Anche sulla scuola, tanto per cambiare, il Governo Conte bis sta provocando un’immane confusione. Ieri si sono materializzate le Linee Guida per la riapertura delle scuole, o qualcosa che gli somiglia vagamente. E si sono scatenate le proteste. Non c’è chiarezza sui fondi. Mancano le aule. E la sensazione è che scaricheranno la responsabilità della riapertura sulle spalle dei presidi. Il solito Governo Conte dell’approssimazione. Il comunicato dell’USB scuola
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo lamentando l’assenza di Line Guida da parte del Governo nazionale per la riapertura delle scuole dopo la chiusura di Marzo. Da ieri circola una mezza bozza di Linee Guida che sta sollevando una montagna di polemiche da parte di genitori, docenti e presidi.
Insomma, dopo il flop dei 400 miliardi di euro di prestiti garantiti dallo Stato che nessuno ha visto, dopo il flop della Cassa integrazione, dopo la sceneggiata dei 600 euro il Governo Conte bis ha messo mano alla scuola. E lo fa alla sua maniera, ovvero alla carlona.
Si vocifera di classi spezzettate in piccoli gruppi con alunni dalle età diverse, di lezioni di quaranta minuti invece che sessanta minuti. E, ancora, di insegnamenti trasversali per accorpare materie e risparmiare sul tempo. Di didattica mista: metà alunni in classe e metà a casa visto che c’è da rispettare il distanziamento sociale e mancano le aule.
Che cosa abbia fatto il Governo dalla chiusura delle scuole causa emergenza Coronavirus, disposta a Marzo, fino ad oggi, non si capisce. Si sa che oggi in Italia il mondo della scuola scende in piazza per protestare contro un Governo insipiente, confusionario. Basti pensare che mentre ci si interroga su che cosa farà il COVID-19, o Coronavirus in Autunno, non ci sono notizie precise sui protocolli sanitari da rispettare!
C’è da stupirsi? Appena qualche giorno fa un vice Ministro, peraltro siciliano, ha scambiato una nave piena di migranti per una nave piena di turisti. Un Governo del genere cosa può proporre al mondo della scuola che dovrebbe riaprire a Settembre se non approssimazione e confusione?
Ricordiamo che quando le scuole sono state chiuse causa emergenza Coronavirus sono stati i presidi e i docenti ad organizzarsi per svolgere le lezioni via internet; e sappiamo anche che, per mancanza di mezzi, tanti ragazzi sono stati praticamente abbandonati. Certo, di questo non si parla, perché nell’Italia controllata dall’Unione europea dell’euro a trazione ‘tedesca’ non si deve parlare male dell’attuale Governo Conte bis voluto proprio dall’Europa. Però il problema di tantissimi ragazzi che sono stati privati della scuola in questo periodo di emergenza rimane.
Ora si sa che la scuola riaprirà il 14 Settembre. Ma non si capisce come. Si sa, però, che i presidi hanno comunicato che nel 40% circa delle aule scolastiche non si potrà mantenere il distanziamento sociale.
Mancano le aule, mancano i docenti. E mancano le risorse finanziarie. Per riaprire le scuole in sicurezza ci vorrebbero almeno 10 miliardi di euro. Ci sono questi soldi? Non si capisce. Circolano varie ipotesi. Siccome non sono previsti docenti in più, di parla di circa 200 mila supplenti.
Da quello che si capisce, la riapertura verrà scaricata sulle spalle dei presidi. A Settembre ci saranno così scuole che, bene o male, riusciranno a organizzarsi (nel Centro Nord Italia) e scuole dove, per mancanza di risorse, non si sa che cosa succederà.
Qualcuno, leggendo questo articolo, potrebbe chiederci: e la Ministra della Pubblica Istruzione, la siciliana Lucia Azzolina? Noi nemmeno la nominiamo. Che cosa dovremmo scrivere?
Oggi intanto, come già accennato, tutto il mondo della scuola sarà in piazza.
L’USB Scuola scrive che “in questi mesi ha messo al centro della propria mobilitazione nazionale il no deciso e convinto alla didattica a distanza, una lotta costante per i docenti precari e la rivendicazione di un concorso per titoli e servizio, un impegno incessante per il personale ATA internalizzato con l’obiettivo della trasformazione dei contratti part-time in full-time, la lotta per il diritto al rientro dei docenti esiliati”.
I docenti “esiliati” dovrebbero essere i docenti del Sud che l’intelligente legge sulla ‘Buona scuola’ del Governo Renzi ha portato nel Nord Italia.
“La crescita numerica e di consensi di questi mesi – prosegue il comunicato di USB Scuola – certificata dalla manifestazione nazionale del 10 Giugno, che ha visto i lavoratori della scuola e gli studenti uniti dallo slogan ‘Formare un mondo diverso’, ci spingono a continuare il nostro impegno per un ritorno a scuola in presenza e sicurezza, attraverso la riduzione del numero degli alunni per classe e un massiccio investimento per aumentare l’organico del personale docente e ATA, ridando centralità alla scuola pubblica statale nelle politiche economiche di questo Paese”.
Questo comunicato ci è arrivato da Catania (appuntamento in piazza Università dalle ore 18,00). La manifestazione è nazionale.
Foto tratta da Ravenna Notizie