Ma che interesse hanno i meridionali e i siciliani a difendere la rappresentanza parlamentare romana che, dal 1994 ad oggi, ha sistematicamente penalizzato il Sud e la Sicilia? La riduzione dei parlamentari di Camera e Senato finirà di distruggere l’Italia? Meglio: così il Sud e la Sicilia potranno liberarsi prima dagli invasori che li tiranneggiano dal 1860!
Anche in Sicilia in tanti sono preoccupati per l’esito del referendum sulla riduzione dei parlamentari di Camera e Senato. Bisogna votare No, dicono, per evitare la riduzione della rappresentanza democratica. Ora, che il referendum sia sbagliato non ci sono dubbi: non c’è bisogno di essere costituzionalisti per capire che ampie parti dell’Italia, se vinceranno i Sì, non saranno più rappresentate.
La domande sono tre:
vista dal Sud italia e dalla Sicilia che cosa ce ne frega a noi di questo referendum?
ma davvero i meridionali e i siciliani pensano di essere stati rappresentati alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica dal 1994 ad oggi?
e cosa glielo fa pensare se i fatti raccontano l’esatto contrario?
Che ci siano stati parlamentari nazionali eletti nel Sud e in Sicilia a partire dal 1994 è un fatto oggettivo. Che questi parlamentari eletti nel Sud e in Sicilia si siano ‘sistemati’ non ci sono dubbi.
Ma a partire dal primo anno dell’éra berlusconiana fino ai nostri giorni questi deputati e questi senatori eletti nelle Regioni del Sud e in Sicilia cos’hanno prodotto di concreto per il Sud e per la Sicilia?
Sono aumentati gli investimenti dello Stato nel Sud e in Sicilia? No: al contrario, sono stati azzerati, sostituiti solo in parte dai fondi europei.
E’ aumentata l’occupazione nel Sud e in Sicilia? No, al contrario il numero di disoccupati è cresciuto.
E’ migliorata la situazione nella sanità pubblica del Sud e della Sicilia? No, anzi è peggiorata.
Sono state realizzate più strade e più autostrade nel Sud e in Sicilia? Assolutamente no: anzi, la situazione è peggiorata.
Sono state realizzate nuove tratte ferroviarie nel Sud e in Sicilia? No, anzi alcune tratte storiche del Sud e della Sicilia sono state smantellate.
E’ migliorata la spesa sociale nel Sud e in Sicilia, con riferimento ad anziani, minori a rischio e ad altre categorie deboli? No, al contrario la legge nazionale n. 328 del 2000 è stata praticamente azzerata, e mentre nel Centro Nord Italia Regioni e Comuni, bene o male, si sono sostituiti allo Stato, nel Sud e in Sicilia Regioni e Comuni taglieggiati dallo Stato hanno ridotto al lumicino gli interventi in favore delle fasce deboli.
E’ migliorata, dal 1994 ad oggi, la situazione nell’agricoltura del Sud e della Sicilia? Assolutamente no, anzi è notevolmente peggiorata: basti pensare al grano duro canadese che ha in buona parte sostituito il grano duro del Sud e della Sicilia, all’ortofrutta di pessima qualità che arriva dall’universo mondo massacrando l’ortofrutta del Sud e della Sicilia e via continuando.
L’elenco dei disastri andati in scena dal 1994 ad oggi potrebbe continuare. Chi ha dubbi si vada a rileggere o leggere le relazioni della SVIMEZ dalla seconda metà degli anni ’90 ad oggi.
O rifletta sul dato elaborato dall’EURISPES, stando al quale le Regioni del Centro Nord Italia, dal 2000 ad oggi, hanno scippato alle Regioni del Sud e alla Sicilia 840 miliardi di euro.
Cos’hanno fatto i parlamentari nazionali eletti nel Sud Italia e in Sicilia dal 1994 ad oggi per evitare tutto questo? Nulla!
E adesso che facciamo? Ci andiamo a preoccupare del fatto che si ridurrà il numero dei parlamentari nazionali, ovvero di soggetti da 14-15 mila euro al mese eletti nel Sud e in Sicilia che, sul piano dei risultati concreti, non hanno prodotto nulla per il Sud e per la Sicilia?
Ma cosa ci guadagnerebbero i cittadini del Sud e della Sicilia se al referendum dovessero vincere i No? Nulla! E allora perché ci stiamo preoccupando? Per l’Italia che continua a trattare il Sud e la Sicilia come colonie?
La riduzione dei parlamentari nazionali finirà di sfasciare l’Italia? Assolutamente sì. Ma questa, per i meridionali e per i siciliani è una bellissima notizia!
Nel Marzo del 2018 i cittadini del Sud e della Sicilia hanno votato in massa il Movimento 5 Stelle non perché pensavano di mandare a Roma degli statisti, ma per finire di sfasciare l’Italia sbagliata che tiranneggia il Sud e la Sicilia dal 1860.
Il seguito lo conosciamo: prima i grillini si sono alleati con la Lega e poi con il PD, due forze politiche ferocemente antimeridionali e antisiciliane!
A tutti i meridionali e siciliani che andranno a votare No al referendum per mantenere in piedi un Parlamento nazionale che, dal 1994, penalizza sistematicamente il Sud e la Sicilia ricordiamo che l’attuale Governo di PD, grillini e renziani, d’accordo con la Lega, stava per applicare l’Autonomia differenziata, ovvero la ‘Secessione del Nord’, ovvero lo scippo di altri 60-70 miliardi di euro all’anno alle Regioni del Sud e alla Sicilia.
Se ciò non è avvenuto, ebbene, dobbiamo ringraziare il Coronavirus. Ma state tranquilli meridionali e siciliani: prima della fine di questa legislatura l’Autonomia differenziata verrà approvata: e sarà l’ennesima fregatura per il Sud e per la Sicilia.
E allora? I grillini – lo ribadiamo – sono stati mandati a Roma per finire di sfasciare l’Italia. E ora che stanno facendo finalmente una cosa giusta, che avrà effetti positivi sul Sud e sulla Sicilia li andiamo ad ostacolare? Ma cosa gliene frega ai meridionali e ai siciliani della “rappresentanza democratica” in Italia?
Ricordatevi che, prima si sfascerà l’Italia, prima il Sud e la Sicilia torneranno liberi: il Sud se ne tornerà con i Borbone e noi siciliani ci prenderemo la nostra Indipendenza che negli anni ’40 del secolo passato il contesto internazionale ci ha negato.
Non sempre la storia è fatta di corsi e ricorsi. Qualche volta si può anche progredire.