Una lettura gramsciana di quanto sta succedendo nel mondo dominato dal liberismo. La cronicizzazione delle misure emergenziali, distanziamento sociale al divieto di assembramento, fini alla sospensione – con riferimento all’Italia – almeno 9 articoli della Costituzione
di Diego Fusaro
La mia tesi è che non ci siano complotti, ma interessi di classe. Ed è interesse della classe dominante usare l’emergenza Covid-19 – anche amplificandola mediaticamente – per creare una razionalità politica specifica, che, in nome dell’emergenza sempre rinnovata, rinnova e “cronicizza” le misure emergenziali. Facendo sì che il politicamente inaccettabile nella normalità divenga politicamente inevitabile con l’emergenza.
Non ti è certo sfuggito che tutte le misure sanitarie sono anche inequivocabilmente politiche in senso autoritario: distanziamento sociale (un vecchio sogno del capitale), divieto di assembramento (l’ultima volta che fu attuato mi risulta essere con le “leggi fascistissime”), e almeno 9 articoli della Costituzione sospesi. Cui prodest?
In sintesi: poiché iniziavano a sentirsi i “guaiti dei popoli oppressi” (Giulietto Chiesa), i quali si esprimevano anche con i populismi sovranisti, e poiché l’egemonia del blocco dominante iniziava a indebolirsi (Brexit, No al referendum Costituzionale in Italia, Trump anziché Clinton, ecc.), era necessaria, per la classe dominante, una svolta autoritaria. Quale è, appunto, quella introdotta con il Covid-19.
Ma c’era il virus, diranno in molti: ed è proprio questo il punto di forza del nuovo paradigma terapeutico. Che nasconde la propria natura politica dietro la presunta obiettività della scienza medica, salvo poi screditare i medici divergenti rispetto alla narrazione egemonica.
Chi ha letto Gramsci, sa che la classe dominante, se perde il consenso, usa autoritarismo e violenza. Vietando assembramenti e contatti tra i viventi, tra l’altro.
Foto tratta da Agenzia Dire