Sulla rete i sicilianisti sono tanti. Ora è arrivato il momento di fare qualcosa. Ovvero provare a costituire, partendo dai Comuni della nostra Isola, una classe politica siciliana che sostituisca a poco a poco quella nazionale. Obiettivo: liberare la Sicilia dal dominio coloniale di Roma. Qui la proposta operativa del professore Massimo Costa rivolta a tutti i Siciliani di buona volontà
di Massimo Costa
I miei amici sanno che considero la Sicilia non una Regione d’Italia ma una sua Colonia. L’essenza del Sicilianismo politico in fondo è tutta lì, al di là di divergenze su tante altre questioni. In particolare, la Sicilia è oggetto di una colossale violazione dei suoi diritti costituzionali con un furto di almeno dieci miliardi l’anno. Se non si parte da questo, è inutile parlare di amministrare: i Comuni sono alla canna del gas, ma non è contro la Regione che devono rivolgersi i Sindaci, se non per la sua acquiescenza, bensì contro la vergogna di uno Stato italiano, truffaldino, pezzente e cialtrone.
Uno dei problemi del colonialismo italiano è che la Sicilia non ha ancora una vera classe politica autonoma, ma solo una serie di feudatari del voto, pronti a vendere il proprio pacchetto di consenso a questo o quel “capo che viene da fuori”. In questo senso le Amministrative, per quanto difficili, sono un passaggio fondamentale. Se i partiti italiani fossero buttati fuori da tutti i Comuni sarebbe già un bel passo avanti, magari restiamo divisi poi su tutto, ma sarebbe un grande passo in avanti…
Quella del 2020 potrebbe essere l’ennesima occasione perduta: candidature solitarie che raccolgono pochi voti, astensione, divisioni. Il voto amministrativo è invece un voto civico, siciliano ancora prima che sicilianista. Non possiamo lasciarlo sempre ai soliti signori del voto. Abbiamo il dovere, dove possibile, di dare ai Siciliani una possibilità alternativa di essere amministrati.
Per questo, non avendo al momento alcuna responsabilità partitica, mi permetto di lanciare un appello, sperando che sia raccolto.
Si vota in 61 Comuni, tra questi, 17 sono elezioni con il voto proporzionale, e quindi con un rilievo particolare, e – di questi 17 – sette sono vere e proprie città dove il voto assume un significato squisitamente politico: Agrigento, Enna, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Carini, Partinico, Augusta. Possibile che dobbiamo stare sempre a guardare?
A che serve parlare sul Web, scrivere articoli, commentare, fare gazebo, manifestazioni, volantinaggio, se poi lasciamo la politica… a chi “la sa fare” (o “pensa di” saperla fare)?
La mia idea, semplice semplice, è questa:
chi ha i seguenti requisiti si faccia avanti e mi contatti, prometto di fare da semplice notaio e di raccogliere le candidature presentabili alla società civile siciliana.
In particolare:
1. presentarsi, come sindaco, o come lista (e quindi in ogni caso deve rappresentare un gruppo di persone), AL DI FUORI DI QUALUNQUE APPARENTAMENTO CON LISTE DI PARTITI NAZIONALI ITALIANI O CIVICHE IN CUI MILITANO RAPPRESENTANTI DI PARTITI ITALIANI o che comunque abbiano la loro testa fuori dall’Isola;
2. non avere precedenti politici significativi da RICICLATO O CAMBIACASACCA DI MESTIERE;
3. essere di moralità al di sopra di ogni sospetto, non tanto da un punto di vista strettamente penale/formale ma di profilo etico generale;
4. avere un curriculum vitae e competenze adeguati a rappresentare il Popolo siciliano e ad amministrare la cosa pubblica;
5. avere un progetto amministrativo realistico, valido e soprattutto indipendente da ogni ingerenza di poteri forti, italiani o globali.
La lista potrà essere solo quella di un partito esclusivamente siciliano, ovvero strettamente civica; il contrassegno non potrà contenere il Tricolore o altro simbolo che richiami all’Italia o all’Unione Europea.
L’idea è quella di presentare un’offerta civica siciliana compatta e interrelata. Dopo una prima istruttoria , della quale potrei anche incaricarmi io stesso con l’aiuto dei giornalisti Antonella Sferrazza e Giulio Ambrosetti – che conoscono bene il mondo politico siciliano – sottoporrei le offerte all’approvazione “politica” dapprima del “Comitato del Vespro” che è un forum aperto di partiti indipendentisti, e poi ai principali partiti e associazioni siciliani, a partire dallo stesso partito “Siciliani Liberi” in cui milito.
Nessuna offesa per chi non vorrà partecipare o non si riconoscerà in questo cartello, ma non si può restare sempre con le mani in mano, a litigare tra di noi e poi magari ad accusare gli altri di inazione. Ecco una cosa da fare: facciamola.
La rete di movimenti, partiti e associazioni, che appoggia la rete di liste e candidati sicilianisti, offre il proprio supporto logistico, politico, umano, e – se sarà possibile – anche di sostegno finanziario mediante una opportuna raccolta fondi, oltre naturalmente ad una consulenza legale su tutte le materie relative alla presentazione delle liste.
I Sicilianisti devono anche offrirsi come rappresentanti di lista, per controllare che il voto non ci venga derubato. L’obiettivo è quello di costituire una classe politica siciliana che sostituisca a poco a poco quella nazionale.
Proviamoci almeno. Questa classe politica, se dimostrerà di essere robusta, alle prossime amministrative sarà ancora più forte, e – al rinnovo del Parlamento siciliano – potrebbe essere finalmente pronta per riprendersi la Sicilia o per mandare alle politiche a Roma una compatta “avvocatura” della Sicilia di cui abbiamo urgentissimo bisogno.
Io non voglio continuare ad affidare la mia Sicilia a Musumeci o ai rappresentanti monomandatari in Sicilia delle ditte politiche italiane: hanno dimostrato sin troppo di non esserne capaci. Cominciamo a dimostrare che manca loro anche la legittimazione del sostegno popolare.
Chi fosse interessato cominci a contattarmi in privato, sulla piattaforma messenger o a mandando un messaggio o sulla pagina de I Nuovi Vespri a commento di questo articolo. Sarà contattato e metteremo tutto a sistema.
Alla fine si potrebbe fare una grande Convention dei candidati Siciliani Indipendenti, una vera rivoluzione per la politica siciliana. Naturalmente se l’iniziativa raggiungerà massa critica. Viceversa se andremo sempre in ordine sparso sappiamo già cosa ci attende: il nulla.
Si dice sempre che l’unione fa la forza, vediamo se ora è possibile.
I Comuni interessati sono i seguenti (IN MAIUSCOLO I COMUNI CON IL PROPORZIONALE).
Città metropolitana di Palermo:
CARINI
MISILMERI
PARTINICO
TERMINI IMERESE
VILLABATE
Aliminusa
Caltavuturo
Godrano
Isola delle Femmine
Lascari
Polizzi Generosa
Pollina
San Mauro Castelverde
Santa Cristina Gela
Scillato
Trabia
Città metropolitana di Catania:
BRONTE
SAN GIOVANNI LA PUNTA
TREMESTIERI ETNEO
Maniace
Mascali
Milo
Pedara
San Piero Clarenza
Trecastagni
Città metropolitana di Messina:
BARCELLONA POZZO DI GOTTO
MILAZZO
Basicò
Giardini-Naxos
Graniti
Limina
Malvagna
Mirto
Naso
Raccuja
San Salvatore di Italia
Savoca
Libero Consorzio di Agrigento:
AGRIGENTO
RIBERA
Camastra
Cammarata
Casteltermini
Raffadali
Realmonte
Siculiana
Libero Consorzio di Trapani:
MARSALA
Campobello di Mazara
Gibellina
Libero Consorzio di Siracusa:
AUGUSTA
FLORIDIA
Libero Consorzio di Ragusa:
ISPICA
Libero Consorzio di Caltanissetta:
Bompensiere
Mussomeli
Serradifalco
Villalba
Libero Consorzio di Enna:
ENNA
Agira
Centuripe
Nicosia
Pietraperzia
Valguarnera Caropepe
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