Chi si tratti di un virus di laboratorio l’ha detto anche il premio Nobel per la Medicina, Luc Montagner. Oggi lo ribadisce una virologa di Hong Kong costretta a scappare perché rischia la vita. Sputtanamento per Cina e Organizzazione Mondiale della Sanità. Il silenzio dell’Unione europea (e ti pareva!)
Da tempo Luc Montagner, lo scienziato che ha scoperto il virus dell’AIDS – biologo, medico e virologo, premio Nobel per la medicina nel 2008 – dice che il COVID-19 è un virus di laboratorio. Siccome dice una cosa sgradita alla Cina, che com’è noto esercita grande influenza sull’Organizzazione Mondiale della Sanità (e, ovviamente, sgradita a chi, per interessi economici, pratica il ‘lecchinaggio’ verso la stessa Cina), le sue parole on bastano. Anche se è un premio Nobel con una vastissima esperienza sui virus, non bisogna credergli. Ora, però, è arrivata un’altra testimonianza ‘pesante’: quella della scienziata di Hong Kong, Li-Meng Yan.
Li-Meng Yan è una virologa che ha lavorato per anni a Hong Kong. Lo scorso 10 Luglio è stata intervistata da Fox News. E ha rivelato informazioni scioccanti sulla diffusione nel mondo del virus Sars-CoV-2 (Coronavirus di Wuhan) e anche sulla gestione dell’epidemia da parte della Cina. A questa intervista si aggiungono altre dichiarazioni che la scienziata ha rilasciato a Daily Mail e New York Post.
Li-Meng Yan, forse perché teme per la propria vita, ha deciso di raccontare tutto quello che sa. E ha parlato anche dai microfoni del talk show britannico, Loose Women.
“La stimata dottoressa, specializzata in virologia e immunologia presso la Hong Kong School of Public Health – scriveva circa un mesa addietro VISIONTIMES – ha raccontato come ha vissuto sulla sua pelle i tentativi da parte del governo cinese di nascondere i veri fatti riguardanti l’epidemia. Qualche giorno dopo la messa in onda della sua intervista, secondo Reuters, l’ufficio di Xi Jinping ha chiamato ben quattro volte Fox News, per cercare di fermare la trasmissione minacciando «gravi conseguenze» se avessero proceduto”.
La cosa molto strana è che se c’è un dubbio, anche minimo, sulla Russia di Putin, l’Unione europea scende in campo attaccando la stessa Russia; quando invece si tratta della Cina, chissà perché, la Ue, a cominciare dalla Germania, tace. Perché?
“La dottoressa Li-Meng – leggiamo sempre nell’articolo di un mese fa su VISIONTIMES – è dovuta fuggire velocemente prima che le autorità di Pechino la potessero catturare per impedirle di rivelare le sue scoperte. In un luogo segreto, ha detto a Fox News: «Il motivo per cui sono venuta negli Stati Uniti è per consegnare il messaggio della verità sul Covid-19». La dottoressa sa che non potrà più tornare a casa e che non rivedrà mai più i suoi amici o la sua famiglia e che, se avesse raccontato la sua storia in Cina, sarebbe rientrata nel novero delle «persone [misteriosamente] scomparse o sarebbe stata uccisa». Dopo la sua intervista il governo Cinese sta cancellando le informazioni che la riguardano, distruggendo la sua reputazione, perché la sua testimonianza contraddice ciò che i media di Stato e tutti i leader del Pcc cercano di negare ostinatamente: aver insabbiato informazioni importanti ai più alti livelli di governo sulla trasmissione del virus già dalla fine del 2019″.
“La nota virologa – prosegue l’articolo di un mese addietro – racconta come, alla fine di dicembre 2019, il capo del suo team di ricerca, Leo Poon, professore della Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Hong Kong, l’ha istruita a studiare alcuni strani virus simili alla SARS provenienti dalla Cina continentale. In quel momento critico ha detto la dottoressa: «Il governo cinese si è rifiutato di permettere agli esperti d’oltremare, compresi quelli di Hong Kong, di fare ricerca in Cina. Così mi sono rivolta ai miei amici per avere maggiori informazioni», dal momento che il team di Hong Kong sapeva di non ottenere tutta la verità dal governo di Pechino. La ricerca è stata condotta in segreto, poiché il governo cinese proibisce severamente agli studiosi d’oltremare (compresi i ricercatori di Hong Kong) di intervenire, e alla fine la ricerca di Li-Meng non è stata resa pubblica”.
“Un amico scienziato del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie in Cina che aveva una conoscenza diretta dei casi – prosegue l’articolo VISIONTIMES – le avrebbe rivelato, il 31 dicembre 2019, la trasmissione da uomo a uomo ben prima che la Cina o l’OMS ammettessero che tale diffusione fosse possibile. La ricercatrice dopo aver riferito al suo capo, ha avuto il benestare a proseguire il suo lavoro. Tuttavia pochi giorni dopo, il 9 gennaio 2020, l’OMS ha rilasciato una dichiarazione: «Secondo le autorità cinesi, il virus in questione può causare gravi malattie in alcuni pazienti e non si trasmette facilmente tra le persone». Li-Meng e i suoi colleghi in tutta la Cina hanno discusso a lungo del particolare virus che sembrava alquanto pericoloso, ma all’improvviso c’è stato un cambiamento repentino di atteggiamento: i medici e i ricercatori che avevano discusso apertamente del virus si sono improvvisamente zittiti. Quelli della città di Wuhan (che più tardi sarebbe diventata il fulcro dell’epidemia) sono rimasti in silenzio e gli altri hanno chiesto di non chiedere loro altre informazioni. Hanno solo detto: «Non possiamo parlarne, ma dobbiamo indossare delle mascherine». Poi secondo le sue fonti il numero di trasmissioni da uomo a uomo ha cominciato a crescere esponenzialmente. Così la ricercatrice ha iniziato a scavare sempre più a fondo per trovare delle risposte”.
“Il 14 gennaio – prosegue l’articolo – l’OMS ha nuovamente annunciato che non c’erano prove che il virus fosse in grado di trasmettersi da uomo a uomo, dopo settimane in cui il PCC e l’OMS avevano nascosto informazioni sulla sua trasmissione. Il 16 gennaio Li-Meng ha riferito le sue scoperte al suo supervisore, ma in quel momento lui le ha detto «di stare in silenzio e di fare attenzione» e «non oltrepassare la linea rossa», «ci metteremo nei guai e spariremo». Li-Meng ha detto che lo scoppio dell’epidemia a Wuhan e la sua trasmissione da uomo a uomo era molto grave, i pazienti e il personale medico non avevano misure di protezione, ma il governo cinese non permetteva a nessuno di annunciare la notizia. «Non si tratta di politica, ma della sopravvivenza di tutta l’umanità», ha detto la virologa, «il virus è molto, molto pericoloso, e potrebbe crescere così velocemente che una persona su 10 ne verrebbe infettata; e non aspettatevi un vaccino a breve perché gli esseri umani non ne sanno nulla ancora». Anche un altro supervisore del suo laboratorio, il professor Malik Peiris, un consulente dell’OMS, era a conoscenza dei risultati della trasmissione da uomo a uomo del virus, ma non ha fatto nulla al riguardo, ha detto”.
“La dottoressa era frustrata, ma non sorpresa – leggiamo sempre nell’articolo – perché ha detto: «So già che questo può accadere perché conosco la corruzione tra questo tipo di organizzazioni internazionali come l’OMS e il governo cinese del Partito Comunista Cinese». L’OMS ha anche negato che Yan, Poon o Peiris abbiano mai lavorato direttamente per l’organizzazione. Solo il 20 gennaio il Partito Comunista Cinese ha dovuto annunciare l’esistenza di un virus sconosciuto e la sua trasmissione da uomo a uomo”.
“Yan dice che, a costo di qualsiasi pressione e conseguenza per la sua vita personale e professionale – prosegue l’articolo – è stata spinta a parlare dal suo senso di giustizia: «So come trattano gli informatori», ha detto. Come molti prima di lei, una volta che Yan ha deciso di parlare contro la Cina, ha scoperto che la sua vita era in pericolo, così come quella di coloro che le erano più vicini. Consigliata dal blogger di Hong Kong Lu Deh, che ha vissuto esperienze simili, ha deciso di fuggire negli Stati Uniti, il 27 aprile. Quando è atterrata all’aeroporto internazionale di Los Angeles, è stata fermata dai funzionari della dogana ed è stata colta dalla paura, ma ha pensato: «Dovevo dire loro la verità. Sto facendo la cosa giusta» allora ha detto loro: «Non lasciatemi tornare in Cina. Sono venuta qui per dire la verità sul Covid-19…Per favore, proteggetemi. Altrimenti il governo cinese mi ucciderà». L’FBI è stata chiamata ad indagare e l’ha portata in un posto sicuro dove poter appurare la verità. Mentre Yan cercava di trovare il suo posto in America, ha detto che i suoi amici e la sua famiglia a casa sono stati presi di mira. Le autorità di Pechino hanno fatto irruzione nella casa della sua città natale a Qingdao; gli agenti hanno fatto a pezzi il suo piccolo appartamento e interrogato i suoi genitori. Quando ha contattato sua madre e suo padre l’hanno supplicata di tornare a casa, le hanno detto che non sapevano di cosa stesse parlando e l’hanno pregata di abbandonare la lotta”.
Oggi la scienziata ha deciso di tornare a parlare. Perché, precisa, dice di possedere le prove scientifiche per dimostrare che il Covid-19 sia stato prodotto dall’uomo in un laboratorio di Wuhan.
Li-Meng Yan, parlando via streaming da un luogo segreto, ha detto senza mezzi termini che il virus proviene da un laboratorio di Wuhan, controllato dal governo cinese. E ha aggiunto che la tesi secondo la quale il virus avrebbe avuto origine nel mercato di Wuhan non è altro che una «cortina di fumo», precisando che il virus non è naturale.
La scienziata lancia accuse pesanti all’OMS, che l’avrebbe messa a tacere; da qui la sua fuga negli Stati Uniti. Oggi fa sapere che, presto, diffonderà le prove scientifiche che dimostrano la derivazione umana del Sars-CoV-2.
“La sequenza del genoma è come un’impronta digitale umana – ha detto la scienziata -. Quindi, in base a ciò puoi identificare queste cose. Uso le prove per dire alle persone che il virus proviene dal laboratorio in Cina… chiunque, anche se non ha conoscenze nell’ambito della biologia, può leggere, controllare, identificare e verificare da solo”.
“Questa è la cosa fondamentale per noi – ha aggiunto – per conoscere l’origine del virus. Altrimenti non possiamo superarlo, sarà pericoloso per la vita di tutti. So che se non dico la verità al mondo, me ne pentirò”.
Come sta reagendo il Governo cinese? Avrebbe cancellato molte informazioni. E avrebbe reclutato persone per sputtanarla. In realtà, in questa fase, i soggetti che escono sputtanati da questa storia sono il Governo cinese e l’OMS.
Ricordiamo che anche l trasmissione televisiva Report, dopo un’accurata inchiesta, è arrivata alla seguente conclusione:
“I retroscena su Coronavirus e OMS: con informazioni più tempestive si sarebbero evitati migliaia di morti!”.
Insomma, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ragione quando attacca l’OMS: e ha fatto benissimo a interrompere i finanziamenti a un’organizzazione sulla quale pesano molte ombre (cinesi…).
Foto tratta da Diario de Cuba
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