A pochi giorni dalla riapertura delle scuole la confusione regna sovrana. Mancano le aule, non c’è chiarezza sulle condizioni sanitarie. Un comunicato dell’ANIEF dà la misura del caos creato dall’attuale Governo. Idem sulla gestione dei migranti. IL TAR Sicilia ha bloccato l’ordinanza del presidente della Regione, ma adesso il Governo avvierà i controlli sanitari su Hotspot e Centro di accoglienza
Per provare a comprendere ad analizzare la confusione creata dall’attuale Governo Conte bis basta osservare quello che sta succedendo nel mondo della scuola e nella gestione dei migranti.
Cominciamo con la scuola.
Il dibattito sulla riapertura della scuola è iniziato, grosso modo, a metà Aprile. Già allora erano tre gli elementi sui quali agire con celerità: l’aumento del numero delle aule per garantire a studenti e docenti il cosiddetto distanziamento sociale per ridurre i possibili contagi; l’aumento del numero dei docenti; controlli sanitari su studenti e docenti, sgravando i presidi di responsabilità penali nel caso di possibili contagi.
NIENTE AUMENTO DEL NUMERO DELLE AULE – Sull’aumento del numero delle aule abbiamo visto com’è andata a finire: cioè nel caos. In oltre tre mesi il Governo non ha affrontato il problema. Sono mancati i soldi? Assolutamente no: basti pensare ai tenti bonus distribuiti qua e là dal Governo: bonus per le biciclette, bonus per i monopattini, per sistemare le abitazioni e via continuando.
Si sarebbero potuti affittare nuovi locali; utilizzare i locali confiscati alla criminalità organizzata; volendo si potrebbero privilegiare gli studenti fino a 14 anni, garantendogli aule per non più di 14-15 studenti per aula; per gli studenti da 14 anni in su si sarebbero potuti organizzare turni, alternando lo studio da casa con quello a scuola.
IN CLASSE CON LE MASCHERINE! – Certo, la soluzione migliore sarebbe stata quella di prendere nuove aule: tre mesi di tempo sarebbero stati più che sufficienti. Invece? Nulla! Circa una settimana fa, lo stesso Governo Conte bis, prendendo atto del proprio nulla, ha di fatto stabilito che nuove classi non ce ne sono e che gli studenti e i docenti, per rimediare al fenomeno delle ‘classi-pollaio’ (cioè le classi numerose con oltre 30 studenti per classe), dovranno indossare le mascherine durante le ore di lezione!
Riuscite a immaginare ragazzi e docenti con le mascherine per 4-5 ore in classe? Riuscire a immaginare le aule delle scuole del Sud Italia, in molti casi prive di condizionatori, con il caldo che c’è fino a metà Novembre, con 30 studenti assiepati con le mascherine per 4-5 ore?
E che dire del reperimento di nuovi docenti? Noi abbiamo seguito il dibattito su come assumere i nuovi decenti nella trasmissione radiofonica giornaliera di Radio Cusano Campus. Ebbene, Maggio e Giugno sono volati via con il Governo che sosteneva che bisognava reperire i nuovi docenti con i concorsi e con i sindacati della scuola che ripetevano furenti che ci sono docenti precari da dieci-quindici anni che non potevano certo essere lasciati fuori.
Tra l’altro, non si capiva dove avrebbero dovuto avere luogo ‘sti concorsi e con che modalità, visto che siamo in piena pandemia. Alla fine è intervenuto il capo del Governo Conte che, con pragmatismo e buon senso, ha detto che sì, un giorno i concorsi si faranno, ma intanto si procede con il reperimento dei docenti pescando dal personale precario.
E’ finito il caos? Ma quando mai! leggiamo insieme un comunicato del sindacato ANIEF. Dopo aver constatato che, con la riapertura della scuola, i contagi aumenteranno e che sarà così in tutto il mondo, i sindacalisti dell’ANIEF scrivono di non essere affatto tranquilli.
“Restiamo convinti che occorrano regole chiare sulla prevenzione, quindi agevolando al massimo la somministrazione del test sierologico a docenti e Ata che chiedano espressamente di attuarlo, a differenza della confusione che regna sovrana in questi giorni”.
CONTROLLI SANITARI NELLE SCUOLE: CHI LI FARA’? – “Occorre fare chiarezza su chi deve somministrare questi esami – prosegue il sindacato – se il medico di base o no, evitando il rimpallo con le Asl. Poi ci sono province dove l’adesione al test sierologico, a cui nei casi positivi deve eseguire il tampone per la conferma, è stata massiccia; in altre province invece molto meno”.
Insomma, a qualche giorno dalla riapertura della scuola, mentre in Italia aumentano i contagi, non c’è ancora chiarezza su test sierologici e tamponi. Caos su caos.
Il sindacato non ha certo dimenticato che mancano le nuove aule:
“Serve sicuramente una check list su tutto quello che è stato chiesto e non si è ottenuto, da parte di ogni singola scuola attraverso dei monitoraggi degli istituti”, avverte il presidente dell’ANIEF, Marcello Pacifico.
“In ogni Paese d’Europa si è scelto comunque di ripartire – dice Pacifico – l’Italia sarebbe l’unico a fare eventualmente il contrario e non è giusto. È giusto chiedere invece con insistenza al Governo e fare in modo che le autorità diano la massima disponibilità, in termini di risorse finanziarie, ma anche umane in termini di personale per poter smistare gli alunni, mantenere il distanziamento sociale e cercare il più possibile di evitare la didattica a distanza”.
Il presidente dell’ANIEF ricorda che in Germania hanno già chiuso centinaia di istituti scolastici che non garantivano il distanziamento sociale. L’ultima parte del comunicato dà la misura quasi precisa di quello che l’attuale Governo non ha fatto:
“ANIEF ritiene importante attivare quei tavoli ulteriori previsti dal protocollo sicurezza, in modo da fornire risposte agli alunni ma anche al personale, a partire da lavoratori ‘fragili’, come provvedere ad implementare gli organici, ritornando anche alle sedi scolastiche precedenti allo sciagurato dimensionamento prodotto negli ultimi 15 anni, così da trovare anche gli spazi aggiuntivi, ma anche il possibile reinserimento del lavoro agile per il personale Ata, anche andando a prevedere, come ipotesi peggiore, il ritorno alla didattica non in presenza“.
Anche il sindacato ANIEF ammette che, in questa situazione caotica gli studenti – non sappiamo quanti – dovranno studiare da casa.
DE LUCA: IMPOSSIBILE APRIRE LE SCUOLE – Chi è stato molto chiaro è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca:
“Governare questa fase sarà difficile. Saremo chiamati a decisioni importanti tra una o due settimane. Nelle condizioni attuali non è possibile aprire le scuole. Non so cosa saranno in grado di fare in due settimane, ma avremo scelte complicate da fare” (dichiarazione rilasciata a a sky tg 24).
PRESIDI RESPONSABILI O NO? – In tutto questo, il Governo non ha ancora fatto chiarezza sulle responsabilità: dei possibili problemi (sarebbe più corretto scrivere dei probabili, se non quasi certi problemi) ne risponderà Roma e ne risponderanno i presidi?
Ancora: c’è da stupirsi se, in questo caos, ci siano docenti che abbiano deciso di mettersi in aspettativa?
CAOS MIGRANTI – Andiamo alla gestione dei migranti. Il Governo dice che, negli ultimi mesi, in Italia, sono arrivati 18 mila migranti. C’è da credergli? No. Basti pensare a tutti gli ‘sbarchi fantasma’ avvenuti in Sicilia. Una parte di questi sbarchi sono stati notati, di altri non si sa nulla. Si tratta di centinaia e centinaia di persone arrivate in Sicilia (e, in alcuni casi anche in Sardegna) delle quali non si sa nulla!
I migranti arrivati in Sicilia – per l’80% e oltre dalla Tunisia – pagano un sacco di soldi. Ora, dopo aver pagato una barca di soldi, ritrovarsi, di fatto, prigionieri, ammassati negli Hotspot e nei Centri di accoglienza, con temperature che superano i 30 gradi centigradi, con servizi carenti non deve essere facile.
Tutti noi ricordiamo cosa è avvenuto circa mese fa a Porto Empedocle, quando sono stati ammassati più di 500 migranti dentro una tensostruttura. Il caldo di quel giorno era insopportabile. In tanti sono scappati. Cosa avrebbero dovuto fare?
Lo stesso discorso si registra in quasi tutti gli Hotspot e i Centri di accoglienza dell’Isola, ma anche negli Hotspot e nei Centri di accoglienza del resto d’Italia. Un caos indescrivibile.
In questo caos il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sta adottando due provvedimenti: un’ordinanza per svuotare Hotspot e Centri di accoglienza presenti nella nostra Isola e l’avvio dei controlli sanitari negli Hotspot e nei Centri di accoglienza.
E’ evidente che se gli Hotspot e i Centri di accoglienza migranti della nostra Isola fossero stati svuotati, il secondo provvedimento non sarebbe stato attualo.
Il TAR Sicilia, investito della questione da un ricorso del Governo nazionale, ha bloccato l’ordinanza del presidente della Regione in attesa del giudizio di merito atteso per il 17 Settembre o giù di lì.
CONTROLLI SANITARI – A questo punto, supponiamo già da oggi, verrà attuato il secondo provvedimento disposto dal Governo regionale: i controlli sanitari su Hotspot e Centri di accoglienza per migranti? E’ tutto in regola in questi luogo dove vengono ammassati i migranti?
E se – com’è molto probabile – le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) alle quali, con molta probabilità, verrà affidato il compito di effettuare i controlli sanitari su Hotspot e Centri di accoglienza accerteranno che tali luoghi vanno chiusi perché non ci sono le condizioni igienico-sanitarie per continuare a tenerli aperti il Governo nazionale che farà? Un secondo ricorso al TAR Sicilia? Motivandolo con quali argomenti?