Il chimico e ricercatore del CNR, Mario Pagliaro, appassionato di climatologia, illustra l’andamento del mercato del grano nel mondo. E dice testualmente: “Gli agricoltori siciliani che sapranno centellinare con pazienza le vendite del raccolto 2020 resteranno #sbalorditi dai prezzi a #Natale”. Vietare i pannelli fotovoltaici nei campi di grano
di Mario Pagliaro
È già altissimo il #prezzo del frumento a Foggia, principale piazza del mercato in Italia: https://www.lapressa.it/articoli/economia/trabbiatura-confagricoltura-soddisfatta-vola-prezzo-del-grano-duro
La #trebbiatura è conclusa in tutti i Paesi del Mediterraneo e in #Romania. Ed è avanti nella stupenda #Rostov sul Don, in Russia: primo produttore mondiale.
È ora quindi di capire cosa accadrà nei prossimi 12 mesi.
Partiamo da #requisizione e #razionamento. La questione non è più ‘se’, come da noi previsto, ma solo ‘chi’, nel senso di quale Paese inizierà per primo.
#Romania: colpita fino a Maggio inoltrato da storiche nevicate di cui gli abitanti del meraviglioso Paese non avevano più memoria, il Paese maggiore produttore in Europa fa -50%, da 10 a 5 milioni di tonnellate.
#Russia: resa superficiale del raccolto prime due settimane oscilla fra -50 e -30 per cento.
Nord America: in molte aree delle Grandi pianure americane (che includono parte del Canada occidentale) la produzione cerealicola e del mais è azzerata causa #gelo prolungato che per mesi ha reso difficile persino il trasporto delle bombole di propano usate per essiccare.
#Argentina e #Brasile (dove attualmente è inverno): le piogge torrenziali che da mesi colpiscono i due immensi Paesi porteranno a una drastica riduzione dei raccolti.
#India: le #piogge monsoniche eccezionali portano il subcontinente al #record storico: fra pochi giorni, a fine Luglio, supererà i 100 milioni di tonnellate di #raccolto. Una vera ricchezza con cui dovrà in parte nutrire anche il vicino #Pakistan, il #Bangladesh e la #Cina con le loro immense popolazioni.
Nord #Africa e Medio #Oriente: le piogge prolungate portano al record storico la produzione in tutti i Paesi, dal #Marocco alla #Siria. Ma è largamente insufficiente a coprire in #consumi. Ad esempio, l’Egitto consuma oltre 20 milioni di tonnellate e ne produce 8.
#Ucraina: la quota della produzione nazionale destinata all’export passa da 20 a 17 milioni di tonnellate.
Le montagne dell’Himalaya sono #inaccessibili per eccesso di neve e di ghiaccio. In #Pakistan già si discute del razionamento del cibo, partendo dai cereali (www.paktribune.com/article-details/rationing-can-it-be-the-answer-to-upcoming-food-challenges-for-pakistan).
#Italia: la produzione nazionale, già fortemente deficitaria (industria molitoria vuole quasi 6 milioni di tonnellate e la produzione arriva a stento a 4 milioni), #peggiora ulteriormente, con un forte calo della produzione in Emilia Romagna, Marche e Puglia. Solo in #Sicilia i produttori delle 800 mila tonnellate di grano confermano l’eccellente produzione del 2019 per qualità e quantità (leggermente inferiore).
In queste condizioni, il grano duro di qualità (sano e dal contenuto proteico non eccessivo) diventa un prodotto agricolo di #alto valore: altamente ricercato sui mercati internazionali. Gli agricoltori siciliani che sapranno centellinare con pazienza le vendite del raccolto 2020 resteranno #sbalorditi dai prezzi a #Natale.
La #Sicilia diviene imprescindibile per l’intera Italia: che avrà già quest’anno difficoltà ad importare il grano. Gli agricoltori siciliani devono espandere #adesso drasticamente la produzione, utilizzando i concimi organici per rifecondare terreni marginali. Va #vietata tout court e in via definitiva la posa di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli. Strabastano le aree dismesse, dalle discariche esauste alle cave, con decine di migliaia di ha disponibili.
Il milione scarso (0,8 mln) di grano siciliano diviene interesse #strategico della nazione tutta. Partendo dal grano, lo Stato non ha alternative alla ricerca dell’autarchia alimentare. Il trend crescente del prezzo del grano già riguarda tante derrate alimentari. Di questo passo, dunque, pane, farina e pasta di qualità diverranno inaccessibili a quote crescenti di popolazione.
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