Siamo in campagna elettorale e, nel Governo Conte bis, dopo il drammatico incidente nel quale ha perso la vita un migrante (con tre poliziotti feriti), inizia il gioco dello scaricabarile. Così i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle ‘scaricano’ la Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, chiedendo al capo del Governo conte di sostituirla
La gestione dei migranti in Sicilia, dice il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della nostra Isola, “rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell’art. 117, co. 2, lett. b), della Costituzione”. Nella realtà, poco pacificamente, un migrante ha tentato la fuga dal Centro di accoglienza di Siculiana (provincia di Agrigento), è finito sotto un’auto ed è morto. E’ andata meglio a tre poliziotti, che sono rimasti feriti. Una storia bruttissima.
E siccome siamo sotto elezioni, nella maggioranza che regge le sorti del Governo Conte bis è iniziato lo scaricabarile, con i grillini che ‘scaricano’ la Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, che sicuramente non sta brillando nella gestione dei migranti: ma accorgersene solo ora, dopo un doloroso incidente, beh, non è proprio il massimo in ordine alla lealtà politica e di governo:
“Strutture di accoglienza totalmente insicure e inadeguate, non all’altezza di un Paese civile: Conte valuti se chiedere alla Lamorgese di mettersi da parte”, scrivono in un comunicato i parlamentari del Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole.
Ora, che Hotspot e Centri di accoglienza per migranti sono “non all’altezza di un Paese civile” lo ha detto nei giorni scorsi il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Non ci sembra che i grillini siciliani abbiano preso le sue difese. Come mai si ‘svegliano’ solo adesso?
“Da tempo – affermano i deputati – chiediamo al Ministro e alla Regione un cambio di passo nella gestione del fenomeno. A premier Conte, che sta operando benissimo in tantissime direzioni e in un contesto storico difficilissimo, il nostro incondizionato appoggio, ma anche un messaggio: il delicatissimo ruolo al Viminale, specie in un frangente delicato come questo, non può essere affidato ad un tecnico. La misura è colma, non è possibile che fatti come quello di Siculiana accadano o, peggio, si ripetano: il Viminale va affidato a chi ha la forza di prendere decisioni e non lascia tutto in balia degli eventi”.
Giusti i rilievi mossi al Governo nazionale: ma che c’entra la Regione, se il TAR Sicilia, anticipando, di fatto, il giudizio nel provvedimento di sospensiva, ha esautorato la stessa Regione siciliana, scrivendo che la gestione dei migranti “rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell’art. 117, co. 2, lett. b), della Costituzione”?
Dopo di che i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle cercano di tenere l’uva nella pianta, la botte piena e la moglie ubriaca, attaccando il presidente della Regione, Nello Musumeci:
“Musumeci – dicono i deputati grillini – non si faccia comunque illusioni: la gestione del fenomeno da parte della Regione non solo è totalmente fallimentare, ma anche ipocrita e populista”.
Ancora la “gestione”: ma l’hanno letto quello che hanno scritto i giudici amministrativi?
“Non sono certo le inutili ordinanze scritte in favore di telecamere a risolvere un problema complesso – scrivono ancora i parlamentari regionali grillini – come quello dei migranti, specie, poi, se le comunicazioni importanti vengono fantozzianamente inoltrate ad indirizzi di posta elettronica fantasma”.
Che dire? Che i grillini, con un paio di mesi di ritardo, hanno capito che il grande business del migranti se fa gioire chi, in Libia e in Tunisia, lo gestisce, non piace a chi lo subisce: e i primi a subirne le conseguenze, fino ad oggi, sono stati gli abitanti di Lampedusa e i siciliani.
Noi non siamo tifosi del Governo Musumeci: proprio oggi, sui trasporti marittimi, abbiamo sferrato un duro attacco all’assessore regionale Marco Falcone. E su Musumeci e l’assessore Gaetano Armao, in materia finanziaria, ne abbiamo scritto di tutti i colori.
Ma dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammettere che, più passano i giorni, più i fatti danno torto a quelli che, sulla gestione dei migranti in Sicilia, hanno dato torto al presidente Musumeci.