Dal 2013 il controllo sui trasporti via mare tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi spetta alla Regione siciliana. Siamo certi che questi controlli, da allora ad oggi, siano stati effettuati? L’argomento è centrale: ricordiamo che, oltre i 100 milioni di euro all’anno di contributi pubblici, i gestori di questo servizio incassano anche una montagna di soldi per i biglietti. Nessuno c’è nel Parlamento siciliano che ha la voglia di fare ‘ballare’ un po’ il Governo su un tema così delicato?
Gli arcipelaghi siciliani – Eolie, Egadi, Pelagie, più le isole di Ustica e Pantelleria – hanno tanti problemi legati, appunto, all’isolamento. Ma ce ne sono altri creati da una pubblica amministrazione che dovrebbe assicurare i servizi essenziali: cosa che, in alcuni casi, fa molto male. E’ il caso dei trasporti via mare.
Nel mese di Agosto, nel collegamento con Porto Empedocle e le isole Pelagia (Lampedusa e Linosa) è successo di tutto: navi che perdono portelloni in mare, navi che vanno in avaria sostituite da altre navi che vanno in avaria.
E dire che, già da tempo, l’Associazione Consumatori Associati di Messina ha più volte denunciato i disservizi nei servizi via mare, ma la Regione siciliana – che è responsabile dei controlli – fa finta di non vedere. la cosa non ci stupisce, se è vero che la Magistratura ha messo in luce rapporti tutt’altro che chiari tra i gestori dei trasporti marittimi della Sicilia e i politici siciliani. Nessuno è stupido.
Siccome l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Falcone, dice dice ma non produce effetti, gli ricordiamo che, da un anno, esiste un documento che lui dovrebbe conoscere molto bene.
Tutto comincia con una diffida dell’Associazione Consumatori Associati di Messina. A questa diffida risponde circa un anno fa il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. E lo fa con una lettera che viene indirizzata, per conoscenza, alla Regione siciliana, Dipartimento Infrastrutture Mobilità e Trasporti Servizio 1- Trasporto regionale aereo e marittimo Palermo, ufficio che fa capo all’assessorato oggi occupato dal citato Marco Falcone.
“In data 12 giugno 2019, tramite invio a mezzo PEC – leggiamo nella lettera del Ministero – lo studio legale ‘Avv. Fulvio Sammartano’, in rappresentanza dell’Associazione Consumatori Associati di Messina, ha inoltrato a quest’Amministrazione l’atto di diffida ex artt. 1 e 3 del D.Lgs. 20 dicembre 2009 n. 198 con il quale, nel segnalare ricorrenti violazioni nell’esercizio dei collegamenti marittimi con le isole minori siciliane da parte della compagnia di navigazione affidataria del rapporto convenzionale con lo Stato, diffida quest’Amministrazione unitamente agli altri soggetti interessati (MEF, Regione siciliana, Compagnia di Navigazione Siciliana, Liberty Lines S.p.A e Caronte e Tourist S.p.A.) a provvedere, entro novanta giorni dalla notifica, a porre in essere gli interventi utili alla soddisfazione degli interessati”.
A questo punto comincia il racconto di questa storia:
“Il processo di privatizzazione delle Società del gruppo Tirrenia, fra cui SIREMAR – si legge sempre nella lettera del Ministero – è stato avviato nel 2009 e, all’esito della procedura di gara svolta dalla gestione commissariale di SIREMAR sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, fu individuato quale soggetto aggiudicatario la Società Compagnia delle Isole S.p.A. Questa Amministrazione, in data 30 luglio 2012, ha proceduto a stipulare, con Compagnia delle Isole S.p.A., la Convenzione per l’esercizio dei servizi di collegamento marittimo fra la Sicilia e le Isole minori. Sulla base di quanto previsto in detta Convenzione, la Società si era impegnata per la durata di 12 anni all’esercizio dei servizi di collegamento oggetto della gara a fronte di un corrispettivo annuo di € 55.694.895,00”.
Per la cronaca, 55 milioni e rotti di euro sono i fondi approntati dallo Stato; a questi si sommano anche i fondi regionali (un’altra cinquantina di milioni di euro all’anno).
“Questa Direzione Generale – prosegue la replica del Ministero – ha effettuato la vigilanza sul rispetto degli obblighi convenzionali, come da disposto dell’art. 10 della convenzione. Sin dall’avvio del rapporto convenzionale (luglio 2012) quest’Amministrazione, nell’esercizio delle competenze ad essa attribuite, ha rilevato numerose criticità, tutte tempestivamente contestate alla Compagnia delle Isole S.p.A. , in adempimento ai compiti di vigilanza ad essa affidati. Tale attività, di fatto, si è concretizzata nell’emanazione di penali per violazioni degli obblighi che, dalla sottoscrizione al giugno 2013, sono ammontate complessivamente ad € 5.021.980”.
“In aggiunta – leggiamo sempre nella replica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – va ricordato che il perdurare di inadempimenti da parte dell’esercente, ha indotto quest’Amministrazione ad avviare, il 14 dicembre 2012, la procedura di risoluzione convenzionale prevista dall’art. 14 , previa richiesta di parere alla Regione siciliana. Successivamente, con nota dell’8 aprile 2013, quest’Amministrazione diffidò formalmente Compagnia delle Isole a porre in essere una serie di adempimenti, in relazione ai quali si aprì una fase di interlocuzioni con l’esercente, la Regione siciliana e alcune Amministrazioni comunali, in particolare il Comune di Lampedusa”.
“Con decreto legge 21 giugno 2013 n. 69 – si legge ancora nella replica del Ministero – le funzioni ed i compiti di vigilanza sulle attività previste in Convenzione sono stati attribuiti, dalla data di entrata in vigore del decreto, alla Regione siciliana. Il decreto legge è stato convertito con legge 98/2013 ed in data 13.9.2013 con Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, si è proceduto ad integrare la disposizione di legge. Pertanto, da tale data, la competenza sulla vigilanza della Convenzione è transitata alla Regione siciliana”.
“A seguito della aggiudicazione della procedura di gara alla Società Compagnia delle Isole – leggiamo sempre nella risposta del Ministero – la Società di Navigazione Siciliana, anch’essa partecipante alla procedura di evidenza pubblica, propose ricorso al TAR Lazio per l’annullamento degli atti della procedura di gara posta in essere dall’Amministrazione Straordinaria Tirrenia /Siremar. Il giudice adito, con sentenza del 7 giugno 2012, si pronunciò per il favorevole accoglimento dell’annullamento del citato decreto del Ministero dello Sviluppo Economico. Con ordinanza cautelare del 18 luglio 2012 il Consiglio di Stato sospese l’esecuzione della predetta sentenza. In data 7 febbraio 2014, il Consiglio di Stato ha confermato la pronuncia del giudice di primo grado del 7 giugno 2012, sopra citata, di annullamento dell’aggiudicazione della procedura di
privatizzazione di Siremar. In applicazione del suddetto pronunciamento, in data 11 aprile 2016, è stata stipulata la nuova Convenzione, di contenuto identico alla precedente, con la Società di Navigazione Siciliana S.p.A, secondo aggiudicatario della procedura”.
Per la cronaca, della Società di Navigazione Siciliana S.p.A. fanno parte le società Liberty Lines e la Caronte & Tourist.
“Le funzioni ed i compiti di vigilanza sulle attività previste dalla Convenzione per l’esercizio dei servizi di collegamento marittimo con le isole minori siciliane, ai sensi del D.L. n.69/20B – si legge sempre nella replica del Ministero – risultano sempre attribuiti alla Regione siciliana. Nel rispetto del principio di buon andamento dell’azione amministrativa, questa Amministrazione ha seguito tuttavia le attività svolte dall’attuale esercente pur nel rispetto del quadro legislativo e contrattuale. Sono stati acquisite informazioni per l’attività di vigilanza su alcuni aspetti quali l’assetto delle navi in servizio e le comunicazioni relative alle omissioni di corse per avverse condizioni meteo e per problemi tecnici. Si è altresì manifestata la disponibilità a collaborare con l’Ente regionale per l’affronto delle tematiche di carattere generale”.
Insomma, il Ministero si dice pronto a collaborare con la Regione siciliana per affrontare i problemi di questo settore. Ma è la Regione che deve intervenire. Infatti nel finale della replica si legge:
“In riscontro all’atto di diffida presentato dalla S.V. ex artt. 1 e 3 del D.Lgs.20 dicembre 2009 n. 198 si fa però presente che, in virtù di quanto sopra espresso e del parere reso dall’Avvocatura Generale dello Stato il 30 novembre 2018, in ordine all’efficacia della convenzione stipulata l’11 aprile 2016 con Società di Navigazione Siciliana per i collegamenti tra la Sicilia e le proprie isole minori, la Regione a cui viene estesa la presente per conoscenza, è l’ente che può attualmente attivare gli strumenti previsti dalla Convenzione per l’equilibrio di interessi cui essa è sottesa”.
Domanda: cos’ha fatto fino ad oggi la Regione siciliana? Ha controllato che il servizio sia efficiente? Il Parlamento siciliano si è interessato di questa storia? Aspettiamo risposte – con atti concreti e non con dichiarazioni di rito – da parte dell’assessore Marco Falcone. Ricordando sempre all’assessore che qui nessuno è cretino.
Interessante un articolo pubblicato dal Notiziario delle Isola Eolie on line a firma di Angelo Giorgianni, già parlamentare nazionale, un battagliero magistrato che segue questa vicenda.
Giorgianni ricorda che cosa è stato chiesto con la diffida:
“1) la verifica, con riferimento al periodo di tempo che va da agosto 2012 ad oggi, del corretto e compiuto adempimento degli obblighi gravanti sulla Compagnia Navigazione Siciliana (Join Venture tra Caronte /Tourist e Ustica Lines);
2) la verifica del corretto e compiuto adempimento/osservanza degli obblighi/oneri gravanti sui Ministeri Vigilanti (ai sensi dell’art. 10, rubricato “Vigilanza”; dell’art. 11, rubricato “Piani generali e schemi di contratto”; dell’art. 12, rubricato “Idoneità’ delle navi e prove in mare”; dell’art. 13, rubricato “Penalità” e dell’art. 14, rubricato “Risoluzione del rapporto per inadempimento della Società” della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 — n. rep. 55);
3) L’ applicazione, ove accertata la sussistenza dei presupposti e con riferimento ai periodo che va da agosto 2012 ad oggi, delle penalità previste dall’art. 13 (rubricato “Penalità’) della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55, nella quantificata misura di €.6.822.302„00 ovvero nella maggiore o minore entità che verrà accertata;
4) l’attivazione, ove accertati i presupposti, della procedura per la risoluzione del rapporto prevista dall’art. 14 (rubricato “Risoluzione del rapporto per inadempimento della Società”) della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con 1e isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55;
5) provveda, ove non venga risolto il rapporto, a rimuovere le cause dei lamentati disservizi, previa effettuazione di una ricognizione completa degli standard qualitativi ed economici dei servizi di trasporto marittimi, dall’agosto 2012 ad oggi, nonché a garantire l’ossequiosa osservanza della regolamentazione pattizia, di cui in “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55, in ogni sua parte;
6) a provvedere ad assumere senza ritardo o ulteriore iniziativa ritenuta o opportuna.
7) a provvedere a pubblicare gli esiti della diffida ai fini di una migliore conoscibilità da parte di tutti i cittadini, nonché a comunicare tutte le iniziative assunte, ai sensi dell’art. 3, comma 1, Dlgs n. 189/09 a Consumatori Associati”.
“Si è formulato, infine, espresso avvertimento – conclude Giorgianni – che nel caso in cui, decorso il termine di novanta giorni dalla notificazione della diffida, l’amministrazione e/o il concessionario non avranno provveduto, o avranno provveduto in modo soltanto parziale, ad eliminare la situazione denunciata e ad adottare tutti i provvedimenti di dovere, verrà proposto, ai sensi dell’art. 3 D. Lgs n. 198/09, ricorso all’Autorità Giudiziaria competente, con espressa riserva di assumere ogni iniziativa finalizzata all’accertamento e quantificazione del danno erariale che sarà derivato dalla omessa adozione dei provvedimenti dovuti”.
Morale: in Sicilia, per i trasporti via mare, si spendono circa 100 milioni di euro all’anno di contributi a fondo perduto tra Stato e Regione siciliana. Più i soldi che i gestori incassano con i biglietti. Un fiume di denaro!
Per capire: un milione di euro equivale a 2 miliardi di vecchie lire, 10 milioni di euro equivalgono a 20 miliardi di vecchie lire, 100 milioni di euro equivalgono a 200 miliardi di vecchie lire!
A questo enorme contributo pubblico annuale di Stato e Regione si sommano le entrate dei biglietti di passeggeri e mezzi gommati. Esiste, in Sicilia, un altro gruppo che incassa tutti questi soldi?
E con questo fiume di denaro assistiamo a portelloni che cadono in mare, nave in avaria di qua, nave in avaria di là, proteste dei cittadini delle isole siciliane, proteste dei turisti.
Quand’è che si metterà un po’ di ordine in questo settore? Ma una bella interrogazione parlamentare, con carattere di urgenza e richiesta di risposta scritta (i discorsi ‘volano’ le parole scritte restano), da presentare all’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, chiedendo conto e regione di ogni linea e di ogni mezzo utilizzato no? (con relativa storia di ogni mezzo di trasporto, a cominciare dagli anni di navigazione).
Al di là di quello che farà il Governo regionale, signori deputati dell’Ars, in questa storia serve più che mai la politica!
QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI ANGELO GIORGIANNI PUBBLICATO SUL Notiziario delle Isola Eolie on line
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal