Una lettrice riconosce che seguiamo con attenzione i temi dell’agricoltura e, in particolare, della salubrità del grano. E ci chiede perché non ci occupiamo dei controlli sul grano che arriva con le navi disposti dal Governo della Regione. Ecco la nostra risposta
Una lettrice scrive:
“Egregio direttore,
ho seguito i vostri articoli sulla nave di grano duro canadese arrivata nel Porto di Pozzallo. Non posso che lodare la vostra passione, la vostra serietà e la vostra professionalità nel raccontare queste vergogne.
Solo un appunto: perché non date notizia che il Governo della Regione siciliana – con l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera – si sono presentati al porto di Pozzallo per prelevare i campioni ed effettuare i controlli?
Ancora grazie per il vostro impegno”.
Egregia lettrice,
intanto un ringraziamento per il suo garbo. Dopo di che – come lei stessa riconosce – noi cerchiamo di occuparci, con serietà, di agricoltura. Ora, con rispetto parlando, i controlli sul grano, nell’Unione europea, non sono una cosa seria; per non parlare dei controlli sul grano che arriva con le navi in Sicilia, che sono una farsa.
Proviamo a illustrare come stanno le cose.
Tra il 2011 e il 2012, per consentire al grano canadese – duro e tenero – di entrare in Europa – l’Unione europea ha innalzato i limiti relativi alla presenza di glifosato. Grosso modo – semplificando al massimo – se prima nel grano non dovevano esserci più di 10 parti di glifosato, adesso le parti sono state quasi triplicate!
Detto in parole semplici, il grano estero che arriva in Europa – non soltanto il grano duro, ma anche il grano tenero di cui non parla nessuno per tutelare l’industria dolciaria – può contenere quasi il triplo del glifosato rispetto ai limiti precedenti!
Sa cosa significa questo, egregia lettrice? Che questo grano, a nostro avviso, non dovrebbe esistere! I signori dell’Unione europea dicono di stare tranquilli: fanno sapere, infatti, che mangiando fino a 5 Kg di pasta all’anno prodotta con questo grano al glifosato non ci sarebbero danni per l’organismo umano.
Peccato che in Italia la media di consumo di pasta pro capite all’anno oscilla tra i 15 e il 25 kg all’anno, con punte di 35-40 kg di pasta pro capite all’anno nel Sud Italia e in Sicilia.
A questo lei deve aggiungere il pane, le pizze, i biscotti e, in generale, tutti i prodotti da forno.
Ciò significa che nel Sud e in Sicilia – dove tra i porti pugliesi e i porti siciliani arrivano ogni anno tantissime navi cariche di grano estero, in molti casi canadese – ogni cittadino consuma ogni anno tantissimi prodotti a base di grano, che, fatti quattro conti, sono molti, ma moti di più dei 5 Kg all’anno!
E’ questo il motivo per il quale noi, in Sicilia, cerchiamo di sensibilizzare i cittadini-consumatori, grazie anche agli agricoltori siciliani, anche loro in prima fila in questa battaglia di civiltà.
I controlli della Regione siciliana? Sono tragicomici, di facciata. In primo luogo, i signori della Regione – con riferimento all’assessorato all’Agricoltura – non hanno mai pubblicato i risultati di queste analisi. In secondo luogo, noi abbiamo molti dubbi sul fatto che in Sicilia possano essere effettuate analisi sulla presenza del glifosato.
Poi c’è la legislazione europea. Sa cos’hanno inventato i signori di Bruxelles, con l’avallo del Parlamento europeo? Quando il glifosato presente nel grano rientra nei limiti fissati dalla stessa Ue – che, come abbiamo detto, sono limiti assurdi, perché troppo elevati – i Paesi europei sono autorizzati a scrivere due paroline magiche: “glifosato zero”.
In realtà, la presenza di glifosato non è zero, ma loro fanno scrivere così per non fare preoccupare i cittadini!
Le diciamo di più: il grano che arriva con le navi in Sicilia non ha solo possibili problemi di glifosato e di micotossine: c’è anche un problema legato alla conservazione dello stesso grano durante il viaggio. A noi risulta che le navi che effettuano il trasporto di grano non stocchino il prodotto nelle stive crio-refrigerate: ciò significa che il grano, per affrontare il viaggio sulla nave, deve essere trattato con particolari sostanze chimiche che sono dannose per la salute umana!
I signori della Regione siciliana, bravissimi a fare i finti tonti, non solo dovrebbero comunicare l’eventuale presenza di glifosato e di micotossine nel grano che arriva con le navi, ma dovrebbero rendere pubblica anche la presenza delle sostanze chimiche utilizzate per la conservazione del grano nelle navi e l’eventuale presenza di altri contaminanti (per esempio, metalli pesanti).
Le è chiaro, adesso, perché noi invitiamo i cittadini siciliani a informarsi bene sui derivati del grano che portano sulle loro tavole?
Speriamo anche di avere chiarito il perché non diamo più importanza ai tragicomici controlli sul grano che arriva con le navi della Regione siciliana.
Noi – per carità, nel nostro piccolo – cerchiamo di occuparci di cose concrete, nell’interesse dei cittadini. Perché dovremmo andare dietro al Governo regionale e alla farsa dei controlli?