L’aspetto contraddittorio, se non tragicomico, di una vicenda che Roma sta trasformando in un’operetta oscena, oltre che morale è anche economico: agl’italiani si chiede “prudenza” e, soprattutto, di evitare gli “assembramenti” (vedi la chiusura delle discoteche). Dopo di che i migranti vengono ammassati dove capita…
Ormai è scontro aperto sui migranti tra lo Stato italiano, che ha deciso di trasformare la Sicilia nell’Hotspot europeo, e la Regione siciliana di Nello Musumeci che rifiuta questa prospettiva. Il Governo regionale non va allo scontro con Roma – come noi speravamo – sull’articolo 31 dello Statuto, ma vira sulla sanità.
“Il Viminale – ha dichiarato a Rainews24 Musumeci – avrà tempo e modo per far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune. E’ chiaro che lo stesso faremo noi”.
Sul Giornale di Sicilia on line leggiamo la seguente dichiarazione del presidente della Regione:
“Ho grande rispetto per le competenze del Viminale e per i rapporti istituzionali in generale, ma la competenza sanitaria in tempo di epidemia è del presidente della Regione. Io mi sono mosso solo in funzione di questa mia competenza, vedremo cosa deciderà la magistratura qualora la mia ordinanza dovesse essere impugnata”.
“L’assessore alla Salute Ruggero Razza sta preparando una circolare – ha spiegato il Governatore dell’Isola – per rendere concreta l’applicazione della mia ordinanza. Quindi noi andiamo avanti”.
“La mia ordinanza – ha sottolineato Musumeci – serve a tutelare la salute dei siciliani, dei turisti e dei migranti. Io non ho rivendicato competenze che appartengono allo Stato. Ricordo che sono soggetto attuatore con delega dello Stato di competenze che attengono la materia sanitaria e solo di quello mi sto occupando. Credo che la mia ordinanza serva a tutelare non soltanto la salute di chi vive in Sicilia, ma anche la dignità dei migranti, ammassati in assoluta promiscuità, mentre poi io ai siciliani devo chiedere di mantenere il distanziamento, di indossare la mascherina, di essere cauti”.
“Non è competenza della Regione il fenomeno migratorio, riguarda Roma – ha evidenziato Musumeci -. Io devo solo dichiarare dal punto di vista igienico sanitario compatibile la presenza di centinaia di migranti nelle strutture dello Stato giacenti in Sicilia. La mia risposta, e quella dei medici che hanno eseguito il sopralluogo, è che no, non è compatibile. Quindi debbo chiudere le strutture che costituiscono pregiudizio per la salute dei migranti e, con le ricadute sul territorio, per la salute dei siciliani. Non intendo più essere complice e corresponsabile di un trattamento riservato ai migranti che è assolutamente amorale, e al tempo stesso mette a rischio la salute della gente che vive nella mia terra”.
Noi in verità – lo ribadiamo – sognavamo uno scontro sull’articolo 31: ma va bene lo stesso. Obiettivamente, il ragionamento del presidente Musumeci sulla sanità non fa una grinza. Basti pensare ai titolari delle discoteche, che nel nome dell’emergenza sanitaria sono stati costretti a bloccare le proprie attività, con danni economici enormi.
Pensiamo ai locali all’aperto della Sicilia, dove fino a metà Novembre si sta fuori senza problemi. A questi operatori economici, nel nome dell’emergenza sanitaria, hanno bloccato le attività.
Dopo di che si scopre che lo stesso Governo nazionale che ha bloccato le discoteche ammassa i migranti “in assoluta promiscuità – come ricorda il presidente della Regione siciliana – mentre poi io ai siciliani devo chiedere di mantenere il distanziamento, di indossare la mascherina, di essere cauti”.
E ora cosa si inventeranno Giuseppe Conte e i sui Ministri? Che diranno agl’italiani, soprattutto ai giovani, ai quali chiedono “prudenza”? Che a ballare non si deve andare, che l’aperitivo va evitato, che bisogna rispettare il “distanziamento sociale” mentre i migranti vivono ammassati in condizioni che definire precarie è un eufemismo, per poi scappare un giorno sì e l’altro pure per mescolarsi con le persone alle quali si chiede di non dare luogo ad ‘assembramenti’?
Come si usa dire dalle nostre parti, c’è ‘i ririri…
QUI L’Articolo del Giornale di Sicilia
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