Apertura delle scuole: perché la Sicilia non si prende 15 giorni di tempo per vedere che succede nel resto d’Italia?

10 settembre 2020

Diciamolo chiaramente: l’aumento dei contagi (e i ricoveri) in piena Estate (perché in Sicilia Settembre è piena Estate) non è un bel segnale. Considerato che abbiamo avuto turisti, siciliani in vacanza all’estero e gli sbarchi di oltre 20 mila migranti (peraltro ospitati in Centri poco sicuri dal punto di vista sanitario) non è il caso, prima di riaprire le scuole, di riflettere altri 15 giorni?

Non è il caso che, in Sicilia, prima di riaprire le scuole, si rifletta un po’ su tutto quello che sta succedendo negli ultimi giorni? Nessun allarmismo, per carità: solo la richiesta di un’ulteriore riflessione, considerando che la scuola tra studenti, docenti, personale ATA, mamme, papà, nonni e parenti vari coinvolge, in media, i due terzi della popolazione.

Noi non conosciamo la situazione della scuola in Sicilia, ma a giudicare dalle notizie nazionali non tutto sembra andare per il verso giusto. la Ministra della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, dice che il Governo ha mobilitato risorse pari a 7 miliardi di euro per la scuola: la cosa non può che farci piacere, visto che il predecessore dell’attuale Ministra si è dimesso proprio per mancanza di fondi.

Però è molto singolare che, a qualche giorno dalla riapertura della scuola, manchino ancora aule, banchi e docenti. Né ci convince la tesi che siccome a far notare questi ‘buchi’ organizzativi sia la Lega di Salvini non ne dobbiamo tenere conto: se mancano aule, banchi e docenti il problema c’è, a prescindere dalla Lega e da Salvini.

Di più: a noi non sembra una soluzione corretta pensare di risolvere il problema del mancato distanziamento fisico imponendo le mascherine a studenti e docenti per quattro-cinque ore!

In questo quadro generale di disorganizzazione e di confusione si inserisce la Sicilia, dove le notizie sull’andamento del Coronavirus non sono affatto confortanti: anzi! C’è una crescita dei contagi e, purtroppo, ci sono anche i ricoveri. Ieri sono stati registrati 77 nuovi casi. Il numero dei ricoveri – sempre con riferimento alla situazione di ieri – è di 105. Sono 15 i pazienti ricoverati in terapia intensiva: solo a Palermo se ne contano 12: 8 all’ospedale ‘Cervello’ e 4 all’ospedale ‘Civico’.

L’aumento dei casi si registra in quasi tutte le province dell’Isola, anche se con numeri diversi.

Ricordiamo che, nella nostra Isola, a fine Febbraio, mentre a Milano e in Lombardia non si fermavano (“Milano non si ferma”, “Bergamo non si ferma”), il presidente della Regione, Nello Musumeci, invitava tutti alla prudenza dopo il primo caso di una turista bergamasca risultata positiva al virus a Palermo. 

L’avere praticamente cominciato, se non a bloccare, quanto meno a limitare certe attività, grazie all’allarme lanciato dal presidente Musumeci, unitamente al clima caldo registrato a Febbraio (20-22 gradi, fatto insolito anche per la Sicilia), ha limitato, nella nostra Isola, la diffusione del virus.

Oggi assistiamo a qualcosa che dovrebbe farci riflettere. Già nella prima decade di Settembre la Sicilia registra una crescita di casi: e questo avviene in piena Estate, perché Settembre, dalle nostre parti, è piena Estate. Potrebbe non essere un bel segnale, perché di solito, con le alte temperature, i virus sono o, quanto meno, dovrebbero essere meno aggressivi.

Con molta probabilità, l’aumento di questi casi è il frutto del ‘rilassamento’ estivo dei siciliani e di qualche irrazionalità.

E’ noto che tanti ragazzi siciliani si sono catapultati a Malta per godersi le notti di Paceville. Da qui tanti contagi, con connessi problemi di diffusione del virus, che avrebbero potuto essere evitati.

Poi ci sono stati i siciliani andati in vacanza fuori dalla Sicilia (ma era così necessario?). E i turisti arrivati in Sicilia.

In più la doppia follia:

oltre 20 mila migranti arrivati dal Nord Africa che sono passati quasi tutti dalla Sicilia (e tanti di loro sono ancora in Sicilia dentro strutture che non garantiscono il blocco della diffusione del virus);

e il numero imprecisato di ‘sbarchi fantasma’ con migranti arrivati direttamente in Sicilia facendo perdere le proprie tracce (è di ieri l’ultimo ‘sbarco fantasma’ di migranti a Siculiana, in provincia di Agrigento).

Da segnalare, anche, i casi di infezione registrati tra il personale dei mezzi di trasporto marittimo che operano in Sicilia.

Tutto questo – ribadiamo – in piena Estate.

Ecco – e torniamo alla domanda iniziale -: non è il caso, prima di riaprire le scuole, di riflettere ancora per un paio di settimane? Per decenni, in Italia, la scuola riapriva ad Ottobre e non ci sembra che gli studenti ne abbiano risentito. Non sarebbe opportuno – prima di dare al virus la grande ‘rimescolata’ che arriverà inevitabilmente dall’apertura delle scuole – vedere cosa succede nelle altre Regioni italiane?

Foto tratta da SiracusaOggi.it 

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