E’ inutile girarci attorno: come ha precisato il sindacato ANIEF, per riaprire a Settembre le scuole italiane in sicurezza, considerato che si dovrà convivere con il Coronavirus, servono da 7 a 8 miliardi. Per ora mancano 6 miliardi di euro. E’ arrivato il momento di dire basta al ricatto politico dell’Unione europea dell’euro, che adesso mette in difficoltà anche il mondo della scuola italiana
Ieri la manifestazione di protesta del mondo della scuola. Presidi, docenti, studenti e familiari degli studenti lamentano la mancanza di provvedimenti concreti da parte del Governo Conte bis. E, soprattutto, l’atteggiamento sfuggente della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
In questa vicenda della scuola italiana, che a Settembre dovrebbe riaprire i battenti (ma sarà così?) c’è un dato economico preciso: per poter riaprire le scuole del nostro Paese in sicurezza, considerato che bisognerà convivere con la presenza del Coronavirus o COVID-19, occorrono da 7 a 8 miliardi di euro. Lo ha affermato a chiare lettere il presidente del sindacato della scuola ANIEF, Marcello Pacifico:
“Il tempo stringe: occorre finanziare subito un organico maggiorato di almeno 160 mila docenti e 40 mila Ata, che corrispondono a 15 mila docenti aggiuntivi e 5 mila Ata, indispensabili per rafforzare pulizia, controlli e segreterie, da assegnare agli istituti per ogni anno scolastico partendo dal primo dell’infanzia al terzo delle medie. È il minimo sindacale, sotto il quale qualsiasi protocollo di prevenzione del contagio del Covid19 sarebbe impraticabile. Vanno inoltre individuati da subito – aggiunge il numero uno di ANIEF – i locali aggiuntivi di accoglienza delle classi in eccesso che si andranno a formare, anche questi in condizioni di igiene e sicurezza. Per fare questo abbiamo calcolato un finanziamento che non può andare al di sotto di 7-8 miliardi, quindi ne mancano 6 rispetto a quanto stanziato finora”.
I ‘numeri’ sono per definizione testardi: per eliminare il fenomeno delle classi-pollaio e consentire agli studenti di mantenere il distanziamento sociale, per aumentare il numero delle classi (e quindi delle scuole, magari i plessi scolastici dismessi, come suggerisce sempre l’ANIEF), per aumentare il numero dei docenti e del personale ATA e per sanificare gli ambienti scolastici ogni giorno servono da 7 a 8 miliardi di euro.
Il Governo Conte deve reperire altri 6 miliardi di euro. Come? Lo ribadiamo ancora una volta: per trovare le risorse finanziarie non c’è bisogno di indebitare ulteriormente il nostro Paese, perché si può ricorrere alla moneta di Stato, nel rispetto delle leggi italiane ed europee.
Sapete perché, a nostro avviso, l’attuale Governo nazionale si rifiuta di prendere in considerazione il ricorso alla moneta di Stato, assolutamente legittima? Perché gli attuali governanti del nostro Paese temono che l’Unione europea, che ci vuole imporre il cappio del MES (sigla che sta per Meccanismo Europeo di Stabilità, ‘cappio’ già sperimentato in Grecia, Paese che, dopo il MES, è stato fatto a ‘spezzatino’ e messo in vendita, per la gioia dei tedeschi, che hanno fatto man bassa di infrastrutture greche acquisite a prezzi stracciati!), se l’Italia dovesse ricorrere alla moneta di Stato potrebbe iniziare a ricattarci con lo spread, come avvenuto nel Novembre del 2011!
E’ incredibile: un Paese importante come l’Italia, con un settore manifatturiero che, nonostante la Ue, è ancora tra i primi al mondo, deve sottostare al ricatto della Ue a ‘trazione tedesca! Ed è insopportabile che, adesso, ci possa andare di mezzo anche il mondo della scuola.
Ricordiamoci che la scuola è il domani di un Paese. Se va a pezzi la scuola, il futuro dell’Italia è compromesso!
Quello che non può succedere, quello che non deve succedere è che le scuole, a Settembre, riaprano senza mettere in sicurezza gli studenti, i docenti, i presidi e, in generale, tutto il personale che lavora nello stesso mondo della scuola. Anche perché – e sono dati delle ultime ore – i contagi di Coronavirus, in Italia, anche se lentamente, sono in crescita, nonostante le alte temperature estive. E la situazione potrebbe peggiorare già in Autunno.
Non possiamo continuare a sottostare ai ricatti politici dell’Unione europea dell’euro. Né è pensabile – come sembra sia stato denunciato durante la manifestazione di protesta di ieri – che il Governo Conte bis si accinga ad emulare Ponzio Pilato, scaricando ai presidi responsabilità che sono della politica.
I politici sono pagati dai cittadini – e anche bene, pure quando se ne vanno in pensione (ieri il Senato ha bloccato il taglio dei vitalizi per gli ex senatori) – per prendere decisioni che spesso sono difficili, non certo per scaricare la responsabilità di tali decisioni su altri.
Foto tratta da Ambiente e sicurezza