E’ inutile che ci giriamo attorno: con i migranti, ormai, il gioco sta diventando insostenibile. E non è così solo in Sicilia: è così in quasi tutte le città italiane dove vengono portati i migranti. Il caso della Sardegna dove, stando a quanto leggiamo in un quotidiano sardo, i migranti compiono furti e importunano le minorenni
Di fatto è un’invasione. Quando a Lampedusa, in un paio di giorni, arrivano circa mille migranti, per lo più tunisini è un’invasione, se è vero che gli abitanti dell’isola sono poco più di 5 mila. E’ chiaro che l’invasione di Lampedusa è ‘pattiata’ (per i non siciliani concertata): i barchini non arrivano da soli dal Nord Africa: sono accompagnati a ridosso dell’isola dalle navi-madri che nessuno blocca. In pratica, è un “prego si accomodi”.
Poi, certo, tocca al sindaco di Lampedusa, Salvatore ‘Totò’ Martello: la situazione è insostenibile, chiediamo lo stato di emergenza e bla bla bla. Dopo di che – con la nave di linea, insieme con i turisti – i migranti vengono portati a Porto Empedocle e, da qui, vengono dirottati dove capita.
Oggi il gioco si è interrotto perché la nave di linea che fa la spola tra le isole Pelagie e Porto Empedocle – la Sansovino – ha perso un pezzo a Linosa: il portellone centrale della nave si è staccato ed è finito in mare.
A conti fatti, il Governo di PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali si trova a gestire l’operazione migranti che abbiamo vissuto con il Governo Renzi, quando Ministro era Angelino Alfano: migranti, sbarchi, Hotspot, Centri di accoglienza e una barca di soldi pubblici!
E oggi? Solo a Dicembre capiremo quanto sta costando alle ‘casse’ dello Stato la ripresa in grande stile del business migranti.
Detto questo, abbiamo il dovere di avvertire chi tira le fila di questo grande affare che in Italia – anche a causa dell’emergenza Coronavirus – c’è molta stanchezza. Anche perché la pandemia rende, come dire?, meno ‘fluido’ il sistema.
Negli anni d’oro dell’operazione Mare Nostrum un migrante pagava 4-5 mila euro, ma appena messo piede in Sicilia, tutto sommato, faceva quello che voleva. Il sistema, allora, prevedeva che una quota minima di migranti restasse nei Centri di accoglienza sparsi in tutta l’Italia per consentire a chi li gestiva di lucrare. La ‘sosta’ durava poco perché il ‘ricambio’ era continuo. Alla fine i migranti prendevano la via della Francia, dell’Austria, della Germania e del Nord Europa.
Oggi i disgraziati pagano lo stesso non sappiamo quanti soldi, ma appena mettono piede in Italia, di fatto, li ‘imprigionano’ per la quarantena. Ci sono anche i positivi che vanno curati. E non ci risulta che sia agevole, per loro, raggiungere la Francia, la Germania, il Nord Europa e altri Paesi europei. Insomma, un gran casino per l’Italia e per loro.
Anche perché, spesso, le strutture che li ospitano sono anguste: normale che tanti di loro scappino: hanno perfettamente ragione!
Quando scriviamo che l’Italia è al limite di sopportazione, lo facciamo con cognizione di causa. Perché è ormai chiaro a tutti che quella messa in atto – per esempio – dalla Tunisia è una strategia per scaricare sull’Italia i tanti disoccupati provocati dall’emergenza Coronavirus.
In questo modo la Tunisia si sgrava di disoccupati e li piaza sul groppone dell’Italia. Con molta probabilità, è una strategia ‘pattiata’ con l’Unione europea, che per tenersi buona la Tunisia consente a questo Paese di invadere l’Europa di olio d’oliva extra vergine al prezzo di 1, massimo 2 euro al litro. Con il risultato – con riferimento all’Italia – di favorire chi imbottiglia olio d’oliva extra vergine, spacciandolo per italiano, penalizzando chi, in Italia, produce il 90% di olio d’oliva extra vergine: e cioè Puglia, Calabria e Sicilia.
Tutte queste cose ormai sono chiare. E la gente comincia ad avere le scatole piene. La storiella della solidarietà umana, che la finta e fallimentare sinistra post comunista italiana utilizza per tenere in piedi questo sistema fatto di migranti, di olio d’oliva extra vergine di pessima qualità, di agrumi africani che penalizzano gli agrumi siciliani, di ortaggi egiziani, di pomodorini Centro e Nord africani, insomma, tutto questo non incanta più nessuno.
Anche perché questo sistema, oltre a pesare sul sistema sanitario siciliano, penalizza l’agricoltura siciliana e distrugge il mercato del lavoro, creando conflitti sociali tra i migranti e i poveri della Sicilia che aumentano di giorno in giorno. Insomma, una guerra tra poveri.
Vero è che tanti siciliani hanno capito il gioco e non voteranno più per PD e Movimento 5 Stelle (non citiamo gli altri due partiti di governo, perché in Sicilia sono sotto il 2%), ma in questo momento la questione migranti e l’attacco all’agricoltura siciliana pesano assai!
Non è solo una questione siciliana. In Sardegna c’è il problema degli sbarchi algerini. Anche in questo caso si tratta di migranti economici. Leggiamo insieme alcuni passi di un articolo pubblicato da sardianiapost.it:
“Non si fermano gli sbarchi di migranti lungo le coste della Sardegna e non si fermano nemmeno le polemiche per le fughe dal Centro di accoglienza di Monastir. Da questa mattina a sono arrivati complessivamente 43 algerini. I primi due sbarchi sono stati registrati a Cala Cipolla. In spiaggia sono arrivati due barchini con a bordo rispettivamente 11 e 6 migrati. Sul posto c’erano i carabinieri che dopo averli bloccati li hanno accompagnati nel centro di prima accoglienza. Il terzo sbarco è avvenuto a Porto Tramatzu nel Comune di Teulada: arrivati in questo caso altri quattro algerini. Successivamente altre dieci sono arrivati a Sarroch e altri 12 a Sant’Antioco. Dopo le prime visite mediche e le operazioni di identificazione, i migranti sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza di Monastir, dove rimarranno in quarantena”.
“Proprio ieri – prosegue l’articolo – il Centro di accoglienza è stato oggetto di polemiche. La sindaca di Monastir, Luisa Murru, ha scritto una lettera inviata alla prefetta vicaria, Paola Dessì, al presidente della Regione, Christian Solinas e alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, segnalando l’ennesima fuga dei migranti del centro di accoglienza”.
Qui arriva la parte più drammatica:
“Alcuni si sono recati al vicino Centro Commerciale – scrive la prima cittadina – e hanno compiuto dei furti, altri sono arrivati nel nostro paese e hanno importunato alcune minorenni. Episodi di questo genere ai danni di attività commerciali e di cittadini sono già accaduti nelle settimane precedenti. Da cittadina e da sindaco ho sempre dato grande importanza all’accoglienza e all’integrazione, ma ritengo che questi episodi non siano accettabili e che il mio territorio abbia diritto alla serenità che sempre lo ha caratterizzato”.
Sul caso è intervenuto anche il sindacato di polizia Siap.
“I gravissimi problemi lamentati dalla sindaca di Monastir in riferimento alla gestione dei migranti rinchiusi in una struttura totalmente inadatta all’esigenza di evitare l’allontanamento dei soggetti in quarantena, sono i primi segnali di una situazione in evoluzione negativa – scrive il segretario provinciale del Siap, Mauro Aresu -. Ora siamo certi che il problema verrà scaricato sulle forze dell’ordine preposte alla vigilanza, magari aumentando le aliquote impiegate, cosa che inciderebbe pesantemente su organici già in forte carenza”.
Secondo il Siap, “la situazione a Monastir è esplosiva perché gli ospiti, in gran parte soggetti poco avvezzi al rispetto delle regole, sono costretti a lunghissime quarantene a causa dei contagi a catena dovuti alla promiscuità di persone sbarcate in tempi diversi – spiega Aresu -. Speriamo di essere smentiti ma più si allungano i tempi di permanenza dei migranti nel centro e più sale il pericolo di problemi di ordine pubblico. Sicuramente le gravi problematiche relative alle procedure di quarantena e le carenze strutturali, che non impediscono allontanamenti, verranno scaricate sulle forze dell’ordine dimenticando che i soggetti non sono detenuti e non vi sono normative che contemplino l’uso della forza per impedire gli allontanamenti”.
Il Siap ribadisce “servono strutture adeguate e forse l’unico mezzo veramente efficace è l’utilizzo di una nave ‘quarantena’ anche per la Sardegna. Al riguardo qualcuno ha sollevato questioni di costi ma non dimentichiamo che la sicurezza dei cittadini non ha prezzo”.
La nostra conclusione? Il Governo nazionale Conte bis sta tirando troppo la corda…
QUI L’ARTICOLO DI SARDINIAPOST.IT