Non si tratta di una domanda ‘complottista’, ma di un articolo pubblicato da Oasi Sana, dove si dice che il Consiglio dell’Unione Europea (in pratica, il consesso che detiene, insieme con il Parlamento europeo, il potere legislativo nell’Unione europea) propone di adottare provvedimenti drastici contro chi disinforma sulle reti 5G. Si può ancora chiedere l’applicazione del Principio di precauzione?
“Consiglio Unione Europea: repressione e galera per chi denuncia i pericoli sanitari del 5G. Rischiano medici, scienziati e attivisti”: così titola il giornale on line Oasi Sana, un mezzo d’informazione che noi seguiamo con grande attenzione per le battaglie che svolge a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
L’articolo ci ha colpito perché anche noi de I Nuovi Vespri stiamo combattendo una battaglia civile e sociale non contro la tecnologia del 5G, ma per l’applicazione del Principio di precauzione, voluto peraltro dall’Unione europea, ovvero cautela là dove bisogna assumere decisioni politiche ed economiche sulla gestione delle questioni scientificamente controverse.
In parole più semplici, il principio di precauzione si applica non a pericoli già identificati e quindi certi, ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora una conoscenza certa.
Scrive Maurizio Martucci:
“La notizia che farà tremare il movimento internazionale Stop 5G arriva da Bruxelles: la Segreteria Generale del Consiglio dell’Unione Europea ha inviato a tutti i delegati le conclusioni intitolate ‘Dare forma al futuro digitale d’Europa’, approvate con procedura scritta il 9 giugno 2020. Tra le 24 pagine del documento, che parzialmente riportiamo in esclusiva assoluta su OASI SANA, al punto 36 si “sottolinea che, nell’ambito della diffusione di nuove tecnologie come 5G/6G, è importante preservare la capacità delle forze dell’ordine, dei servizi di sicurezza e della magistratura per esercitare efficacemente le loro legittime funzioni; tenendo conto delle linee guida internazionali per gli effetti sul campo elettromagnetico sulla salute; rilevando che è importante combattere la diffusione di disinformazione sulle reti 5G, in particolare per quanto riguarda le affermazioni secondo le quali questa rete costituirebbe una minaccia per la salute o il fatto che sarebbe collegata al COVID-19″.
Per completezze nei riguardi dei nostri lettori illustriamo cos’è il Consiglio dell’Unione Europea e di cosa si occupa. E lo facciamo citando Wikipedia:
“Il Consiglio dell’Unione europea (denominato in questo modo dal trattato di Lisbona del 2007), noto anche come Consiglio dei ministri europei, in precedenza come Consiglio speciale dei ministri, detiene – insieme con il Parlamento europeo – il potere legislativo nell’Unione europea“.
“Dopo aver scoperto il clamoroso conflitto di interessi del Governo italiano per la presenza di Vittorio Colao nel Consiglio d’Amministrazione di Verizon, colosso mondiale del 5G – leggiamo sempre su Oasi Sana – adesso è chiaro che ci troviamo davanti ad una vera e propria manovra d’accerchiamento come una partita a Risiko, al prefigurarsi di una tecnodittatura legalizzata, una caccia alle streghe 2.0 nel dischiudersi di un’ondata repressiva senza precedenti orchestrata in nome di una scienza negazionista votata al rischio nell’ignoto tecnologico”.
(A proposito: noi non guardiamo la televisione: hanno parlato del ruolo di Colao – l’autore del Piano per l’Italia voluto dal Governo Conte bis – nel mondo del 5G?).
“Questo documento – leggiamo ancora su Oasi Sana – mette infatti nero su bianco come nessuno, d’ora in poi, potrà più sentirsi sicuro: repressione contro chiunque dissenta, persino contro politici precauzionisti per la moratoria, medici, scienziati e ricercatori indipendenti impegnati nella denuncia dei lati oscuri dell’Internet delle cose. Ma pure contro quanti oseranno mettere in discussione gli obsoleti e capziosi standard sui soli effetti termici (e non propriamente biologici, tanto meno a lungo termine) redatti dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), l’ente privato con sede in Germania condannato anche dai giudici della Corte d’Appello del Tribunale di Torino per l’inattendibilità degli studi e i legami con le compagnie telefoniche”.
E’ evidente che la protesta popolare che monta in tutta l’Europa -ribadiamo: non contro il 5G, ma per l’applicazione del citato principio di precauzione – fa paura non all’Unione europea, ma a chi la controlla, cioè alle multinazionali delle telecomunicazioni in grado, oggi, di condizionare le scelte del Parlamento europeo e degli Stati sovrani.
Sarà interessante notare, a questo punto, quale sarà l’atteggiamento del Parlamento europeo e, in particolare, dei Verdi e dei Socialisti del PSE.
Scrive ancora Oasi Sana proprio a proposito del Parlamento europeo:
“E’ poi inquietante pensare come lo stesso Parlamento europeo, cioè quello che ha redatto il documento, sarà a breve destinatario della richiesta di una moratoria internazionale sul 5G sostenuta da almeno un milione di firme nel Diritto d’iniziativa dei cittadini europei (ECI), strumento di partecipazione diretta previsto dal Trattato sull’Unione europea”.
“Appresa l’allarmante nota, dall’Alleanza Europea Stop 5G – conclude l’articolo di Oasi Sana – fanno sapere di aver subito preso contatto con gli europarlamentari di Bruxelles per la valutazione di ogni risposta lecita, politica, civile e democratica in grado di fermare sul nascere (e in ogni sede competente) l’annunciata ondata repressiva contro attivisti, comunità internazionale medico-scientifica e libertà di pensiero di quanti si stanno legittimamente battendo per la difesa della salute pubblica minacciata dal wireless. Sta venendo giù tutto: si salvi chi può!”.
Foto tratta da 98zero
QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DO OASI SANA
Visualizza commenti