Al di là della retorica, lo scenario è sempre lo stesso: qualcuno che appicca il fuoco secondo i piani di una strategia terroristica che rimane misteriosa; il fuoco che si propaga velocemente (e non dovrebbe essere così); la notte passata a spegnere l’incendio; animali morti o in fuga; la conta dei danni. Risultato: addio anche al verde di monte Grifone
Da quello che si è capito, il fuoco sarebbe stato appiccato ieri sera tra le 21 e 30 e le 22,00. Un’ora dopo il fuoco che ha travolto monte Grifone – area verde alle porte di Palermo, lato svincolo autostradale per Messina e Catania – era visibile da tante aree della città. Altri alberi della Sicilia andati in fumo. Non si conoscono, fino a questo momento, gli eventuali danni ad abitazioni.
Inutile ribadire le stesse cose. Il fuoco si è diffuso a grande velocità, proprio come avvenuto la scorsa settimana nel verde di Altofonte. Inutile chiedersi se, anche in questa area verde, erano state effettuatele opere di prevenzione del fuoco: pulizia del sottobosco, viali parafuoco e via continuando.
Così com’è inutile chiedersi chi sono i piromani: come scriviamo da qualche anno, dietro la strategia del fuoco – comune a quasi tutte le Regioni italiane e a tanti Paesi del mondo – c’è una strategia terroristica della quale si conosce poco o nulla.
L’unico modo per combattere questi incendi è assicurare la presenza dell’uomo nelle aree verdi della Sicilia 24 ore al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno, effettuando con costanza, a partire da Aprile, le opere di prevenzione degli incendi.
Gli aerei antincendio, gli elicotteri non sono mezzi di prevenzione del fuoco: sono mezzi che intervengono quando il danno delle fiamme è già stato prodotto. Se sono gestiti da privati, servono soltanto a far guadagnare una barca di soldi a chi ne è proprietario.
L’unico dato certo è che, anche il verde di monte Grifone è stato inghiottito dalle fiamme. Sotto il monte Grifone – che prende questo nome dal fatto che, fino agli anni ’60 del secolo passato, qui nidificavano i grifoni – si trova l’acquedotto di Palermo.
Fino ad oggi l’area di monte Grifone non ha mai presentato problemi di dissesto idrogeologico, come invece avviene, ad esempio, nella vicina frazione di Belmonte Chiavelli. Oggi, dopo l’incendio, se non si interverrà subito con la piantumazione di altri alberi, la situazione potrebbe diventare problematica anche da queste parti.
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