A nostro avviso, è impensabile andare avanti così fino a Novembre. Anche perché, ai problemi di gestione dei migranti, si aggiungono i positivi al Coronavirus presenti in Sicilia, in Calabria e in Sardegna. Il silenzio dell’Unione europea dell’euro. Roma che scarica la gestione dell’assistenza sanitaria sulle Regioni. Quanto può durare ancora ‘sta situazione di emergenza?
Lampedusa, Sicilia e, adesso, l’onda migratoria comincia a spostarsi anche in Calabria dove negli ultimi dieci giorni si registrano due sbarchi di migranti. L’ultimo in queste ore a Roccella Ionica: qui sono arrivati – leggiamo in una nota dell’ANSA – 68 migranti. Di questi, 28 risultano positivi al Coronavirus.
Come abbiamo scritto più volte in questi giorni, siamo soltanto all’inizio di quella che si annuncia una lunga stagione di sbarchi. Gli interessi in campo – di natura economica – sono elevatissimi. Ma il sistema, rispetto al passato (leggere operazione Mare Nostrum), presenta un problema in più: il Coronavirus. E infatti dall’Africa sono già arrivati in Sicilia – e anche in Calabria e in Sardegna – migranti positivi al virus.
Insomma, il 12 Luglio è già emergenza: non solo nell’isola di Lampedusa (dove il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, si è recato insieme con l’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, per chiedere allo Statola dichiarazione di stato di emergenza), ma in Sicilia e, adesso, anche in Calabria.
SICILIA E CALABRIA ESENTI DA CORONAVIRUS. MA… – Di fatto – questo è un dato oggettivo – Calabria e Sicilia, ad esempio, fino ad oggi sono riuscite a contenere il Coronavirus o COVID-19 nella fase critica e ad eliminarlo nelle ultime settimane. Ma adesso debbono fare i conti con i casi di Coronavirus che arrivano con i migranti.
Ribadiamo: siamo solo all’inizio. L’estate, in Sicilia e in Calabria (della Sardegna sappiamo un po’ meno), si protrae fino ai primi di Novembre. Ciò significa che, partendo da oggi, 12 Luglio, ci sono ancora i giorni di Luglio, Agosto, Settembre e Ottobre. Si potrà andare avanti con questi ritmi per altri quattro mesi?
Cominciamo con la nota dell’ANSA sullo sbarco in Calabria:
“Sono 28 i migranti, tra i 68 sbarcati nel porto di Roccella Ionica, ad essere risultati positivi al Coronavirus a seguito del primo test rinofaringeo eseguito nelle scorse ore a Reggio Calabria. Tra questi ci sono 48 adulti in giovane età che sono stati trasferiti oggi tra Bova e Amantea dove operano due strutture attrezzate per gli ulteriori accertamenti e la quarantena. Altri venti migranti, tutti minori, sono ospitati in una struttura messa a disposizione del Comune di Roccella Ionica, presidiata dalle forze dell’ordine. Tra i venti minori ce ne sono cinque risultati positivi. La notizia dell’esito dei test ha creato apprensione nella cittadina ionica dove questo sbarco è il secondo in dieci giorni. Sul posto oltre a personale specializzato ci sono i funzionari della Prefettura di Reggio Calabria. I migranti sono tutti di nazionalità pachistana e sono giunti a bordo di un’imbarcazione avvistata al largo di Caulonia. All’arrivo in porto i migranti, sono apparsi tutti in buone condizioni di salute”.
Puntuale la cronaca di Sputnik Italia su Lampedusa.
“A Lampedusa continuano senza sosta gli arrivi dei barchini pieni di migranti, che riescono ad eludere i controlli e raggiungere le coste dell’isola delle Pelagie. Sono oltre 750 in 48 ore, una situazione insostenibile per le capacità di accoglienza di un piccolo territorio, sprovvisto persino di un presidio ospedaliero, con un hotspot da 100 posti ormai al collasso. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, assieme all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, è salito a bordo di un elicottero per raggiungere Lampedusa, dove si è incontrato con il sindaco Totò Martello, ‘per dare il messaggio di presenza delle istituzioni regionali all’Isola, al Comune e agli operatori’ in seguito all’intensificarsi degli sbarchi”.
Il Governo siciliano e il Consiglio comunale di Lampedusa hanno chiesto al Governo nazionale la proclamazione dello stato di emergenza.
Sputnik Italia riposta le dichiarazioni del presidente Musumeci:
“Ci sono problemi sanitari, sociali ed economici e abbiamo bisogno di risposte immediate. Lampedusa non può diventare una terra di frontiera. Finora è stata la Regione a colmare le lacune dello Stato, in un lembo di terra che soffre tantissimo una grave crisi economica e sociale, ma il dramma dei migranti non può pesare solo su questa terra”.
“In assenza di risposte dal presidente del Consiglio – ha detto Musumeci – saremo noi a ricordare a Roma quali sono i veri problemi e soprattutto le vocazione di Lampedusa e la Sicilia. Il fenomeno degli sbarchi deve essere al centro dell’Agenzia nazionale, per evitare che passi l’idea che Lampedusa e la Sicilia siano un campo profughi, ma soprattutto perché i controlli non rispettano le regole vigenti”.
Noi, da giorni, abbiamo espresso un dubbio che, stando a quello che leggiamo sempre su Sputnik è realtà:
DAL LAMPEDUSA IN SICILIA SENZA TAMPONI – “Al dramma degli sbarchi ‘si aggiunge una seria preoccupazione sul piano sanitario’, dice Musumeci, spiegando che nella giornata di ieri ‘sono partiti centinaia di migranti senza essere stati sottoposti a tamponi o ai test'”.
Su quali navi questi migranti arrivati a Lampedusa sono partiti alla volta della Sicilia – supponiamo destinazione Porto Empedocle – “senza essere stati sottoposti a tamponi o ai test”? Il personale di bordo e gli uomini delle forse dell’ordine che hanno accompagnato i migranti erano dotati delle protezioni per evitare eventuali contagi?
Ce lo chiediamo e lo chiediamo non soltanto per la tutela di queste persone, ma anche perché sia i primi (personale di bordo), sia i secondi (uomini delle forze dell’ordine), finito il servizio, tornano dai propri familiari e, in generale, intrattengono contatti con la popolazione.
C’è anche l’appello del sindaco di Lampedusa, Salvatore ‘Totò’ Martello:
“Il presidente della Regione oggi (ieri per chi legge ndr) è a Lampedusa per prendere coscienza di quello che sta accadendo mentre da diverso tempo invito il presidente Conte a controllare lo stato di emergenza e l’unica risposta è un silenzio assordante. Chiedo ufficialmente al premier di venire a Lampedusa insieme al governatore – aggiunge il primo cittadino dell’isola – o altrimenti ci convochi a Roma per esaminare lo stato di calamità dichiarato dalla Regione”.
C’è anche una notizia che arriva dalla Sardegna:
SARDEGNA: IN BARBA ALLA QUARANTENA – “La situazione nel centro di Monastir è a dir poco imbarazzante – leggiamo sul quotidiano on line della sardegna, sardiniapost – visto che un intero dispositivo di sicurezza viene impiegato 24 ore su 24 a controllare gli stranieri che entrano ed escono indisturbati in barba alle regole imposte dalla quarantena, con enormi rischi di carattere sanitario”.
“Lo denuncia il segretario provinciale del Sindacato autonomo polizia (Sap), Luca Agati – prosegue l’articolo -. I migranti, come anticipato oggi dall’Unione Sarda, scavalcano un muro di cinta alto tre metri”.
“Siamo molto preoccupati poiché questa situazione pone a serio rischio la salute degli operatori di Polizia e di tutti i cittadini – evidenzia ancora il sindacalista -. È intollerabile il rimpallo istituzionale delle responsabilità quando in gioco c’è la salute dei poliziotti”.
“Attualmente all’interno del centro di Monastir ci sono una settantina di algerini, sbarcati nelle coste del Sud Sardegna nelle scorse settimane. Tra di loro erano stati registrati due casi di positività al Coronavirus”.
A nostro avviso, quello che sta avvenendo non è normale. Già la gestione degli sbarchi dei migranti è un problema in condizioni ordinarie; diventa difficile e pericolosa se di mezzo c’è la pandemia di Coronavirus: e infatti non mancano i migranti positivi al virus arrivati in Sicilia, in Calabria e in Sardegna.
Noi non ci poniamo nemmeno il problema di chiedere cosa stia facendo l’Unione europea, assente per definizione in tutte le questioni che riguardano i migranti. Del resto, non si può pretendere che un’Unione europea governata da liberisti e da strozzini si occupi di questioni umanitarie.
In compenso, però, le navi ONG tedesche i migranti li portano in Sicilia: loro si prendono i meriti di aver ‘salvato’ le persone, mentre i rischi e i costi per l’assistenza sanitaria se li caricano i siciliani!
Pensare che questo sistema possa reggere per altri quattro mesi è un’illusione. Qualche giorno fa le ‘autorità’ hanno fatto sapere che gli sbarchi di migranti in Italia (cioè in buona parte in Sicilia, poi in Sardegna e da una decina di giorni in Calabria), dall’inizio di quest’anno, sono stati poco più di 8 mila, rispetto ai 2 mila dello scorso anno.
A nostro avviso, la stima è in difetto, perché non tiene conto degli sbarchi ‘fantasma’, che soprattutto in Sicilia sono tanti. Ad ogni modo, se in due giorni gli sbarchi a Lampedusa hanno raggiunto le 800 unità, continuando di questo passo il numero è destinato a crescere.
COME SONO STATI DISTRIBUITI GLI 8 MILA MIGRANTI? – Sarebbe interessante capire dove sono finiti questi 8 mila migranti sbarcati in grande maggioranza in Sicilia. Il Ministero degli Interni, la Regione siciliana e i Comuni farebbero bene a informare i cittadini sui luoghi dove vengono sistemati questi migranti.
Noi passiamo molte ore del giorno sulla rete, ma non eravamo a conoscenza del centro di accoglienza di Casteltermini, in provincia di Agrigento, da dove sono fuggiti tre migranti dalla quarantena, facendo perdere le proprie tracce (tra l’altro, a Casteltermini c’è una situazione amministrativa comunale molto complicata che meriterebbe un approfondimento).
A nostro avviso, questo flusso va interrotto, perché – lo ribadiamo ancora una volta – non è nemmeno immaginabile continuare a fare arrivare nel Sud Italia – Sicilia in testa – altri migrati. Anche perché la diffusione del Coronavirus, in Africa, avanza.
Sappiamo tutti quali polemiche in queste ultime settimane hanno travolto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), accusata di fare gli interessi della Cina. Ma proprio perché nell’occhio del ciclone riteniamo che le notizie che ha fornito in queste ultime ore sulla diffusione del Coronavirus in Africa siano attendibili.
Fino a qualche mese fa si pensava che l’Africa sarebbe stata quasi esentata dalla pandemia di Coronavirus. Ma nelle ultime settimane – la fonte è l’OMS – lo scenario è cambiato.
“L’Africa – leggiamo su Money.it – ha impiegato quasi 100 giorni per raggiungere i primi 100.000 casi, ci sono voluti invece solo 18 giorni per raddoppiare a 200.000. Negli ultimi 20 il numero è aumentato a 400.000 casi. Stando ai dati dell’8 luglio, i casi totali hanno ormai superato 500.000. Stando a quanto messo in evidenza dall’OMS, la tendenza al rialzo in Africa sta iniziando ad assomigliare a quella di altre parti del mondo gravemente colpite dal Coronavirus. La maggior parte dei Paesi africani sta vivendo una trasmissione comunitaria”.
E’ normale far arrivare migranti da un’area dove l’infezione “sta iniziando ad assomigliare a quella di altre parti del mondo gravemente colpite dal Coronavirus”?
QUI L’ARTICOLO DI SPUTNIK ITALIA
QUI L’ARTICOLO DI SARDINIAPOST