Nella vicenda di Viviana Parisi e del piccolo Gioele ci sono due testimoni che potrebbero fare la differenza. Ma dei quali non si sa più nulla. Scomparsi, così com’è scomparso il bambino di quattro anni. Tutto questo non è un po’ strano?
C’è chi dice che la scomparsa di Gioele somigli sempre più alla vicenda del piccolo Lorys Andrea Stival, il bambino di otto anni ucciso il 29 Novembre del 2014 nel Comune di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Delitto per il quale l’unica imputata del reato di omicidio e occultamento di cadavere è stata la madre del piccolo, Veronica Panarello (che, per la cronaca, si è dichiarata innocente). Solo che il corpo di Gioele, almeno fino a questo momento, non è stato trovato. E questo potrebbe far somigliare questo caso a un rapimento: per esempio, al rapimento di Denise Pipitone, la bambina di poco meno di 4 anni scomparsa a Mazara del Vallo a mezzogiorno circa dell’1 Settembre del 2004 dal marciapiede di casa della nonna, dove la piccola stava giocando.
Insomma, fino a questo momento la vicenda è, a tutti gli effetti, un ‘giallo’. In genere noi non ci occupiamo di cronaca. Ma questa storia – anche per i luoghi dove si è verificata – ci ha particolarmente colpiti.
Di stranezze, nella ricostruzione dei fatti, non ne mancano.
La mamma – Viviana Parisi, 43 anni, dj – esce di casa con il figlio di quattro anni dicendo che andrà a Milazzo ad acquistare un paio di scarpe per il bambino. Così ha raccontato il marito – Daniele Mondello – agli uomini della Squadra mobile di Messina.
Mamma e bambino partono Lunedì scorso da Venetico – Comune di circa 4 mila abitanti della provincia di Messina – per recarsi a Milazzo. Viaggiano su un’Opel Corsa grigia. In effetti, arrivano a Milazzo. Ma è solo un passaggio: dai controlli effettuati non risulta alcuna sosta nell’area commerciale.
I tempi di percorrenza non fanno pensare a chissà che cosa: una quindicina di minuti circa, compatibili con l’uscita di casa. C’è anche un primo avvistamento dell’automobile: all’altezza del castello di Milazzo. Il quotidiano La Sicilia scrive di un fotogramma, sfuocato, dove sembra che il bambino sia nell’auto con la mamma. Questo elemento è importante.
A questo punto lo scenario comincia a complicarsi. L’auto imbocca l’autostrada Messina-Palermo. Perché? Percorre poco più di 78 Km ed esce a Sant’Agata di Militello. Leggiamo sempre su La Sicilia:
“Alle 10,30 il varco registra l’ingresso dell’auto (con ‘mancato pagamento’ e scattando una foto della sola targa), mentre nel portaoggetti verrà ritrovato un biglietto di uscita, sempre dal casello di Sant’Agata, con l’orario delle 10,52. Sono gli ormai famigerati «ventidue minuti di buco» di cui ha parlato il procuratore di Patti, Angelo Cavallo. Un lasso di tempo in cui può succedere tutto e il contrario di tutto”.
La prima domanda è: nei circa 78 km di autostrada percorsi dall’Opel Corsa grigia il bambino è con la madre? Quando Viviana Parisi riprende il percorso in autostrada da Sant’Agata di Militello – percorso interrotto dall’incidente con un furgoncino, nei pressi della galleria di Pizzo Turda – il bambino è ancora con lei?
Gli inquirenti – giustamente – si soffermano sui 22 minuti di ‘buco’. Il bambino è scomparso in questi 22 minuti? E se il bambino è scomparso in questi 22 minuti perché la madre sarebbe andata via senza il figlio?
Qui le cose si complicano. Dopo l’incidente Viviana Parisi è scesa dall’auto con il bambino? O era sola? Fuggiva? Stava inseguendo qualcuno?
Stando a quello che abbiamo ascoltato nei giorni scorsi in televisione, ci sarebbero alcuni testimoni.
Sui testimoni c’è un articolo del quotidiano Libero di due giorni fa che ci sembra importante:
“Ci sono troppi misteri, troppe cose che non tornano, nella vicenda di Viviana Parisi e il piccolo Gioele, la madre trovata morta nel bosco di Caronia e il figlio di cui, invece, ancora non si ha nessuna traccia. Il corpo della dj, 43 anni, è stato ritrovato ieri, Sabato 8 Agosto: i due erano scomparsi da Lunedì, dopo il piccolo incidente avvenuto in autostrada. Ora, come detto, l’angoscia di tutta Italia e del marito, Domenico Mondello, è per il piccolo scomparso. E tra le varie cose che proprio non tornano, c’è qualcosa che riguarda gli attimi che hanno seguito l’incidente in autostrada, che ha coinvolto la Opel Corsa di Viviana e un furgoncino con due operai a bordo. Questi ultimi hanno detto di aver visto, di sfuggita, solo la donna. Insomma, Gioele secondo loro non c’era. E molti elementi fanno pensare che Gioele non fosse a bordo dell’auto in quel momento (mentre 30 chilometri prima, e prima che Viviana uscise al casello di Sant’Agata per far cosa non è ancora chiaro, lo era: lo confermano le telecamere dell’autostrada)”.
“Ma ci sono, o meglio c’erano, altri due testimoni – scrive Libero – i quali al contrario hanno riferito a caldo, dopo l’incidente e la sparizione, di aver visto la madre e il figlio scavalcare il guardrail che conduceva nel bosco dove Viviana è stata trovata morta e sfigurata. Addirittura, affermavano che la donna avrebbe tenuto in braccio il piccolo Gioele. Peccato che questi due testimoni siano spariti, non sono stati più rintracciati e non si sono presentati alla polizia. Tanto che il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che coordina le indagini, ha lanciato nei giorni scorsi un appello affinché i due si presentino alle autorità. E ovviamente, il mistero si infittisce, cresce, si ingigantisce: perché mai i due uomini hanno scelto di nascondersi, di restare nell’ombra? Qualcuno sta nascondendo qualcosa? E soprattutto, che cosa?”.
Il dato certo è che il corpo di Viviana Parisi è stato ritrovato non lontano dal luogo dell’incidente. Mentre il bambino sembra sparito nel nulla.
L’autopsia dovrebbe fornire elementi utili.
Foto tratta da Interris.it