La nostra è una proposta di buon senso, visto che, con la riapertura delle scuole, purtroppo, ci si attende un aumento del numero dei contagi. Sarebbe stato opportuno – come dice il primario di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzato di Catania, dottore Carmelo Iacobello – riaprire le scuole l’1 Ottobre. A nostro avviso vanno ridotti, se non eliminati, gli arrivi di turisti, croceristi e migranti nella nostra Isola. Sostenendo concretamente i commercianti e gli operatori turistici con i fondi europei e con i fondi dei grandi appalti ferroviari di Palermo e di Catania
Meno male che non siamo soli a sostenere che, forse, in Sicilia sarebbe stato meglio aprire le scuole l’1 Ottobre, prendendosi altre due settimane di tempo per capire come vanno le cose nel resto d’Italia.
L’abbiamo scritto lo scorso 10 Settembre:
Ieri, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, il primario di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania, Carmelo Iacobello, dice espressamente che, nella nostra Isola, sarebbe stato opportuno riaprire le scuole l’1 Ottobre.
“Sarebbe stato meglio, soprattutto per la Sicilia, riaprire a partire dai primi di Ottobre per consentire di avere altri 15 giorni di tempo per capire l’andamento della epidemia. Insomma con gli stessi tempi che venivano osservati in passato quando le scuole in Sicilia aprivano dal primo Ottobre. Ciò avrebbe permesso di avere anche maggiori strumenti di sicurezza”.
Il professore Iacobello spiega perché la Sicilia oggi è più a rischio rispetto ad altre Regioni italiane:
“E’ difficile dire e calcolare i numeri dei nuovi contagi. Non c’è dubbio però che l’aumento della socializzazione in senso generale rappresenta un veicolo di contagio, così come in questa estate è avvenuto per le discoteche. Ma come ho avuto modo di sostenere in passato, la Sicilia è in una condizione particolare proprio perché in passato non ha avuto lo stesso numero di contagi delle zone del Nord. In molte Regioni del Nord il nuovo impatto del virus potrebbe essere meno diffusivo perché quelle aree sono state già seriamente colpite nella prima ondata. La Sicilia no e oggi ha una popolazione molto ampia che non ha avuto sinora contatti col Covid. Quindi 15 giorni in più sarebbero serviti. Ma adesso occorre la massima attenzione”.
Nell’articolo de La Sicilia si sottolinea la scelta dell’attuale Governo regionale di ricoinvolgere alcuni ospedali nel caso in cui i problemi di Coronavirus dovessero ripresentarsi. Iacobello dice di condividere la scelta della Regione siciliana e aggiunge:
“Era necessario rimettere in funzione un sistema ospedaliero a ‘fisarmonica’ che consentisse di distribuire in senso equilibro i malati in tutti gli ospedali. Un ospedale completamente Covid è difficile da gestire. Era necessario riaprire un nuovo scenario perché una sola struttura non può far fronte a tutte le patologie di malati positivi. E’ sempre utile a questo punto che in tutti gli ospedali ci sia una zona Covid che consenta a quell’ospedale di mantenere le sue caratteristiche di ospedale specialistico in caso venga chiamato a gestire il paziente Covid”.
Andiamo alla previsioni. Il dottore Iacobello non si sbilancia:
“Non lo sappiamo. Quando si cominciano a fare previsioni alla fine rischiamo di sbagliare. Indubbiamente ci aspettiamo un aumento dei casi, questo è indubbio, ma quanto questo aumento possa alla fine incidere sul sistema sanitario in numero di ricoveri non è possibile dirlo. Noi dobbiamo differenziare sempre tra il soggetto Covid positivo asintomatico da quello sintomatico. Ora la gestione di un asintomatico si risolve in una quarantena. Un’altra cosa è il Covid con sintomi che impatta sulle strutture sanitarie. Ora se aumentano gli asintomatici ci sarà una quota parte che finirà in ospedale ed è bene ricordare che in questo caso i soggetti più a rischio sono sempre gli anziani e i pazienti defedati”.
C’è il problema dell’arrivo dell’influenza:
“E’ questo – dice il primario di Malattie infettive del Cannizzaro di Catania – è uno dei nodi più delicati. Io più delle conseguenze del virus temo la paura e la psicosi dei cittadini. Io per natura sono positivo e non ho la sensazione che il virus impatterà enormemente sulla nostra popolazione.Temo invece maggiormente la paura che potrebbe rappresentare un grosso problema per il sistema sanitario. Ma anche questa è una delle altre variabili imprevedibili di questo virus”.
Noi, invece, così come ci siamo sbilanciati lo scorso 10 Settembre, chiedendo il rinvio dell’apertura delle scuole, torniamo a sbilanciarci per l’immediato futuro. Per sottolineare che, in una Sicilia dove si attende, contemporaneamente, un aumento dei casi di infezione (per la riapertura delle scuole, ma anche perché, come ha spiegato il dottor Iacobello, la nostra Isola ha una popolazione molto ampia che non ha avuto sinora contatti col Covid) e l’arrivo dell’influenza stagionale, è bene limitare al minimo la libera circolazione delle persone.
A nostro modesto avviso, è troppo rischioso continuare a far arrivare turisti in Sicilia, è troppo rischioso continuare a far arrivare navi da crociera in Sicilia, è troppo rischioso continuare a far arrivare migranti in Sicilia. Ci sono siciliani che debbono lasciare la Sicilia per recarsi in altre Regioni italiane e all’estero? Bene: allora bisogna predisporre misure accurate per chi rientra. E ci deve pensare il Governo regionale, perché lo Stato italiano non è molto interessato alle sorti della Sicilia, non da ora, ma dal 1860.
Si tratta di iniziative di buon senso. Si dice che prevenire è meglio che curare. Ed è anche un esempio, soprattutto per i giovani siciliani. Ai quali non si potrà chiedere di stare attenti, di evitare gli assembramenti e le feste se turisti, croceristi e migranti continueranno ad arrivare in Sicilia.
Il dottore Iacobello, giustamente, non ha enfatizzato i problemi che potrebbero crearsi con l’arrivo dell’influenza stagionale. La Sicilia, grazie al clima, ha quasi un mese e mezzo di vantaggio sul Centro Nord Italia.
Ridurre al minimo, se non bloccare ora – cioè subito – l’arrivo di turisti, croceristi e migranti, chiedendo ai giovani siciliani di eliminare assembramenti e feste & festini vari – lo ribadiamo – ci sembra solo buon senso.
Aiutando, ovviamente, i commercianti e gli operatori turistici della Sicilia, che vanno sostenuti concretamente rimodulando i fondi europei. Lo diciamo con estrema chiarezza: nessuno morirà se si interromperanno i grandi appalti ferroviari di Palermo e di Catania per sostenere concretamente commercianti e operatori turistici della nostra Isola.
Foto tratta da www.lapam.eu
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