Eh sì, se il sindaco uscente Calogero ‘Lillo’ Firetto non dovesse vincere al primo turno, con molta probabilità, verrà ‘cucinato a ragù’ dai suoi avversari. Sei candidati sindaci. E la presenza, con una propria lista, di Vox, il movimento socialista-sovranista del filosofo Diego Fusaro. Retroscena & trasformismi vari della vecchia politica
Nel mare della vecchia politica di Agrigento c’è una novità: la lista Vox Italia che fa capo al giovane filosofo marxista, Diego Fusaro, grande teorico del Socialismo sovranista. Insomma: in occasione delle elezioni per l’elezione del nuovo sindaco e dei 24 consiglieri comunali della Città dei Templi, i socialisti, ma anche i cittadini agrigentini stanchi della vecchia politica hanno la possibilità di votare candidati di sinistra.
Ad Agrigento si può cambiare: in altre parole, si può andare al di là del centrodestra e del centrosinistra, almeno in Consiglio comunale, appoggiando il movimento del giovane filosofo.
La sfida, all’ombra del Tempio della Concordia, si annuncia interessante. E potrebbe riservare sorprese.
Sulla carta il sindaco uscente, Calogero ‘Lillo’ Firetto, non dovrebbe perdere: ne ha combinate di tutti i colori, gode di appoggi importanti e potenti ed è riuscito a trascinare dalla propria parte un po’ di ‘disperazione socialista’ e persino un ‘pezzo’ di Forza Italia.
Per illustrare bene le operazioni tardo-democristiane e ultra-trasformiste di Firetto bisogna ‘dipingere’ un po’ il personaggio: che, per l’appunto, ha origini democristiane, anzi, post democristiane, cioè dei democristiani della cosiddetta seconda Repubblica: che ad Agrigento e dintorni, dai primi anni ’90 fino al 2008, giravano intorno all’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro.
Cinque anni fa Firetto era parlamentare regionale eletto tra gli ex democristiani. Era stato sindaco di Porto Empedocle, dove si era distinto per aver sponsorizzato la follia del rigassificatore in una cittadina che si trova, in linea d’aria, a un paio di chilometri da Agrigento e dalla Valle dei Templi.
Cinque anni fa – un altro mondo nella politica siciliana – Matteo Renzi spadroneggiava a Palazzo Chigi e nella segreteria nazionale del PD, mentre l’agrigentino Angelino Alfano, allora potente Ministro, così si racconta, scelse proprio Firetto come candidato sindaco. In accordo – così almeno si dice – con il parlamentare regionale agrigentino Roberto Di Mauro.
Ex democristiano è Renzi, ex democristiano è Alfano, ex democristiano è Di Mauro: nulla di strano che l’ex democristiano Firetto sia stato eletto sindaco.
E oggi? Come già detto, oggi siamo in un altro mondo. Renzi – pirandellianamente parlando, visto che siamo ad Agrigento – è ormai un politico in cerca d’autore; l’Angelino di Girgenti è stato inghiottito dalle notti e dalle nebbie della politica; e Roberto Di Mauro sembra si sia molto pentito di aver appoggiato Firetto, un sindaco dallo stile “Tutto io, tutto mio!”.
Però, nonostante tutto, Firetto resta forte. Dietro di lui ci sono personaggi importanti e, nascosto per non farsi riconoscere, c’è anche il Partito Democratico. Firetto si ripresenta con ben sette liste, che non è poca cosa in una cittadina di poco meno di 60 mila abitanti. Se andate a leggere i nomi dei candidati delle liste a sostegno di Firetto nelle elezioni per il Consiglio comunale troverete – ovviamente e siete almeno un po’ agrigentini – i ‘mestoli di tutte le pignate’ della politica agrigentina: vecchia, vecchissima politica!
Anche per questo, oggi, non c’è, oggi, un candidato in grado di battere al primo turno Firetto. E forse è per questo che, i suoi avversari, si sono divisi presentando ben cinque candidati sindaci con altrettante liste. Si sa: nelle elezioni comunali gioca molto il voto di parenti e amici: più liste ci sono, più di disperde il voto.
Insomma, per dirla tutta: se Firetto non vincerà al primo turno, al ballottaggio, con molta ma molta probabilità verrà ‘cucinato’ a fuoco lento, tipo ragù. E verrà battuto.
Morale: Firetto deve assolutamente vincere al primo turno: deve raggiungere il 40% dei voti: così ha stabilito la maggioranza di centrosinistra dell’Assemblea regionale siciliana della passata legislatura. Una legge sbagliata, perché un sindaco che vince al primo turno dovrebbe rappresentare il 50% più 1 degli elettori della propria città, non certo il 40% dei cittadini!
Ma è noto che la ‘presunta’ sinistra siciliana, quando governa, fa quello che vuole (in tutti i sensi…): nella passata legislatura, ad esempio, ha bloccato la figura del Commissario dello Stato per la Regione, ha massacrato le finanze della Regione siciliana e ha approvato, appunto, una legge elettorale sbagliata che assegna la vittoria al primo turno al candidato sindaco che raggiunge il 40% dei voti.
Come già accennato, se andate a leggere i nomi delle sette liste che sostengono Firetto (Andiamo Avanti, Rinasce Agrigento, Buongiorno Agrigento, Agrigento Futura, “Onda”, “Noi” e “Agrigento Sostenibile) non troverete il PD, che in Sicilia, spesso, si nascondere per non farsi riconoscere…
Tranquilli, però: il PD appoggia Firetto. Il quale si è portato dietro non i socialisti, ma qualche brandello sparso di ciò che fu il grande Psi agrigentino di Salvatore Lauricella.
Con il sindaco uscente si è schierata Giorgia Iacolino, figlia di Salvatore Iacolino, già europarlamentare di Forza Italia. Sembra che Iacolino abbia ‘spattato’ con il parlamentare Riccardo Gallo Afflitto, ‘capo’ di quel che rimane dei berlusconiani agrigentini. Il fatto che Iacolino si sia dichiarato sempre e comunque di Forza Italia lascia un po’ pensare… Pensare che cosa? Che, sottobanco, qualche ‘pezzo’ di Forza Italia appoggi Firetto!
Tra gli assessori designati da Firetto ci sono l’avvocato Tanja Castronovo, Giandomenico Vivacqua, Antonio Sutti, il giovane portavoce di Italia Viva di Agrigento, Giorgio Bongiorno e, sembra, anche la citata Giorgia Iacolino.
Il secondo candidato forte – almeno sulla carta – per la poltrona di sindaco dovrebbe essere Marco Zambuto. Anche lui, come Firetto, è un ex democristiano che ha già ricoperto la carica di primo cittadino di Agrigento. Zambuto è appoggiato dall’UDC, da Forza Italia, dal movimento del presidente della Regione Nello Musumeci, Diventeràbellissima.
Zambuto è un candidato forte, ma non fortissimo. Perché dietro, per varie vicissitudini, non ha più tutto il mondo ex democristiano. Ci sta, ma noi non lo vediamo irresistibile.
I candidati assessori di Zambuto sono: Gianni Tuttolomondo, Raffaele Zarbo, Decio Terrana, Dino Milazzo, Franco Iacono e Antonella Gallo Carrabba.
Il terzo candidato è quello che a noi fa più simpatia: Franco Miccichè, noto ed affermato medico di Agrigento, persona affabile e molto ben voluto in città. Perché a noi fa simpatia? Perché ad appoggiare la sua candidatura c’è la citata lista Vox di Diego Fusaro (che, peraltro, è designato assessore).
Il grande sponsor di Franco Miccichè è il parlamentare regionale Roberto Di Mauro, come già detto anche lui ex democristiano (‘scuola’ Gaetano Trincanato, per tanti anni apprezzato parlamentare regionale della DC).
Di Mauro è una vecchia volpe della politica siciliana oltre che agrigentina: e se ha puntato su Miccichè è perché, sotto sotto, non esclude di assestare il ‘colpo gobbo’: ovvero portare al ballottaggio Franco Miccichè per poi togliersi la soddisfazione di battere Firetto.
A sostegno di Franco Miccichè ci sono quattro liste. Gli assessori designati da Franco Miccichè sono Marco Vullo, Giovanni Vaccaro, Aurelio Trupia, Gerlando Principato, Francesco Picarella e il citato Diego Fusaro.
La quarta candidata sindaco è la presidente del Consiglio comunale uscente, Daniela Catalano, sostenuta da Fratelli d’Italia e dalla Lega.
Gli assessori designati da Daniela Catalano sono Annalisa Tardino, Lillo Pisano, Maria Rosa Marano, Giovanni Castorina, Alberto Parla.
Il quinto candidato sindaco è la grillina Marcella Carlisi. Il Movimento 5 Stelle è un po’ un punto interrogativo. Non si è intruppato con il PD e con Firetto: e questo è un fatto positivo. Ma non siamo in grado di prevedere il risultato di un Movimento che anche in Sicilia ha perso molto smalto. I grillini presentano una sola lista.
Gli assessori designati dalla grillina Marcella Carlisi sono Susy Cattano, Marco Falzone, Livio Sutera Sardo, Alfonso Scanio, Calogero Calcullo, Massimiliano Passalacqua.
Il sesto candidato sindaco è Angela Galvano, ex PD, che si presenta con due liste in suo appoggio. Tra gli assessori designati, Nino Randisi, Salvatore Licari, Giovanni Volpe e Carmela Maria Gallo Carabba.
Foto tratta da Scrivo Libero
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