Prendiamone atto: i grillini al Governo dell’Italia, per ciò che riguarda la viabilità stradale in Sicilia (a parte la sistemazione del viadotto Himera dopo cinque anni!) sono un mezzo fallimento. E’ inutile, per le strade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta, continuare con i grandi appalti: affidiamo tutto al Genio militare che potrebbe completare le due opere garantendo il rapporto con le imprese locali
Incredibile! L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, su Agrigento e le sue strade (quasi tutte a pezzi) s’arruspiggiò! Uno se non legge non crede. Ecco il suo comunicato:
“Basta con i tavoli infruttuosi al sapor di passerella. Per la Sicilia e i siciliani non c’è bisogno di riunioni o incontri dove si analizzano i problemi senza dare soluzioni adeguate. Agrigento ha due grossi problemi irrisolti: la Agrigento-Palermo e la Agrigento-Caltanissetta. Abbiamo chiesto ad ANAS, già da più di un anno, di rescindere con Cmc. Sul viadotto Akragas chiuso al traffico, da oltre due anni e mezzo, il Governo Musumeci è intervenuto con ben 11 milioni su un totale di 29 necessari per la riapertura. Purtroppo ad oggi il soggetto attuatore ha speso solo pochi spiccioli. Per quanto riguarda, invece, le strade provinciali, la Regione ha assegnato circa 30 milioni di euro al Libero consorzio di Agrigento e molti interventi sono già in itinere. Il Governo Musumeci, inoltre, sostituendosi ad altri enti, alcune settimane fa ha anche finanziato con oltre cinque milioni la progettazione della strategica arteria Mare-Monti”.
“A questo punto, allora, basta – prosegue Falcone -: ora deve intervenire lo Stato mettendo mano al portafogli. Il Governo Musumeci, dal suo canto, sulle strade provinciali ha messo sul piatto oltre 300 milioni, mentre la situazione della viabilità locale è chiara sin dai tempi del ministro Toninelli, colui che preannunciò il commissariamento delle strade provinciali. La Regione ha dato il proprio assenso alla nomina e ha messo anche sul tavolo 100 milioni di euro. Siamo ancora fermi al palo, e dunque è doveroso che lo Stato faccia la sua parte. Aspettiamo che il Governo Conte intervenga con risorse aggiuntive e non soltanto con proclami o quei tavoli inutili, una perdita di tempo e un’illusione per i cittadini”.
Noi ci siamo occupati spesso della viabilità di Agrigento. Ricordiamo un nostro articolo di due anni da, quando Falcone era già assessore:
Il punto della situazione sugli eterni lavori su due strade fondamentali per la Sicilia – la Palermo-Agrigento e la Agrigento-Caltanissetta – in questo articolo, porta la firma di Alfio Di Costa, che nella vita fa l’ingegnare.
Scrive Di Costa sulla Palermo-Agrigento:
“Probabilmente qualcuno voleva progettare, nei primi anni ’50 del secolo passato, l’autostrada Agrigento-Palermo che, riprendendo il percorso delle Strade Statali 121 “Catanese” da Villabate al Bivio Manganaro e S.S. 189 “Valle dei Platani” da bivio Manganaro fino ad Agrigento, collegava i due capoluoghi.
Spesso, ahimè, in Sicilia si inizia con il progettare una chiesa e si finisce per realizzare una sagrestia: credo proprio che, con la Palermo-Agrigento sia accaduto questo. Il percorso lungo circa 120 km è fra i più trafficati di Sicilia e spesso definita “la scorrimento veloce della morte”.
Risente, a mio modo di vedere, oltre che di una progettazione vecchia e non adeguata nemmeno al tempo della stessa progettazione, di grandi problemi di sicurezza e di svincoli progettati e realizzati in modo assurdo; di “trazzere” e di strade provinciali che si immettono direttamente nel percorso.
Quest’opera ha visto impegni di spesa spropositati con risultati scadenti. Basti pensare che solo per il rifacimento del tratto che va da Lercara Friddi a Bolognetta – è storia di questi anni – è stato speso oltre un miliardo di euro!
Templi biblici, sprechi e anche errori. Un esempio fra tutti: la realizzazione del viadotto Scorciavacche, inaugurato prima del Natale del 2013 e crollato parzialmente dopo sette giorni per problemi strutturali.
Tutt’ora in questa strada ci sono lavori in corso. La nuova strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento doveva essere completata entro il 2016. Non credo che ad oggi qualcuno ne possa prevedere la data del suo completamento e se sarà veramente una superstrada o uno scorrimento veloce sicuro e moderno; se pensiamo che chi la percorre deve preventivare oltre due ore per arrivare da Agrigento a Palermo e viceversa, ebbene, abbiamo detto tutto!”.
“Tutt’ora in questa strada ci sono lavori in corso”. A distanza di due anni si continua con i “lavori in corso”…
Scrive sempre Alfio Di Costa sulla strada Agrigento-Caltanissetta:
“Fra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70 viene progettata la Strada Statale 640 che da Porto Empedocle attraversa la Valle dei Templi a sud della città di Agrigento e percorre i territori di numerosi Comuni delle due provincie, fino a Caltanissetta. La strada è lunga circa 70 km e per molto tempo è stata chiamata “scorrimento veloce”. Oltre a collegare Porto Empedocle a Caltanissetta, si incrociavano i bivi per Favara, Racalmuto, Canicattì, Serradifalco, Delia, San Cataldo. La strada costituisce la principale via di comunicazione tra Agrigento e Caltanissetta ed il collegamento all’autostrada A19 Catania-Palermo.
La vecchia Strada Statale 640 era a carreggiata unica con una corsia per senso di marcia e incrociava lungo il suo percorso la Strada Statale 189 Agrigento-Palermo, la Strada Statale Canicatti-Licata e la Strada Statale 626 Caltanissetta-Gela. La superstrada risentiva di una vecchia progettazione con accessi diretti sia di trazzere, sia di stradelle interpoderali.
Agli inizi anni Duemila si pensa ad una riqualificazione trasformandola in strada extraurbana principale con importanti lavori di ammodernamenti finalizzati, oltre che al notevole miglioramento della viabilità e della sicurezza, al sostegno dello sviluppo economico del territorio. La fine dei lavori era prevista entro il 2018. Non vado lontano dal vero se stimo in oltre due miliardi di euro le somme per ammodernare questi 70 km che prevedono due carreggiate con due corsie oltre la corsia d’emergenza. A mio parere i costi finali sono eccessivi per il risultato che sarà ottenuto, non credo prima della fine del 2019”.
La prima cosa che ci piacerebbe capire è che fine hanno fatto questi 3 miliardi di euro. Sono stati spesi tutti? Una parte? E che rapporto c’è tra il denaro pubblico speso e le opere realizzate?
Per carità, avere sistemato, dopo cinque anni, il viadotto Himera, lungo l’autostrada Palermo-Catania, va pure bene. Pensare che tutto debba finire lì è tragicomico. Il Movimento 5 Stelle è al Governo dell’Italia da due anni. Per un anno ha gestito il Ministero delle Infrastrutture con Danilo Toninelli. Che non è stati un cattivo Ministro, ma che per il Sud e, in particolare, per la Sicilia, ha fatto poco o nulla!
Che per gli appalti stradali, con il Movimento 5 Stelle al Governo, si stava mettendo male, l’abbiamo intuito e denunciato poco più di un anno fa, quando invece di fare saltare il banco sugli appalti stradali della Sicilia i grillini si sono messi a puntellare gli equilibri della vecchia politica.
Noi ci siamo occupati dello strano atteggiamento dei grillini quando, lo scorso anno, abbiamo letto un comunicato stampa dei parlamentari nazionali Adriano Varrica e Azzurra Cancelleri:
“È stato appena approvato l’emendamento che istituisce il fondo ‘salva-opere’, via libera in commissione alla Camera nel decreto ‘crescita’. Salviamo così oltre 100 imprese siciliane che rischiavano il fallimento a seguito della crisi di CMC verso la quale sono creditrici per circa 60 milioni di euro. Abbiamo creato uno strumento per superare il blocco dei cantieri dovuti alla crisi dell’impresa aggiudicataria, a partire dai cantieri della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta – spiegano Varrica e Cancelleri -. Il Presidente Conte e il Ministro Toninelli, su impulso di noi parlamentari nazionali e regionali cinquestelle, già lo scorso marzo avevano preso l’impegno di trovare una soluzione. Per questo è stato istituito il tavolo interministeriale dove la misura è stata elaborata”.
“Durante l’ultima settimana – proseguiva il comunicato – abbiamo lavorato a stretto contatto con le strutture ministeriali del MIT, del MISE, del MEF e col Vice Ministro Laura Castelli per migliorare il testo – scrivono nella loro nota Varrica e Cancelleri – Il fondo ‘salva-opere’ verrà alimentato con lo 0,5% del valore dei ribassi, non sarà a carico delle imprese e servirà ad anticipare il 70% dei crediti vantati dai sub-appaltatori e sub-fornitori delle imprese aggiudicatrici o contraenti generali assoggettati a procedura concorsuale. Un decreto del MIT entro 30 giorni definirà il funzionamento del fondo, comunque garantendo l’anticipazione anche per tutte le procedure attivate dal 2018. Per garantire la piena funzionalità del fondo abbiamo stanziato 12 milioni per il 2019 e 33,5 per il 2020 ai quali si aggiungerà lo 0,5% dei ribassi delle gare a partire dall’entrata in vigore della legge. La nostra determinazione nel difendere le piccole e medie imprese, ed in particolare quelle siciliane, ci ha permesso di raggiungere il risultato prefissato” hanno concluso i deputati cinquestelle”.
Come potete leggere, lo sorso anno, invece di fare saltare tutto e di bloccare la tela di Penelope della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta, i grillini hanno lavorato per continuare con la solita tiritera. Il risultato è quello che oggi descrive l’assessore regionale Falcone che, a propria volta, avrebbe dovuto bloccare tutto due anni fa!
Che bisognerebbe fare, a questo punto? Bloccare tutto. E’ inutile che Governo nazionale e Governo siciliano rispondano:
“Ma così si bloccano i lavori della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta!”.
I lavori sono già bloccati, da anni! Ora va bloccato tutto per capire, in primo luogo, che fine hanno fatto i 3 miliardi di euro, il resto passa in secondo piano.
Dopo di che, se queste due strade siciliane debbono essere completate e non devono servire ancora per la ‘politica’, si chiami il Genio militare e si affidi agli stessi militari il completamento di tali strade. Lo stesso Genio militare potrebbe chiudere una vicenda che si trascina da anni garantendo le imprese locali.
Foto tratta da AgrigentoOggi