Ma certi cittadini di Palermo pensano veramente che certi lavori eterni debbano essere completati? Ci vuole così tanto a capire che i lavori per il collettore fognario e per il ‘mitico’ Anello ferroviario sono concetti filosofici e non volgari opere pubbliche? Questi signori di Confcommercio Palermo, presi come sono dalla realtà, non colgono né la dimensione mistica, né la maieutica degli appalti dell’éra orlandiana…
“… E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore”.
Così una notte, uscendo dalla miniera, Ciàula scopre l’esistenza della Luna. Non ci crederete, ma lo stesso ‘spirito’ della celebre novella di Luigi Pirandello noi lo ritroviamo nei vertici di Confcommercio Palermo che, dopo quasi un decennio di appalti dell’éra orlandiana, scoprono la vera natura degli eterni lavori pubblici che ricordano i rotoloni di una celebre pubblicità: i rotoloni che non finiscono mai!
E non finiscono mai anche gli appalti dell’éra orlandiana: cominciano per poi tendere verso l’infinito (matematico e non leopardiano: non facciamo confusione), in un incedere verso una dilatazione mediterranea del tempo e dello spazio (tolto ovviamente ai cittadini e alle attività economiche).
A Palermo i lavori del collettore fognario, così come i lavori del mitologico Anello ferroviario sono ancora alla ricerca del filo di Arianna perso tra ZTL e immaginifiche pedonalizzazioni. E mentre spazio e tempo giocano a nascondino, i vertici di Confcommercio cercano di tornare alla realtà grigia e altezzosa e, a proposito dell’allungamento del ‘sugo’ del collettore fognario, commentano stizziti:
“L’ennesima dimostrazione di inadempienza rispetto alle scadenze e agli impegni presi e di inefficienza di un’amministrazione comunale sempre più distante dalla esigenze dei cittadini”.
Insomma, a Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, la nuova ordinanza ‘presocratica’ che proroga fino a Dicembre (per ci ci crede) la chiusura di via Roma, nel tratto compreso tra via Ammiraglio Gravina e via Emerico Amari per la prosecuzione dei lavori del collettore fognario, non piace proprio. I vertici di Confcommercio Palermo non apprezzano la dimensione zoologica di questi appalti eterni, là dove si sta cercando di dare il giusto spazio a topi e insetti (questi ultimi presenti per la gioia degli entomologi).
Patrizia Di Dio non sembra apprezzare né il ritorno in città della zoologia, né la sospensione del tempo:
“Si sta verificando – leggiamo la sua dichiarazione su Live Sicilia – tutto ciò che avevamo paventato lo scorso anno con conseguenze di una gravità inaudita per i commercianti della zona interessata, aggravate dall’emergenza sanitaria e dalla successiva apertura del cantiere di via Emerico Amari. Sapevamo bene che in questa città non si rispettano quasi mai le scadenze dei lavori pubblici ed è per questo che avevamo chiesto che il cantiere di via Amari – che di fatto chiude tutta la zona del Politeama – venisse aperto solo dopo la conclusione dei lavori in via Roma”.
“Abbiamo confermato – aggiunge – le nostre perplessità in una apposita riunione con le categorie produttive che si è svolta a metà giugno e l’assessore competente aveva ribadito che i lavori sarebbero stati conclusi a settembre. E proprio sei giorni fa, il 5 agosto, lo stesso assessore aveva mandato un messaggio ai consiglieri comunali per confermare la data di fine settembre”.
“Ci sentiamo presi in giro – conclude Patrizia Di Dio – e non tenuti in alcuna considerazione, visto che non abbiamo nemmeno ricevuto una comunicazione in tal senso. Non un ritardo di pochi giorni ma di ben tre mesi che può risultare fatale a molte aziende. Con questa gestione dei cantieri viene negato di fatto il diritto di fare impresa. In una città allo sbando i commercianti continuano a pagare il prezzo più alto per l’approssimazione – e a volte anche l’arroganza – con cui si amministra la cosa pubblica”.
E allora che debbono dire gli abitanti e i commercianti della zona porto, dove i protagonisti degli appalti senza fine hanno anche trovato l’acqua? Come si fa a non capire che, a Palermo, da una decina di anni a questa parte gli appalti eterni sono l’anima e il ‘corpo’ della politica?
Non è che sentiremo le stesse lamentele, a Dicembre, per gli eterni lavori dell’Anello ferroviario? Possibile che ci siano ancora palermitani che non riescono a capire che il segreto gli eterni appalti di Palermo sta proprio nell’eliminazione del tempo?
Che orribile città incapace di apprezzare la filosofia…
Foto tratta da Servizi a Rete