Siamo partiti da un articolo che abbiamo letto di DB. Dove si parla di un importante incontro avvenuto nel Giugno scorso. Si tratta della riunione plenaria del GAFI – FATF, dove si mette in evidenza l’esigenza di un contrasto “al finanziamento del terrorismo ed al riciclaggio di denaro connesso al traffico di migranti”. Così ci siamo ricordati di un articolo di due anni fa e del Ministero dell’Economia e Finanza che…
Da tempo sono in tanti a interrogarsi sulla piega che ha preso il fenomeno dei migranti, sempre meno legato ai Paesi dove sono in corso guerre e carestie, e sempre più contrassegnato dalla presenza di migranti economici. Una possibile spiegazione – a dir la verità piuttosto inquietante – si sintetizza senza giri di parole nel rischio di riciclaggio di denaro.
Cominciamo con una notizia da addetti ai lavori che ha trovato poco risalto mediatico. E una notizia che leggiamo su DB. Tema: antiriciclaggio.
“Il 24 giugno 2020 si è tenuta la riunione plenaria del GAFI – FATF che ha chiuso l’anno di Presidenza cinese ed ha presentato gli obiettivi della futura Presidenza tedesca che, per la prima volta, avrà durata biennale, dal 1° Luglio 2020 al 30 Giugno 2022[1]. Il nuovo Presidente Marcus PLEYER ha esposto gli obiettivi strategici del suo mandato[2], ovvero la trasformazione digitale in ambito AML/CFT, il contrasto al finanziamento del terrorismo ed al riciclaggio di denaro connesso al traffico di migranti, alla criminalità ambientale ed al traffico illecito di armi”.
Per la cronaca, il GAFI – FATF è stato costituito nel 1989 in occasione del vertice dei capi di Stato e di Governo del G7 tenutosi a Parigi. Si tratta di un organismo intergovernativo che promuove strategie di contrasto al riciclaggio dei capitali di origine illecita e, dal 2001, anche di prevenzione del finanziamento al terrorismo.
Il riciclaggio di denaro connesso al traffico di migranti ci ha fatto venire in mente un articolo pubblicato due anni fa dalla Gazzetta del Sud dal titolo:
“Puglia, allarme Bankitalia: rischio riciclaggio nel traffico di migranti”.
Nell’articolo si affronta il tema della cosiddetta “incoerenza geografica dei flussi”.
“È il fenomeno in base a cui – leggiamo nell’articolo – un cittadino siriano invia soldi tramite un money transfer a qualcuno che si trova in Libia, oppure esegue un caricamento di denaro su una carta prepagata che verrà utilizzata da un nordafricano da qualche parte nel cuore d’Europa. Una situazione che in Puglia, secondo gli analisti dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, si è verificata con assiduità preoccupante: tanto da poter essere considerata un pezzo del business legato al traffico dei clandestini”.
Due anni fa, in Puglia, erano state 4 mila 759 le segnalazioni sospette, con una crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente.
Tra le operazioni sospette, leggiamo sempre nell’articolo de La Gazzetta del mezzogiorno, 2si nascondono flussi di denaro che potrebbero rappresentare il pagamento del viaggio, e che costituiscono uno schema registrato in molte altre Regioni. In Puglia riguarda in prevalenza persone di origine mediorientale, in Calabria gli africani, in Sicilia entrambi i gruppi etnici. E Bari, in particolare, in quanto sede di un Centro di accoglienza per richiedenti asilo, è considerata una delle principali origini di questi flussi finanziari: lo dimostrano diverse recenti inchieste in materia di immigrazione clandestina, che hanno individuato nei gestori di alcuni phone-center (luoghi di ritrovo degli immigrati, in cui è possibile anche accedere a reti di money transfer come Western Union e Moneygram) i responsabili o comunque i fiancheggiatori della tratta”.
A questo punto l’articolo entra nei particolari di un sistema che non sempre è oggetto della dovuta attenzione:
“Un fenomeno sempre più intricato – leggiamo ancora nel’articolo – ed aggravato dalla diffusione delle carte di credito prepagate e ricaricabili. Si tratta, in alcuni casi, di strumenti di pagamento totalmente anonimi, che possono essere caricati con un bonifico o anche in contanti e che poi permettono di ritirare il denaro attraverso un qualunque bancomat. Sistemi difficilissimi da tracciare, ma il lavoro di analisi è riuscito a ricostruire – anche grazie alla collaborazione delle autorità di altri Stati europei – meccanismi anche molto complessi”.
“L’ultima trovata in materia di riciclaggio – leggiamo ancora nell’articolo -riguarda però le videolottery, già in passato al centro di indagini relative alla presenza della criminalità organizzata. Si tratta degli scontrini rilasciati dalle «Vlt» (le macchine che si trovano nelle sale giochi) per la riscossione delle vincite, pezzi di carta che possono valere anche migliaia di euro. Siccome le macchine permettono di stampare il ticket anche dopo aver semplicemente caricato una somma di denaro (senza cioè aver giocato un centesimo), alcuni operatori del sistema del gioco legale hanno segnalato uno strano fenomeno in base al cui quegli stessi scontrini vengono riscossi a distanza di settimane dal giorno di emissione”.
Qui arriva una notizia un po’ strana:
“Potrebbero, insomma, venire utilizzati per il trasferimento quasi anonimo di soldi di dubbia provenienza, e senza le limitazioni imposte al denaro contante. Un fenomeno che doveva essere stroncato dall’ultimo decreto in materia antiriciclaggio, in cui è prevista l’introduzione del ticket «parlante» (se il valore supera i 500 euro, lo scontrino deve riportare il codice fiscale del giocatore): ma il Ministero dell’Economia non ha ancora predisposto il decreto con le specifiche tecniche necessarie a modificare il software delle videolottery”.
La notizia è di due anni fa. Da allora ad oggi sono intervenuti cambiamenti? Il Ministero dell’Economia ha fatto qualcosa? Il fenomeno riguarda solo l’Italia o è esteso anche ad altri Paesi? E qual è la situazione in Sicilia?
In teoria, in Sicilia, potrebbero entrare un sacco di soldi…
QUI L’ARTICOLO E LA GAZZETTA DEL SUD
Foto tratta da Il Sole 24 Ore
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