della provincia di Palermo: ciò significherebbe che le ingenti risorse finanziarie statali non potrebbero andare tutte al Comune di Palermo, ma dovrebbero essere ripartite tra tutti i Comuni della provincia.
Ma – ribadiamo – il Comune di Palermo non era di quest’idea (ora diremo perché “era”): tant’è vero che ha presentato un Pums per la città di Palermo. E’ a questo punto che è stato presentato il ricorso dagli avvocati Nadia Spallitta e Anna Cucina.
Il 24 agosto – e qui arriva la notizia – in vista dell’udienza al TAR, il sindaco metropolitano del Comune di Palermo ha avviato le linee-guida per la redazione del nuovo Piano urbano per la mobilità sostenibile metropolitano.
In pratica, l’amministrazione pubblica ha dato ragione agli avvocati Nadia Spallitta e Anna Cucina. Le quali, avendo vinto sul punto in questione, hanno ritirato la richiesta di sospensiva e l’udienza di ieri è stata rinviata al merito.
I due legali, insomma, hanno avuto ragione nel sostenere che, senza il Pums metropolitano, Palermo e la sua Provincia avrebbero perso gli ingenti finanziamenti statali!
Il punto è proprio questo: le opere finanziabili sono solo quelle inserite in un Pums metropolitano, ovvero in una programmazione organica della mobilità di un’intera provincia e non del solo Comune di Palermo.
La preoccupazione, ora, è che la richiesta di finanziamenti possa riguardare solo le opere della città di Palermo e, tra queste, le nuove linee del Tram del capoluogo della Sicilia: si teme, insomma, che il Pums metropolitano possa inglobare il Pums di Palermo: e in questo caso la stragrande maggioranza dei fondi statali andrebbe al Comune di Palermo!
C’è un’ulteriore questione. Come ricordato, il Comune di Palermo ha già affidato la progettazione di opere come il Tram: opere che dovrebbero naturalmente essere inserite nel Pums metropolitano. Lo stesso Comune ha già anticipato i compensi ai progettisti: e l’ha fatto senza che sia stato approvato il citato Pums metropolitano.
Ci chiediamo e chiediamo: la procedura seguita è corretta? Si può affidare la progettazione di un’opera senza la certezza del finanziamento per realizzare la medesima opera, dal momento che il Pums metropolitano ancora non c’è? Che succederà se l’opera non verrà finanziata?