Esiste la psicanalisi politica? Il presidente della Regione siciliana dimostra che sì, esiste: e ogni tanto viene fuori, quasi al naturale, come il tonno conservato senza olio. Ogni tanto l’Io del governatore dell’Isola emerge per cercare omericamente la sua Itaca: ovvero la bucolica casa di Militello in Val di Catania dove dovrebbe tornare lasciando in pace i siciliani…
Per la seconda volta in poco meno di due anni il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, attacca i dipendenti dell’amministrazione regionale. Lo ha fatto nell’Ottobre del 2018 quando ha dichiarato:
“Ci sono dei funzionari regionali – dice Musumeci – che si comportano da veri criminali. Io li manderei in galera. Io ho trovato una Regione che lo era solo sulla carta intestata. Non c’è un sistema informatico. Si lavora ancora con il cartaceo. Una pratica, per passare da un assessorato all’altro, può necessitare di mesi. Un funzionario può lasciare la pratica sulla scrivania e, invece di portarla al collega sullo stesso piano, la lascia sulla scrivani per due mesi. Criminali”.
(Qui per esteso l’attacco di Musumeci ai dipendenti regionali dell’Ottobre 2018).
Musumeci torna ad attaccarli oggi:
“L’ottanta per cento dei dipendenti regionali si gratta la pancia”.
L’attacco ai dipendenti regionali era ingiustificato quasi due anni fa ed è ancora meno giustificato oggi.
Due anni fa Musumeci era presidente della Regione da quasi un anno: se era convinto di quello che diceva avrebbe dovuto prendere provvedimenti. O rivolgersi alla magistratura.
Ora è quasi al terzo anno del suo mandato. E torna a pronunciare parole molto gravi. Come quasi due anni fa, il presidente lancia accuse generiche, senza scendere nei particolari. Dichiarazioni ‘politiche’ nel senso deteriore del termine: da politica-politicante.
A parte le reazioni dei sindacati (qualche organizzazione sindacale pensa alla querela, ma noi non ci crediamo), è interessante il comunicato del DIRSI, il sindacato dei dirigenti regionali:
“Mentre nei precedenti attacchi il Presidente della Regione siciliana era stato generico, adesso riporta un dato preciso (80% dei dipendenti) a riprova della improduttività della macchina amministrativa. Ci piacerebbe conoscere i dettagli di questo studio, e non facili battute per ottenere una eco nazionale, ma piuttosto gli altri elementi emersi!”.
“Probabilmente – scrivono i sindacalisti del DIRSI – sarà emerso che i Contratti Collettivi Regionali di Lavoro (strumento base previsto dall’art. 39 della Costituzione italiana per il corretto funzionamento dell’Amministrazione e per le innovazioni che si possono introdurre nella parte giuridica) ad oggi risultano scaduti: LA DIRIGENZA ASPETTA DA 15 ANNI! Probabilmente sarà emerso che da 20 anni non è stata superata l’anomalia tutta siciliana di una fascia dirigenziale transitoria (Corte dei Conti – Relazione sul Rendiconto Generale della Regione Siciliana Esercizio 2018- ‘la cristallizzazione della terza fascia, […], continua a perpetrare una grave distonia rispetto all’ordito normativo della dirigenza pubblica degli altri comparti, […], dando vita a incancrenite situazioni di palese distonia tra inquadramento e funzioni espletate’)”.
“Probabilmente – prosegue il comunicato del sindacato dei dirigenti regionali – sarà emerso che è dal lontano governo Lombardo che si fanno riorganizzazioni dei Dipartimenti della Regione siciliana ogni due anni, e che ad oggi siamo con una organizzazione che fa acqua da tutte le parti! Probabilmente sarà emerso che gli ultimi Governi (ce ne sono stati di destra e di sinistra) non sono mai riusciti a fare un’organica legge di riforma della PA. Probabilmente sarà emerso che l’età media dei dipendenti è di 55 anni e non è previsto alcun meccanismo di ricambio generazionale!”.
“Siamo certi – prosegue il comunicato – che il Presidente Musumeci non avrà inventato un dato solo per fare bella figura in una platea di industriali, altrimenti avrebbe commesso lo stesso errore del peggior Populismo che lo stesso Presidente rinfaccia ad altri! Il grande generale statunitense Herbert Norman Schwarzkopf diceva:
‘Ho avuto ufficiali competenti che, di fronte ad un plotone, non vedevano altro che un plotone, un gruppo di soldati. Ma ho avuto anche leader che di fronte ad un plotone vedevano 44 individui, ciascuno dei quali aveva aspirazioni e sentimenti, ciascuno dei quali voleva vivere, ciascuno dei quali voleva far bene'”.
“Dal nostro osservatorio – leggiamo sempre nel comunicato del DIRSI – risulta che la maggior parte dei dipendenti fa il proprio dovere nonostante mille difficoltà della macchina amministrativa vecchia e scarsamente organizzata, tanto quanto basta per far raggiungere importanti traguardi alla Regione siciliana! A noi risulta che, grazie alla resilienza dimostrata dei dipendenti regionali in piena emergenza Covid-19, nonostante la sospensione dei termini e le proroghe della validità di tutte le autorizzazioni amministrative decise al livello nazionale, si è riusciti a non fermare la macchina amministrativa affrontando la sfida con responsabilità e talvolta intraprendenza! Come abbiamo più volte dichiarato, il sindacato DIRSI è il sindacato di Filippo Basile e sarà al fianco dell’Amministrazione sana tutte le volte che ci sarà da emarginare e condannare le “mele marce” che si annidano nella Pubblica Amministrazione”.
Che dire di questa storia? Che il presidente Musumeci ha torto marcio. Non soltanto per i toni e per la solita genericità delle accuse che lancia, ma perché omette di ricordare che lui fa parte, da sempre, di quella politica clientelare siciliana che ha eliminato i concorsi pubblici nella pubblica amministrazione siciliana, aggirando la Costituzione italiana.
Quanti sono, oggi, i dipendenti regionali vincitori di concorso?
Quanti sono, oggi, i funzionari regionali vincitori di concorso?
Quanti sono, oggi, i dirigenti regionali vincitori di concorso?
Quanti sono, oggi, i dirigenti generali della Regione siciliana vincitori di concorso?
Il DIRSI ricorda, di fatto, l’annosa questione della legge regionale n. 10 del 2000. Ma chi è intervenuto, fino ad oggi, per bloccare l’incredibile storia, tutta siciliana, della terza fascia dirigenziale?
Che cosa pretende il presidente Musumeci da dipendenti regionali reperiti Iddio sa come? E lui, nel Novembre 2017, non è stato eletto con il concorso di quelle forze politiche che hanno combinato di tutto e di più con precari e stabilizzazioni?
La pubblica amministrazione – presidente Musumeci – è una scienza, non una bolgia di personale arrivato di qua e di là. Anzi, quello che fanno i dipendenti regionali di oggi è assai. Dovrebbe ringraziarli invece di offenderli.
Presidente Musumeci: invece di lamentarsi perché non propone una riforma della pubblica amministrazione regionale? Perché non sapete dove mettere le mani e perché, in Aula, tra l’altro, non avete i voti per farla approvare? Viste queste due condizioni – la vostra inadeguatezza e la mancanza di una maggioranza in Aula – perché non ve ne andate tutti a casa, maggioranza e opposizione?
Ecco, il punto è proprio questo: quella di Musumeci non è, in realtà, un semplice attacco ai regionali, ma uno sfogo del suo Io che prende il sopravvento e ci implora:
“Vi prego, mandatemi a casa!, mandatemi a casa!”.
Presidente, noi le siamo vicini, capiamo il suo ‘dramma’ psicanalitico. Ci dica come la possiamo aiutare. Bisognerebbe dare forza alla migliore parte di lei che la invita a tornare a Militello in Val di Catania. Avanti, forse il suo Io non sbaglia…
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