Che era un dramma si era capito fin dalle prime battute. Ieri, con il ritrovamento dei resti del bambino (al 99% sono i resti del piccolo Gioele), molte cose sono state chiarite, altre no. Proviamo a ripercorrere i fatti più importanti di una vicenda che presenta ancora punti interrogativi
La conferma dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Ma sembra chiaro a tutti che i resti trovati ieri a poco più di 400 metri dove Viviana Parisi giaceva morta sono quelli del suo figlioletto, Gioele. “I resti – dice il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti, Angelo Vittorio Cavallo – sono compatibili con un bambino di 3 o 4 anni. Ovviamente ancora non possiamo dare certezze scientifiche, vanno fatti tutti gli accertamenti medico legali”.
Già, i resti del corpo di un bambino di quattro anni: la testa, il tronco, gli arti e brandelli di vestiti. I vestiti dovrebbero essere mostrati ai familiari del bambino, a cominciare dal papà, per verificare se il piccolo Gioele li indossava quando è uscito di casa con la mamma.
Sul quotidiano La Sicilia leggiamo ancora una dichiarazione del procuratore Angelo Cavallo:
“In questo momento ci dobbiamo stringere attorno a questa famiglia e a questo bambino. Abbiamo sempre pensato che si trovasse in questo posto e i fatti ci hanno dato ragione. Ringrazio tutte le persone che a qualsiasi titolo hanno contribuito alle ricerche. Ora dobbiamo lavorare come abbiamo fatto fin’ora e andare a fondo a questa storia triste. Ci siamo fatti delle ipotesi su quanto sia successo, se ne sono rafforzate alcune ne abbiamo scartate delle altre. Perdono quota piste riconducibili ad ambiti familiari. Ma lasciateci lavorare e fare tutti i ragionamenti del caso. Molte ipotesi restano ancora in piedi dobbiamo lavorare e riflettere. L’autopsia verrà effettuata a breve”.
La storia, anzi, la tragedia sembra conclusa. Ma sono ancora tanti gli interrogativi di questa vicenda. Punti oscuri da chiarire. I parenti del bambino lamentano – e forse non hanno tutti i torti – i ritardi nelle ricerche del piccolo. Il corpo della madre – Viviana Parisi – è stata trovata l’8 Agosto. I resti del corpo del bambino (che al 99%, com’è stato detto ieri, dovrebbero essere quelli del piccolo Gioele) sono stati trovati solo ieri, a poco più di 400 metri circa del luogo dove giaceva il corpo della madre.
Perché tutto questo tempo? Eppure le ricerche non si sono mai fermate. La zona è sicuramente impervia, ma sono circa 7 chilometri quadrati, non centinaia di chilometri! Alla fine, quella che è un’area ristretta è stata battuta per oltre dieci giorni da personale altamente specializzato: vigili del fuoco, carabinieri, soldati dell’esercito, uomini della Forestale. Sono stati utilizzati droni e cani molecolari. Sono intervenuti geologi, mentre i sub hanno dragato i laghetti vicini. Tutto inutile. E questo nonostante i resti del bambino giacevano a circa 400 metri da dove è stato ritrovato il corpo della madre.
Poi, ieri, un volontario – un carabiniere in congedo – con attrezzi normali si è fatto largo tra la boscaglia e ha trovato i resti del bambino.
Sono ancora tanti i fatti da chiarire in questa storia. La donna che esce di casa con il figlioletto da Venetico – piccolo Comune del Messinese di poco più di 4 mila abitanti – per recarsi a Milazzo. Questa, almeno, è la versione ufficiale.
C’è un particolare: Viviana Parisi esce da casa con il bambino, ma non ha con sé il telefono cellulare. Oggi, per tutti noi, il telefono cellulare è un compagno fedele: quando non si trova addosso a noi, nella stragrande maggioranza dei casi, è perché, per distrazione, l’abbiamo dimenticato.
La donna ha lasciato in casa il telefono cellulare per distrazione o è stata una scelta volontaria? Quando lasciamo in casa il telefono cellulare, di solito, lo facciamo perché non vogliamo essere rintracciati.
Appena in auto Viviana decide di cambiare itinerario. Sembra che, insieme con il bambino, volesse recarsi presso la Piramide voluta dall’ideatore della Fiumara d’Arte, Antonio Presti, che si trova a Motta d’Affermo.
Che cosa sia successo dopo è chiaro in alcuni passaggi, mentre altri passaggi rimangono ancora oscuri. Di certo c’è l’impatto dell’auto dove viaggiavano Viviana e il suo figlioletto con un furgoncino. Dopo l’incidente – alla fine un banale incidente – la donna decide di scappare in mezzo ai boschi. Perché scappava? E da chi? O forse era solo confusa?
Forse non attraversava un bel periodo, così abbiamo letto qua e là sui giornali. Il periodo di chiusura provocato dall’emergenza Coronavirus l’aveva provata. Questo sicuramente ci sta, perché è una condizione comune a molti.
La donna scappa tra i boschi. Ci sono i testimoni. Alcuni dicono che era sola, altri testimoni dicono d’averla vista con il bambino. Di questi ultimi, per alcuni giorni, si perdono le tracce. Eppure sono testimoni importanti, perché hanno visto che Viviana Parisi si allontanava in mezzo ai boschi con il figlioletto.
Poi spunta un video, dal quale si evince che la mamma e il figlio erano insieme in auto poco prima dell’incidente. Poi si materializzano i testimoni che hanno visto Viviana allontanarsi con il bambino in mezzo ai boschi: sono turisti tornati dal Nord Italia dopo aver capito che la loro testimonianza era centrale.
Le ricostruzioni non danno ancora certezze. Resta in piedi la pista dell’omicidio-suicidio: la mamma avrebbe ucciso il figlioletto e poi si sarebbe uccisa. Tesi, questa, sempre contestata dai familiari: “Amava troppo il figlio, non l’avrebbe mai fatto”.
C’è la seconda tesi: mamma e figlioletto potrebbero essere stati aggrediti e uccisi: da chi? Sono in corso le analisi sulle celle telefoniche della zona, per capire se nell’area del ritrovamento dei corpo di Viviana Parisi e di Gioele ci fossero altre persone.
Ci sono gli esami autoptici sui due corpi. Gli esami sul corpo della mamma sono già stati eseguiti: ci sono ancora dubbi sulla data e sull’ora precisa della morte della donna, che non sono affatto elementi secondari. I medici legali ipotizzano che il decesso di Viviana Parisi possa essere stato causato dalla caduta da un’altezza elevata: il traliccio.
Ora si attendono gli esami sui resti del corpicino di Gioele.
Forse la chiave di questo giallo sta negli “animali selvatici”? Mamma e figlioletto sono stati aggrediti dagli animali? In Sicilia gli animali selvatici che possono aggredire gli uomini non sono tanti: i più diffusi sono i cinghiali, che a migliaia e migliaia battono indisturbati le aree verdi della nostra Isola. Nessuno fa nulla per contenere questi animali, che hanno più volte dimostrato di essere aggressivi.
La mamma e il bambino, per sfuggire a un possibile assalto dei cinghiali si sono arrampicati sul pilone? E poi che sarebbe successo?
Tanti passaggi ancora da chiarire.
Foto tratta da Avvenire.it
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